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Appello in assenza: la Cassazione e il mandato specifico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10200/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per riciclaggio. La decisione si fonda sulla nuova disciplina dell’appello in assenza introdotta dalla Riforma Cartabia, che richiede un mandato specifico rilasciato al difensore dopo la sentenza. La Corte ha ritenuto che tale requisito non fosse stato soddisfatto, sottolineando come la norma miri a garantire che l’impugnazione sia frutto di una scelta consapevole dell’imputato assente. Ha inoltre giudicato manifestamente infondati i motivi di merito relativi a un’aggravante e alle attenuanti generiche.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello in Assenza: La Cassazione e il Mandato Specifico Post-Riforma

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 10200 del 2024, ha riaffermato la rigidità dei nuovi requisiti procedurali per l’appello in assenza, introdotti dalla Riforma Cartabia. Il caso, relativo a una condanna per riciclaggio, si è concluso con una declaratoria di inammissibilità del ricorso, non per ragioni di merito, ma per la mancanza di un adempimento formale diventato cruciale: il mandato specifico ad impugnare rilasciato dopo la sentenza. Questa decisione offre un importante chiarimento sulle nuove regole che governano le impugnazioni penali.

I Fatti del Caso: dalla Condanna per Riciclaggio al Ricorso in Cassazione

Il procedimento trae origine da una condanna per il reato di riciclaggio emessa nel 2016 dal GUP del Tribunale etneo. La Corte d’Appello di Catania, nel 2023, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato, condannandolo a una pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione e 2.000 euro di multa. Contro questa decisione, il difensore ha proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la violazione di legge sull’applicazione di una circostanza aggravante e la mancata concessione delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte: l’Appello in Assenza è Inammissibile

La Suprema Corte, prima ancora di analizzare il merito delle censure, ha dichiarato il ricorso inammissibile per una ragione procedurale preliminare, legata alle novità introdotte dal D.Lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia).

Il Nuovo Art. 581 c.p.p. e l’Obbligo del Mandato Specifico

Il fulcro della decisione risiede nell’applicazione del nuovo comma 1-quater dell’articolo 581 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, nel caso di un imputato giudicato in assenza, l’atto di impugnazione presentato dal difensore deve essere accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato ad impugnare. Tale mandato deve essere rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza e deve contenere anche la dichiarazione o elezione di domicilio.

Nel caso di specie, la sentenza d’appello era stata emessa dopo l’entrata in vigore della riforma, ma il difensore non aveva depositato il suddetto mandato specifico. Questo adempimento è stato ritenuto essenziale dalla Corte.

Le Ragioni della Riforma e l’importanza dell’appello in assenza

I giudici hanno spiegato la logica dietro questa nuova regola. L’obiettivo del legislatore è garantire che l’impugnazione, specialmente quando l’imputato è stato assente nel precedente grado di giudizio, sia il risultato di una scelta consapevole, ponderata e personale della parte. Il mandato post-sentenza serve a creare un “collegamento” reale tra l’imputato e il processo a suo carico, assicurando che sia stato effettivamente informato della condanna e che abbia manifestato la volontà di contestarla.

le motivazioni

Pur dichiarando il ricorso inammissibile in via pregiudiziale, la Cassazione ha comunque qualificato come manifestamente infondati anche i motivi di merito sollevati dalla difesa.

In primo luogo, riguardo alla contestata aggravante dell’esposizione alla pubblica fede (legata al furto del veicolo poi riciclato), la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato. La circostanza che il proprietario del veicolo avesse lasciato le chiavi inserite nel cruscotto non esclude l’aggravante, poiché questa non presuppone l’adozione di specifiche misure di difesa da parte della vittima.

In secondo luogo, la Corte ha ritenuto corretta la decisione dei giudici d’appello di negare le circostanze attenuanti generiche. Tale diniego era stato motivato sulla base dei numerosi precedenti penali dell’imputato, anche per reati specifici, che rendevano il beneficio immeritato.

le conclusioni

La sentenza in esame costituisce un monito fondamentale per gli operatori del diritto. Le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia in tema di impugnazioni, in particolare per l’appello in assenza, non sono mere formalità. La mancanza del mandato specifico, rilasciato dopo la decisione e contenente l’elezione di domicilio, comporta la sanzione più grave: l’inammissibilità, che preclude ogni discussione sul merito della vicenda. La decisione rafforza l’idea che l’impugnazione debba essere un atto personalissimo e consapevole, soprattutto per chi non ha partecipato attivamente al processo.

Cosa richiede la Riforma Cartabia per presentare un appello per un imputato assente?
La legge richiede che l’atto di impugnazione del difensore sia accompagnato, a pena di inammissibilità, da uno specifico mandato a impugnare. Questo mandato deve essere stato rilasciato dall’imputato dopo la pronuncia della sentenza e deve contenere la dichiarazione o elezione di domicilio ai fini delle notificazioni.

Lasciare le chiavi inserite in un’auto parcheggiata in strada esclude l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede in caso di furto?
No. Secondo la giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, la negligenza del proprietario, come lasciare le chiavi sul veicolo, non ha rilevanza per la sussistenza dell’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede, poiché questa non presuppone la predisposizione di un qualsiasi mezzo di difesa.

Qual è la conseguenza della mancanza del mandato specifico ad impugnare per un imputato assente?
La conseguenza è l’inammissibilità dell’impugnazione. Ciò significa che il giudice non può esaminare le ragioni di merito del ricorso, che viene quindi respinto per un vizio procedurale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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