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Appello in Cassazione: i limiti dei motivi nuovi

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso per furto. Il motivo? La questione sul bilanciamento tra attenuanti e recidiva non era stata sollevata nei motivi di appello, rendendo impossibile la sua valutazione in sede di legittimità. L’appello in Cassazione non può introdurre doglianze nuove.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello in Cassazione: Perché i Motivi Nuovi non sono Ammessi

L’appello in cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma i suoi confini sono rigorosamente definiti. Non è una terza istanza per riesaminare i fatti, bensì un controllo sulla corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda un principio fondamentale: non si possono introdurre in questa sede motivi di ricorso che non siano stati precedentemente sottoposti al vaglio della Corte d’Appello. Analizziamo insieme il caso e le sue importanti implicazioni procedurali.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una condanna per il reato di furto, pronunciata dal Tribunale di primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato condannato a una pena di quattro mesi di reclusione e 120 euro di multa. Insoddisfatto della decisione, l’imputato, tramite il suo difensore, decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

L’Appello in Cassazione e le Ragioni del Ricorrente

Il ricorrente basa il suo appello in cassazione su un unico motivo: l’erronea applicazione delle norme relative al bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti (art. 69 cod. pen.). Nello specifico, la difesa sosteneva che la Corte d’Appello avrebbe dovuto riconsiderare il rapporto tra l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4 cod. pen.) e la contestata recidiva qualificata.

A supporto della sua tesi, veniva richiamata una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 141/2023), che aveva dichiarato parzialmente illegittimo l’art. 69, comma 4, del codice penale. Tale norma, prima della pronuncia, vietava al giudice di considerare prevalente l’attenuante del danno di speciale tenuità sulla recidiva reiterata. La difesa, quindi, chiedeva alla Cassazione di applicare questo nuovo principio al suo caso.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nonostante l’interessante richiamo alla giurisprudenza costituzionale, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione è puramente processuale, ma di importanza cruciale. Gli Ermellini hanno evidenziato come la specifica doglianza relativa al giudizio di prevalenza tra l’attenuante del danno di speciale tenuità e la recidiva non fosse mai stata sollevata con l’atto di appello.

In quella sede, l’imputato si era limitato a contestare genericamente l’applicazione della recidiva e a chiedere la concessione delle attenuanti generiche. Non aveva, però, mai formulato una questione specifica sul bilanciamento tra l’attenuante del danno di lieve entità e la recidiva.

La Corte ha ribadito che i poteri di cognizione del giudice di legittimità sono delimitati dai motivi proposti nel ricorso (art. 609, comma 1, cod. proc. pen.), i quali devono essere gli stessi sollevati nel grado precedente. L’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale è chiaro: non possono essere dedotte in Cassazione questioni non prospettate nei motivi di appello, a meno che non si tratti di questioni rilevabili d’ufficio o che non era possibile sollevare prima. In questo caso, la questione poteva e doveva essere sollevata nel giudizio di secondo grado.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito fondamentale per la pratica legale. Sottolinea l’importanza di strutturare gli atti di impugnazione, sin dal primo grado di appello, in modo completo e specifico. Ogni potenziale motivo di doglianza deve essere esplicitato chiaramente, poiché le omissioni non potranno essere sanate nel successivo giudizio di legittimità. L’effetto devolutivo dell’appello, infatti, circoscrive l’esame del giudice superiore solo ai punti della sentenza che sono stati oggetto di specifica critica. Tralasciare un argomento in appello significa, nella maggior parte dei casi, perderlo per sempre.

È possibile presentare in Cassazione un motivo di ricorso non discusso in Corte d’Appello?
No, di regola non è possibile. La Corte di Cassazione può esaminare solo le questioni già sollevate nei motivi di appello, a meno che non si tratti di questioni rilevabili d’ufficio in ogni stato e grado del processo o che non potevano essere dedotte prima.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché la specifica questione sul giudizio di prevalenza tra l’attenuante del danno di speciale tenuità e la recidiva qualificata non era stata inclusa nei motivi presentati alla Corte d’Appello.

Qual è la conseguenza dell’inammissibilità del ricorso?
La conseguenza è che la Corte non esamina il merito della questione. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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