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Appello inammissibile: la Cassazione e le conseguenze

Un soggetto condannato a una multa per percosse ha presentato un appello, rivelatosi inammissibile, contestando solo l’entità della pena e il mancato riconoscimento di attenuanti. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, confermando che la sanzione rientrava nei limiti legali e che il diniego delle attenuanti era legittimo. L’esito è stato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di un’ulteriore somma alla cassa delle ammende.

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Pubblicato il 10 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Inammissibile: Quando Impugnare una Sentenza Costa Caro

Presentare un appello inammissibile può avere conseguenze ben più gravose della semplice conferma della sentenza di primo grado. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Sentenza n. 13600/2024) offre un chiaro esempio di come un’impugnazione errata o infondata possa tradursi non solo in una sconfitta processuale, ma anche in sanzioni economiche aggiuntive per l’imputato. Il caso analizza la vicenda di un uomo condannato per percosse che, contestando unicamente l’entità della pena, ha visto il suo ricorso respinto e si è trovato a dover pagare una somma ulteriore alla cassa delle ammende.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna del Giudice di Pace all’Errore Processuale

La vicenda ha origine da una sentenza del Giudice di pace di Napoli, che aveva condannato un uomo alla pena di 600,00 euro di multa per il reato di percosse ai danni di un’altra persona. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di impugnare la decisione, ma commetteva un errore strategico e procedurale. L’appello, infatti, era diretto al Tribunale e contestava esclusivamente due aspetti:

1. L’entità della pena, ritenuta eccessiva rispetto al limite massimo previsto dalla legge.
2. Il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, considerato incoerente con la scarsa offensività del fatto e lo stato di incensuratezza dell’imputato.

Il Percorso Giudiziario e l’Appello Inammissibile

Il Tribunale di Napoli, ricevendo l’atto, rilevava correttamente la propria incompetenza. La legge processuale penale stabilisce che avverso le sentenze del Giudice di pace che applicano la sola pena pecuniaria, l’unico mezzo di impugnazione è il ricorso per cassazione. Di fronte a un mezzo di gravame diverso da quello prescritto (in questo caso un appello anziché un ricorso), il giudice che riceve l’atto deve trasmetterlo al giudice competente, come previsto dall’art. 568, comma 5, del codice di procedura penale. Così, il fascicolo è approdato direttamente alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’impugnazione inammissibile, ritenendo entrambi i motivi di ricorso manifestamente infondati. Questa decisione ha comportato conseguenze significative per il ricorrente.

La Manifesta Infondatezza dei Motivi

I giudici di legittimità hanno smontato rapidamente le argomentazioni difensive:

* Sulla pena: Il primo motivo è stato giudicato infondato perché la multa di 600,00 euro rientrava pienamente nei limiti edittali stabiliti dagli articoli 581 c.p. e 52, comma 2, del D.Lgs. 274/2000 per il reato di percosse di competenza del Giudice di pace.
* Sulle attenuanti generiche: Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui, per negare le attenuanti generiche, è sufficiente che il giudice di merito faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi nel caso specifico, cosa che era avvenuta nella sentenza impugnata.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato la sua decisione sulla base di principi procedurali e sostanziali ben consolidati. In primo luogo, ha confermato la correttezza della procedura seguita dal Tribunale nel trasmettere gli atti, in applicazione del principio di conversione del mezzo di impugnazione errato. Nel merito, la manifesta infondatezza dei motivi ha reso l’appello inammissibile, impedendo qualsiasi discussione sul quantum della pena. La decisione sottolinea come il ricorso in Cassazione non possa essere utilizzato per ottenere una nuova valutazione dei fatti, ma solo per contestare vizi di legittimità, che in questo caso erano del tutto assenti. Inoltre, la Corte ha chiarito la posizione della parte civile: non avendo l’imputato contestato le statuizioni civili, la parte civile non aveva un interesse concreto nel giudizio di Cassazione e, pertanto, non le spettava la rifusione delle spese processuali, nonostante l’esito sfavorevole al ricorrente.

Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti lezioni pratiche. La prima riguarda la necessità di scegliere correttamente il mezzo di impugnazione: un errore può portare alla trasmissione degli atti a un giudice diverso, con tempi e costi differenti. La seconda, più sostanziale, è che un’impugnazione basata su motivi manifestamente infondati non solo è destinata al fallimento, ma espone il ricorrente a sanzioni pecuniarie aggiuntive, come la condanna al pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende (in questo caso, ben 3.000,00 euro). Impugnare una sentenza è un diritto, ma va esercitato con cognizione di causa e sulla base di argomentazioni giuridicamente solide, per evitare che si trasformi in un boomerang economico e processuale.

Cosa succede se si presenta un tipo di impugnazione sbagliato contro una sentenza penale?
Secondo l’articolo 568, comma 5, del codice di procedura penale, se una parte presenta un mezzo di impugnazione diverso da quello previsto dalla legge, il giudice che lo riceve non lo dichiara inammissibile ma lo trasmette d’ufficio al giudice competente.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano ‘manifestamente infondati’. La pena di 600 euro era pienamente nei limiti di legge per il reato contestato e il diniego delle attenuanti generiche era stato sufficientemente motivato dal giudice di primo grado.

Perché alla parte civile non sono state rimborsate le spese legali in questo caso?
Alla parte civile non sono state liquidate le spese perché il ricorso dell’imputato riguardava esclusivamente il trattamento sanzionatorio (la pena) e non le statuizioni civili (il risarcimento del danno). Di conseguenza, la parte civile non aveva un interesse giuridico a partecipare al giudizio di Cassazione, e non ha quindi diritto alla rifusione delle spese.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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