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Appello inammissibile spaccio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara un appello inammissibile per spaccio, confermando la condanna. L’appello, che chiedeva il riconoscimento del fatto di lieve entità, è stato giudicato una mera ripetizione di argomenti già respinti, privo di critiche specifiche alla sentenza impugnata.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello inammissibile spaccio: quando la Cassazione chiude la porta

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione fa luce sui criteri di ammissibilità dei ricorsi, in particolare quando si discute la qualificazione di un reato di spaccio di stupefacenti. La decisione di dichiarare un appello inammissibile per spaccio non è solo una questione procedurale, ma definisce i confini entro cui la difesa può muoversi per contestare una condanna. Analizziamo questa ordinanza per comprendere le ragioni dietro la conferma di una condanna per detenzione di hashish e cocaina.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria inizia con la condanna di un individuo da parte del G.i.p. del Tribunale di Lucca per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, commesso nel dicembre 2020. La condanna viene integralmente confermata dalla Corte d’Appello di Firenze nell’aprile 2022. Nonostante il riconoscimento delle attenuanti generiche, equivalenti alla recidiva, e la diminuzione della pena per il rito abbreviato, l’imputato decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

Il Motivo del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, si affida a un unico motivo di ricorso: la violazione di legge e il vizio di motivazione in relazione al mancato riconoscimento dell’ipotesi di ‘fatto di lieve entità’, prevista dal comma 5 dell’art. 73 del d.P.R. 309/1990. Questa norma prevede pene molto più miti per i casi di spaccio considerati minori. La difesa sosteneva che i fatti contestati rientrassero in questa fattispecie meno grave, contestando la qualificazione giuridica data dai giudici di merito.

L’Appello Inammissibile per Spaccio: La Decisione della Corte

La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Questa pronuncia impedisce un’analisi nel merito delle doglianze presentate, cristallizzando la condanna emessa in appello. La Corte ha stabilito che la sentenza impugnata era supportata da una motivazione adeguata, basata su prove significative e priva di vizi logico-giuridici, anche riguardo alla corretta qualificazione del reato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha evidenziato due ragioni principali per la sua decisione. In primo luogo, il ricorso è stato considerato una mera reiterazione di censure già esaminate e respinte con motivazioni logiche e idonee dai giudici di merito. In pratica, l’imputato non ha introdotto nuovi e specifici argomenti di diritto, ma ha riproposto le stesse questioni già decise in appello. La Corte d’Appello, infatti, aveva fondato la sua decisione sulla ‘dimostrata capacità organizzativa dell’imputato’, un elemento ritenuto incompatibile con la ‘lieve entità’ del fatto.

In secondo luogo, il ricorso mancava di una ‘specifica critica’ alle argomentazioni della sentenza impugnata. Un ricorso in Cassazione non può limitarsi a esprimere un generico dissenso, ma deve individuare e contestare con precisione i punti deboli, sotto il profilo giuridico, del ragionamento del giudice precedente. L’assenza di tale critica specifica rende l’impugnazione inefficace e, come in questo caso, inammissibile.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre una lezione importante: per avere successo in Cassazione, un ricorso non può essere una semplice riproposizione dei motivi d’appello. È necessario articolare una critica puntuale e giuridicamente fondata contro la decisione che si intende impugnare. La declaratoria di inammissibilità comporta conseguenze severe per il ricorrente, che non solo vede confermata la propria condanna, ma viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce la funzione della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, non come un terzo grado di giudizio sui fatti, e sottolinea l’onere per la difesa di costruire ricorsi solidi e specifici.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando è manifestamente infondato, ad esempio se si limita a ripetere censure già adeguatamente respinte nei gradi di merito, senza muovere una critica specifica e giuridicamente pertinente alle argomentazioni della sentenza impugnata.

Cosa può escludere la qualificazione di un reato di spaccio come ‘fatto di lieve entità’?
Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto che la ‘dimostrata capacità organizzativa dell’imputato’ fosse un elemento decisivo per escludere la fattispecie del fatto di lieve entità, confermando la qualificazione più grave del reato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria (nel caso specifico di 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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