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Appello inammissibile: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un appello inammissibile, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’ordinanza chiarisce che la valutazione sull’entità della pena, se adeguatamente motivata dal giudice di merito, non può essere riesaminata in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una porta aperta a qualsiasi tipo di contestazione. Un recente provvedimento ha ribadito un principio fondamentale: quando le motivazioni della sentenza impugnata sono logiche e sufficienti, il ricorso rischia di essere dichiarato un appello inammissibile. Questo significa che la Corte non entra nemmeno nel merito della questione, confermando di fatto la decisione precedente e addebitando al ricorrente le spese. Analizziamo insieme i dettagli di questa ordinanza per comprendere meglio i limiti del giudizio di legittimità.

Il Contesto del Ricorso: la Contestazione sulla Pena

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bari. Il ricorrente contestava principalmente il trattamento punitivo ricevuto, ovvero l’entità della pena inflitta. Le sue doglianze si concentravano sulla presunta inadeguatezza della motivazione fornita dai giudici d’appello in relazione ai criteri stabiliti dall’articolo 133 del codice penale, che guida il giudice nella commisurazione della pena.

Secondo la difesa, la Corte d’Appello non avrebbe giustificato in modo adeguato la congruità della sanzione applicata. Questo tipo di critica è comune nei ricorsi, ma per avere successo in Cassazione deve superare un vaglio molto rigoroso.

La Decisione della Corte: un Appello Inammissibile

La Suprema Corte, con l’ordinanza in commento, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non significa che la Corte abbia ritenuto la pena ‘giusta’ o ‘sbagliata’ nel merito, ma semplicemente che i motivi del ricorso non erano idonei a essere discussi in quella sede. La Cassazione, infatti, non è un terzo grado di giudizio dove si possono riproporre le stesse valutazioni di fatto già esaminate in primo e secondo grado.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali. In primo luogo, ha stabilito che le censure relative alla violazione dell’art. 133 c.p. erano inammissibili. In secondo luogo, ha evidenziato come la motivazione della sentenza impugnata fosse non solo presente, ma anche ‘sufficiente e non illogica’. I giudici di legittimità hanno specificato che la Corte d’Appello aveva condotto un ‘adeguato esame delle deduzioni difensive’, come si poteva evincere dalla lettura della sentenza di secondo grado. Di fronte a una motivazione immune da vizi logici o giuridici, la Cassazione non ha il potere di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito sul quantum della pena.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questo provvedimento ribadisce un principio cruciale: il ricorso per Cassazione può avere successo solo se si denunciano vizi di legittimità, come una motivazione mancante, palesemente illogica o contraddittoria. Criticare genericamente l’entità della pena, quando il giudice di merito ha fornito una giustificazione coerente, si traduce quasi inevitabilmente in un appello inammissibile.

Le conseguenze pratiche sono severe: il ricorrente non solo vede confermata la condanna, ma viene anche obbligato a pagare le spese processuali e a versare una somma significativa (in questo caso, tremila euro) alla Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito sull’importanza di calibrare attentamente i motivi di un ricorso in Cassazione, concentrandosi su reali errori di diritto piuttosto che su una nuova valutazione del merito della vicenda.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le censure sollevate non riguardano vizi di legittimità (come una motivazione mancante o illogica), ma mirano a una nuova valutazione del merito dei fatti, oppure quando la motivazione della sentenza impugnata è ritenuta sufficiente, logica e adeguata.

È possibile contestare in Cassazione l’entità della pena decisa dal giudice?
È possibile solo se la motivazione del giudice di merito sulla determinazione della pena è completamente assente, manifestamente illogica o contraddittoria. Se la motivazione, pur sintetica, è coerente e sufficiente, la Cassazione non può riesaminare la congruità della pena, poiché tale valutazione rientra nella discrezionalità del giudice di merito.

Quali sono le conseguenze di un appello inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come nel caso di specie, dove è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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