LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Appello inammissibile: quando si va in Cassazione

La Corte di Cassazione annulla una sentenza della Corte d’Appello, dichiarando un appello inammissibile. Il caso riguarda una condanna per una contravvenzione punita con la sola ammenda, che per legge è impugnabile solo con ricorso per cassazione. La Corte ha riqualificato l’appello errato in ricorso, dichiarandolo poi inammissibile per la genericità e l’infondatezza dei motivi, come la richiesta di sospensione condizionale della pena già concessa in passato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello inammissibile: la Cassazione chiarisce i limiti dell’impugnazione

Un appello inammissibile può costare caro, rendendo definitiva una condanna che si sperava di riformare. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2628/2024) offre un importante promemoria sulle rigide regole procedurali che governano le impugnazioni penali, in particolare per le sentenze che condannano al pagamento della sola pena dell’ammenda per una contravvenzione. Questo caso dimostra come un errore nella scelta del mezzo di impugnazione possa portare alla chiusura definitiva del processo, senza neanche entrare nel merito delle questioni sollevate.

I Fatti del Caso: una Condanna per Eccesso di Materiale Infiammabile

La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Siracusa. Un imprenditore era stato ritenuto colpevole dei reati previsti dagli artt. 16 e 20 del D.Lgs. 139/2006 e 679 del codice penale, per aver detenuto un quantitativo di gas liquefatto in bombole (1.915 kg) di gran lunga superiore a quello autorizzato (75 kg). Per questa violazione, era stato condannato al pagamento di un’ammenda di 1.500,00 euro.

La decisione era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello di Catania. Insoddisfatto, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione, lamentando principalmente la mancata concessione della sospensione condizionale della pena.

L’Errore Procedurale che Rende l’Appello Inammissibile

Il punto cruciale della decisione della Cassazione non riguarda il merito della colpevolezza, ma un errore procedurale fondamentale. La Corte Suprema ha rilevato che la sentenza di primo grado, avendo condannato l’imputato alla sola pena pecuniaria dell’ammenda per una contravvenzione, non era appellabile.

Secondo l’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale, le sentenze di condanna per reati contravvenzionali puniti con la sola ammenda possono essere impugnate esclusivamente tramite ricorso per cassazione. Di conseguenza, l’imputato avrebbe dovuto presentare direttamente ricorso alla Suprema Corte, invece di proporre appello.

La Corte di Appello, investita del caso, avrebbe dovuto astenersi dal decidere e limitarsi a riqualificare l’impugnazione come ricorso per cassazione, trasmettendo gli atti alla Corte Suprema. Avendo invece deciso nel merito, la sua sentenza è stata annullata senza rinvio dalla Cassazione.

La Valutazione della Cassazione sull’Appello Riqualificato

Una volta annullata la sentenza d’appello e riqualificata l’impugnazione originaria come ricorso per cassazione, la Suprema Corte ha proceduto a valutarne i motivi, dichiarandoli inammissibili.

### Le Motivazioni

La Corte ha ritenuto il ricorso inammissibile per due ragioni principali. In primo luogo, il motivo relativo all’assoluzione è stato giudicato manifestamente infondato. La difesa sosteneva la validità del certificato di prevenzione incendi, ma la sentenza di primo grado aveva già chiarito che il superamento massiccio del quantitativo di gas autorizzato (da 75 kg a 1.915 kg) imponeva per legge la richiesta di un nuovo certificato, cosa che l’imputato non aveva fatto.

In secondo luogo, il motivo riguardante la mancata concessione delle attenuanti generiche e della sospensione condizionale della pena è stato ritenuto inammissibile per genericità. La difesa non aveva fornito elementi specifici a sostegno della richiesta. Inoltre, e questo è un punto decisivo, la Corte ha evidenziato che la sospensione condizionale non poteva comunque essere concessa. Il Tribunale di Siracusa aveva infatti fatto riferimento a un precedente penale a carico dell’imputato, il che rendeva operativa la preclusione normativa dell’art. 164, secondo comma, del codice penale, che impedisce la concessione del beneficio per la seconda volta.

### Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la scelta del corretto mezzo di impugnazione è un requisito essenziale per la sua ammissibilità. Proporre un appello inammissibile contro una sentenza per una contravvenzione punita con la sola ammenda comporta non solo l’annullamento della decisione d’appello, ma anche la probabile dichiarazione di inammissibilità del ricorso riqualificato, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. Questo caso serve da monito sull’importanza di un’attenta analisi delle norme procedurali, il cui mancato rispetto può vanificare ogni strategia difensiva e rendere definitiva una condanna.

Quando una sentenza di condanna per una contravvenzione non è appellabile?
Secondo l’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale, una sentenza di condanna per una contravvenzione non è appellabile quando è stata applicata la sola pena dell’ammenda. In questi casi, l’unico mezzo di impugnazione consentito è il ricorso per cassazione.

Cosa succede se si propone appello contro una sentenza non appellabile?
Se viene proposto appello contro una sentenza che per legge non è appellabile, il giudice d’appello dovrebbe riqualificare l’impugnazione come ricorso per cassazione e trasmettere gli atti alla Corte di Cassazione. Se, erroneamente, decide nel merito, la sua sentenza verrà annullata dalla Cassazione, la quale procederà a sua volta a riqualificare l’atto e a valutarlo come ricorso.

Perché la richiesta di sospensione condizionale della pena è stata respinta in questo caso?
La richiesta è stata respinta per due motivi: era stata formulata in modo generico, senza fornire elementi specifici a suo sostegno. In ogni caso, era legalmente preclusa perché l’imputato aveva già beneficiato in passato della sospensione condizionale, e la legge (art. 164, comma secondo, cod. pen.) non ne consente una seconda concessione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati