LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Appello penale: quando i motivi sono specifici?

La Corte di Appello aveva dichiarato inammissibile un appello penale per genericità dei motivi. La Corte di Cassazione ha annullato tale decisione, precisando che il requisito della specificità, per gli atti depositati prima della Riforma Orlando, deve essere interpretato in modo meno rigoroso in ossequio al principio del “favor impugnationis”. Sebbene abbia ritenuto fondato il motivo sull’ammissibilità, la Suprema Corte ha ricalcolato i termini di prescrizione del reato, escludendone il compimento, e ha rinviato il caso alla Corte d’Appello solo per la rideterminazione della pena.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Penale e Specificità dei Motivi: La Cassazione fa Chiarezza

Il diritto di presentare un appello penale rappresenta un pilastro del nostro sistema giudiziario, garantendo un secondo grado di giudizio. Tuttavia, l’accesso a questo strumento è subordinato al rispetto di precisi requisiti formali, tra cui la ‘specificità dei motivi’. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20119/2024) è intervenuta proprio su questo tema, offrendo un’importante chiave di lettura, soprattutto per gli atti di impugnazione redatti prima delle recenti riforme processuali.

Il Fatto del Processo

Il caso trae origine da una condanna in primo grado per tentato furto aggravato in abitazione. La difesa dell’imputata presentava appello, contestando l’entità della pena e chiedendo il riconoscimento di attenuanti, oltre a sollevare, con motivi aggiunti, l’intervenuta prescrizione del reato.

La Corte di Appello di Bologna, tuttavia, non entrava nel merito della questione, dichiarando l’impugnazione inammissibile per ‘assoluto difetto di specificità, intrinseca ed estrinseca, dei motivi’. In pratica, secondo i giudici di secondo grado, le ragioni addotte dalla difesa erano troppo generiche per poter essere esaminate. Contro questa decisione, l’imputata proponeva ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la Specificità dell’Appello Penale

La difesa ha basato il proprio ricorso su due argomenti principali:

1. Erronea applicazione della legge sulla specificità dei motivi: Si sosteneva che la Corte d’Appello avesse applicato criteri troppo restrittivi, introdotti dalle recenti riforme (Orlando e Cartabia), a un atto di appello depositato in un’epoca in cui la legge era meno esigente. In virtù del principio tempus regit actum (il tempo regola l’atto), la valutazione di ammissibilità avrebbe dovuto seguire la normativa e l’interpretazione giurisprudenziale vigenti al momento del deposito, più inclini a un favor impugnationis (favore per l’impugnazione).
2. Errato calcolo della prescrizione: La difesa contestava la decisione della Corte territoriale di negare l’estinzione del reato, sostenendo che un corretto calcolo dei termini, anche in presenza di aggravanti, avrebbe dovuto portare a una declaratoria di prescrizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso, accogliendo la tesi difensiva sull’ammissibilità dell’appello.

I giudici di legittimità hanno chiarito che il metro per valutare la specificità di un appello penale è meno stringente rispetto a quello previsto per un ricorso in Cassazione. Mentre quest’ultimo è un’impugnazione ‘a critica vincolata’, l’appello ha carattere ‘devolutivo’, cioè mira a provocare un nuovo esame del merito.

Per gli atti antecedenti alla Riforma Orlando, è sufficiente l’indicazione, anche solo nelle linee essenziali, delle ragioni volte a sollecitare una diversa valutazione da parte del giudice di appello. Nel caso specifico, l’appellante aveva chiaramente contestato l’eccessività della pena, richiesto le attenuanti generiche adducendo motivazioni specifiche (la giovane età e la condizione di coartazione) e, infine, eccepito la prescrizione. Questi elementi, sebbene esposti sinteticamente, erano sufficienti a superare il vaglio di ammissibilità.

La Corte ha sottolineato che un ‘uso indiscriminato e poco prudente’ della sanzione di inammissibilità per genericità può portare a una ‘forte compressione del diritto fondamentale dell’imputato al doppio grado di giurisdizione’.

Diverso, invece, è stato l’esito riguardo alla questione della prescrizione. La Cassazione, pur annullando la declaratoria di inammissibilità, ha proceduto a ricalcolare autonomamente i termini, giungendo alla conclusione che il reato non fosse affatto prescritto. A causa della presenza di gravi aggravanti (recidiva reiterata e specifica e violenza sulle cose), il termine massimo di prescrizione era di quasi quindici anni, ben lontano dall’essere maturato.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello, ma limitatamente al trattamento sanzionatorio. Il caso è stato quindi rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello di Bologna, che dovrà procedere a un nuovo giudizio esclusivamente su questo punto, valutando nel merito le richieste relative alla quantificazione della pena e alla concessione delle attenuanti.

La pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il diritto all’impugnazione deve essere tutelato, e la sanzione dell’inammissibilità per genericità deve essere applicata con prudenza, soprattutto con riferimento ad atti processuali compiuti sotto l’egida di una normativa meno rigorosa di quella attuale. Al contempo, la sentenza dimostra come la Cassazione, nell’esercitare la sua funzione nomofilattica, possa correggere un errore procedurale (l’errata declaratoria di inammissibilità) ma, al contempo, definire in modo vincolante questioni di diritto come la prescrizione, orientando così il successivo giudizio di rinvio.

Un appello penale può essere dichiarato inammissibile se i motivi sono esposti in modo molto sintetico?
No, secondo la Corte, specialmente per gli appelli depositati prima delle riforme più restrittive. È sufficiente che siano identificabili con precisione i punti della sentenza contestati e le ragioni essenziali della critica, anche se esposte in modo succinto, per garantire l’ammissibilità dell’atto e il diritto a un secondo grado di giudizio.

Quale legge si applica per valutare la validità di un atto di appello?
Si applica il principio del tempus regit actum, secondo cui la validità di un atto processuale è regolata dalla legge in vigore al momento in cui l’atto stesso è stato compiuto. Pertanto, un appello depositato prima dell’entrata in vigore delle riforme Orlando e Cartabia deve essere valutato secondo i criteri meno stringenti allora vigenti.

La Corte di Cassazione può annullare una sentenza di inammissibilità e decidere anche su altre questioni come la prescrizione?
Sì. Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha annullato la declaratoria di inammissibilità dell’appello, riconoscendo la specificità dei motivi. Allo stesso tempo, ha esaminato e risolto la questione di diritto relativa alla prescrizione, stabilendo che il reato non era estinto e fornendo un calcolo vincolante per il giudice del rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati