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Appello cautelare: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13641/2024, dichiara inammissibile un ricorso contro una misura cautelare. La decisione si fonda su due principi cardine: dopo una condanna per gli stessi fatti, non è possibile rivalutare i gravi indizi di colpevolezza nell’ambito dell’appello cautelare, salvo nuovi elementi. Inoltre, le nuove formalità di appello introdotte dalla Riforma Cartabia non si applicano al procedimento di appello cautelare.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Cautelare: Limiti e Inammissibilità alla Luce della Riforma Cartabia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 13641/2024) offre importanti chiarimenti sulla disciplina dell’appello cautelare, il procedimento con cui si contesta una misura restrittiva della libertà personale. La pronuncia si sofferma su due aspetti cruciali: l’impatto di una sentenza di condanna sulla possibilità di riesaminare gli indizi e l’applicabilità delle nuove norme procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni pratiche.

Il Contesto Processuale del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dal ricorso presentato da un imputato, sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora in relazione al reato di tentato furto in abitazione. L’imputato aveva richiesto la revoca o l’attenuazione della misura, ma la sua istanza era stata respinta sia dalla Corte d’Appello sia, successivamente, dal Tribunale del riesame.

Contro quest’ultima decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari. Con motivi aggiuntivi, la difesa ha inoltre sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo alle nuove formalità previste per l’impugnazione dalla Riforma Cartabia.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’Appello Cautelare

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile, basando la propria decisione su argomentazioni nette e in linea con un orientamento giurisprudenziale consolidato.

L’Impatto della Sentenza di Condanna sull’Appello Cautelare

Il primo e fondamentale motivo di inammissibilità riguarda la rivalutazione dei gravi indizi di colpevolezza. La Corte ha ribadito un principio cardine: la sopravvenienza di una sentenza di condanna (in questo caso, sia in primo grado che in appello) per gli stessi fatti oggetto della misura cautelare preclude al giudice dell’impugnazione ‘de libertate’ una nuova valutazione della gravità indiziaria.

In sostanza, una volta che un giudice ha ritenuto provata la colpevolezza dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio, non è più possibile, in sede di appello cautelare, rimettere in discussione l’esistenza di ‘gravi indizi’. Tale valutazione è ormai ‘cristallizzata’ dalla sentenza di condanna. L’unica eccezione si verifica in presenza di elementi di fatto nuovi o di una diversa contestazione, circostanze non riscontrate nel caso di specie.

La Genericità dei Motivi sulle Esigenze Cautelari

Anche le doglianze relative alle esigenze cautelari sono state giudicate inammissibili. La Corte ha osservato come i motivi del ricorso fossero del tutto generici e fattuali. La difesa non si è confrontata in modo specifico con l’articolata motivazione del giudice precedente, il quale aveva evidenziato la professionalità criminale, l’assenza di fissa dimora e di redditi leciti, e l’uso di documenti contraffatti come elementi a sostegno del pericolo di recidiva.

Riforma Cartabia e Appello Cautelare: una Questione Irrilevante

Un punto di particolare interesse della sentenza riguarda la questione di legittimità costituzionale sollevata in merito alle nuove formalità introdotte dal d.lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia). Nello specifico, si faceva riferimento all’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale, che impongono nuovi oneri per la presentazione dell’appello.

La Cassazione ha liquidato la questione come irrilevante e manifestamente infondata.

* Irrilevante: perché, come già stabilito da precedente giurisprudenza, tali nuove disposizioni si applicano al giudizio di appello ordinario e non sono estensibili per analogia al procedimento di appello cautelare. Quest’ultimo ha natura e finalità differenti, che richiedono una trattazione più snella e rapida.
* Manifestamente infondata: perché, anche se fosse applicabile, la norma non sarebbe incostituzionale. Rappresenta infatti una scelta legislativa ragionevole, volta a garantire che l’impugnazione sia frutto di una decisione ponderata e personale dell’imputato.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la dichiarazione di inammissibilità sottolineando come l’esistenza di una condanna di merito assorba e superi la valutazione prognostica tipica della fase cautelare sui gravi indizi di colpevolezza. Il ricorso, per essere ammissibile, avrebbe dovuto concentrarsi su elementi nuovi e concreti, non su una generica rilettura dei fatti già vagliati dai giudici del merito. Inoltre, la Corte ha riaffermato il principio di stretta interpretazione delle norme processuali: le nuove formalità previste dalla Riforma Cartabia per l’appello non possono essere applicate analogicamente a un procedimento speciale e autonomo come l’appello cautelare, che risponde a logiche di celerità e specificità.

Le Conclusioni

La sentenza consolida due importanti principi procedurali. In primo luogo, dopo una sentenza di condanna, le possibilità di contestare una misura cautelare basandosi sulla presunta insussistenza degli indizi si riducono drasticamente. L’attenzione della difesa deve necessariamente spostarsi su eventuali fatti sopravvenuti o su vizi logico-giuridici specifici della decisione cautelare. In secondo luogo, viene tracciato un confine netto tra le impugnazioni ordinarie e quelle cautelari, escludendo che gli aggravi procedurali introdotti dalla Riforma Cartabia per le prime possano estendersi alle seconde, salvaguardando così la specificità e la celerità del sistema di tutela della libertà personale.

È possibile contestare i gravi indizi di colpevolezza in un appello cautelare dopo essere stati condannati per lo stesso reato?
No, secondo la sentenza, la sopravvenienza di una sentenza di condanna per gli stessi fatti preclude al giudice dell’appello cautelare la possibilità di rivalutare la gravità indiziaria, a meno che non emergano nuovi elementi di fatto o una diversa contestazione.

Le nuove formalità per l’appello introdotte dalla Riforma Cartabia (art. 581, comma 1-ter c.p.p.) si applicano anche all’appello cautelare?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che tali adempimenti non si applicano all’appello cautelare, poiché si tratta di una disposizione di stretta interpretazione non estensibile per analogia a questo tipo di impugnazione.

Cosa succede se i motivi di un ricorso in Cassazione sono ritenuti generici?
Se i motivi sono generici e non si confrontano specificamente con la motivazione del provvedimento impugnato, il ricorso viene dichiarato inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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