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Appello inammissibile per porto di coltello

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per porto di coltello. L’appello inammissibile è stato rigettato perché i motivi presentati erano generici, ripetitivi di questioni già valutate e miravano a una nuova analisi dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La condanna al pagamento di un’ammenda e delle spese processuali, più un’ulteriore somma alla Cassa delle ammende, è stata confermata.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Inammissibile: la Cassazione sul Porto di Coltello

Con l’ordinanza n. 7910 del 2024, la Corte di Cassazione ha dichiarato un appello inammissibile, confermando la condanna per porto di oggetti atti ad offendere. Questa decisione offre importanti spunti sui limiti del ricorso in sede di legittimità, ribadendo che la Corte non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Analizziamo insieme la vicenda e le ragioni giuridiche alla base della pronuncia.

I Fatti di Causa

Il Tribunale di Paola aveva condannato un individuo alla pena di 1.000 euro di ammenda per il reato previsto dall’art. 4 della legge n. 110 del 1975, ovvero per aver portato con sé un coltello senza un giustificato motivo. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la decisione del giudice di primo grado su tre fronti principali.

I Motivi del Ricorso per Cassazione

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi specifici:

1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Si contestava la sussistenza stessa del reato, ritenendo errata la valutazione del Tribunale.
2. Mancato riconoscimento dell’esimente per particolare tenuità del fatto: Si lamentava la mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che avrebbe escluso la punibilità.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche: Si criticava la decisione del giudice di non concedere le circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto ridurre la pena.

Appello Inammissibile: L’Analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi e li ha ritenuti tutti inammissibili o manifestamente infondati, senza entrare nel merito della questione. Vediamo perché.

La Genericità del Primo Motivo

Il primo motivo è stato considerato una critica generica e fattuale. La Corte ha sottolineato che il Tribunale aveva già analizzato in modo dettagliato le giustificazioni fornite dall’imputato per il possesso del coltello, giudicandole “non solo tardive ma anche inverosimili”. Presentare in Cassazione le stesse argomentazioni, senza individuare vizi logici o giuridici specifici nella sentenza, si traduce in una richiesta di nuova valutazione dei fatti, che è preclusa in sede di legittimità. Il ricorso era, su questo punto, una mera riproposizione di censure già respinte.

La Reiterazione del Secondo Motivo

Anche il secondo motivo, relativo alla particolare tenuità del fatto, è stato giudicato inammissibile. La Corte ha osservato che si trattava di una semplice riproposizione di argomenti già vagliati e motivatamente respinti dal giudice di merito. Quest’ultimo aveva infatti spiegato perché la condotta non potesse essere considerata di minima offensività, tenendo conto delle specifiche circostanze di tempo e di luogo.

La Manifesta Infondatezza del Terzo Motivo sull’Appello Inammissibile

Infine, il terzo motivo sulle attenuanti generiche è stato ritenuto manifestamente infondato. La concessione di tali attenuanti rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui, se la valutazione del giudice è logica e coerente, non è necessario che analizzi ogni singolo parametro dell’art. 133 c.p. per motivare il diniego. Pretendere un riesame di questa valutazione discrezionale significa chiedere alla Corte di sovrapporre il proprio giudizio di merito a quello del Tribunale, cosa non consentita.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha concluso che l’intero ricorso era basato su censure manifestamente infondate o non consentite. I motivi presentati non denunciavano reali violazioni di legge o vizi logici della motivazione, ma si limitavano a criticare la valutazione dei fatti e delle prove compiuta dal Tribunale. Questo tipo di doglianze, che mirano a ottenere una diversa ricostruzione della vicenda, non trova spazio nel giudizio di Cassazione, il cui ruolo è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione, non di riesaminare il merito della causa.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione non è un terzo grado di giudizio. Per avere successo, un ricorso deve evidenziare specifici errori di diritto o palesi illogicità nella motivazione della sentenza impugnata. È inutile riproporre le stesse argomentazioni di fatto già respinte nei gradi precedenti. La decisione di dichiarare l’appello inammissibile comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, a dimostrazione delle conseguenze negative di un ricorso presentato senza validi presupposti giuridici.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano manifestamente infondati, generici e ripetitivi di argomenti già correttamente valutati e respinti dal giudice di merito. Invece di denunciare vizi di legittimità, il ricorso tentava di ottenere una nuova valutazione dei fatti, attività non consentita alla Corte di Cassazione.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare le prove o ricostruire i fatti. Il suo compito è quello di giudice di legittimità, ovvero verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio, senza entrare nel merito della valutazione fattuale.

La mancata concessione delle attenuanti generiche può essere sempre contestata in Cassazione?
No, la decisione di concedere o negare le attenuanti generiche è un potere discrezionale del giudice di merito. Può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione è totalmente assente, palesemente illogica o contraddittoria, ma non se il ricorrente si limita a chiedere una diversa valutazione, più favorevole, degli elementi già considerati dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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