LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Appello cautelare: Produrre nuovi atti è possibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre indagati contro misure cautelari per furto. Il caso verteva sull’ammissibilità di una querela prodotta per la prima volta in sede di appello cautelare. La Corte ha confermato che la produzione di nuovi elementi, inclusa la querela, è consentita in tale fase. Ha inoltre stabilito che la valutazione del pericolo di recidiva era correttamente fondata su fatti concreti (un reato identico commesso due mesi prima) e non sulla sola gravità astratta del delitto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appello Cautelare: La Cassazione sulla Produzione di Nuovi Atti

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale relativa all’appello cautelare, chiarendo i limiti e le possibilità di produrre nuovi elementi probatori in tale sede. La decisione scaturisce da un caso di furto di materiale inerte, ma i principi affermati hanno una valenza generale per la gestione delle misure cautelari nel processo penale. Vediamo nel dettaglio i fatti e le conclusioni dei giudici di legittimità.

I Fatti del Caso: Furto di Materiale Inerte e la Querela Tardiva

Tre individui venivano indagati per il furto di materiale inerte prelevato abusivamente dal greto di un torrente. Il Pubblico Ministero richiedeva l’applicazione di misure cautelari. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), pur ravvisando la gravità dei fatti, respingeva la richiesta per il delitto di furto, poiché mancava la querela della persona offesa, condizione di procedibilità ritenuta necessaria.

Il PM proponeva appello avverso tale decisione e, nel corso dell’udienza davanti al Tribunale della Libertà, depositava l’atto di querela, nel frattempo sporta da un funzionario della Città metropolitana. Il Tribunale, accogliendo l’appello, riteneva la querela tempestiva e utilizzabile, applicando agli indagati misure cautelari quali gli arresti domiciliari e il divieto di dimora.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Gli indagati, attraverso i loro difensori, presentavano ricorso in Cassazione basato su due motivi principali:

1. Mancanza di motivazione: Sostenevano che il Tribunale non avesse adeguatamente giustificato la decisione di ritenere ammissibile e utilizzabile la querela prodotta solo in sede di appello, citando giurisprudenza non pertinente al caso.
2. Violazione di legge: Contestavano la valutazione sulle esigenze cautelari, affermando che il Tribunale non avesse tenuto conto degli elementi difensivi e avesse basato il pericolo di recidiva esclusivamente sulla gravità astratta del reato, senza considerare il tempo trascorso dai fatti e dai precedenti penali di uno degli indagati.

L’Analisi della Corte di Cassazione sull’Appello Cautelare

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i motivi di ricorso inammissibili, confermando la decisione del Tribunale della Libertà con argomentazioni precise.

Sull’Ammissibilità della Querela Tardiva

Sul primo punto, la Cassazione ha ritenuto la motivazione del Tribunale ampia e corretta. È stato ribadito un principio consolidato: nel procedimento di appello cautelare è ammessa la produzione di atti ed elementi nuovi. Tra questi rientra a pieno titolo anche una condizione di procedibilità come la querela. La produzione in udienza, avvenuta nel pieno contraddittorio tra le parti, non lede alcun diritto di difesa. Il ricorso degli indagati è stato giudicato generico perché non si confrontava con questa specifica e logica argomentazione.

Sulla Valutazione del Pericolo di Recidiva

Anche il secondo motivo è stato respinto. La Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. Il Tribunale non aveva basato la sua decisione sulla gravità astratta del reato, ma su elementi concreti e attuali:

* Il fatto che i tre indagati avessero commesso un furto identico su terreni vicini solo due mesi prima.
* I numerosi precedenti penali, anche specifici, a carico di uno degli indagati.

Questa valutazione, secondo la Cassazione, dimostrava un pericolo di recidiva concreto, rendendo la tesi difensiva (basata sul breve tempo trascorso senza altre violazioni) recessiva. Il ricorso, anche in questo caso, non affrontava la reale motivazione del provvedimento, limitandosi a proporre una diversa valutazione dei fatti, inammissibile in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché manifestamente infondati e generici. La decisione del Tribunale della Libertà è stata considerata immune da vizi logici o giuridici. La motivazione sull’ammissibilità della querela prodotta in appello era solida e in linea con la giurisprudenza di legittimità, che riconosce al giudice dell’appello cautelare il potere di valutare elementi nuovi. Allo stesso modo, la motivazione sul pericolo di recidiva era ancorata a circostanze fattuali specifiche e non a presunzioni astratte, rendendo l’impugnazione un mero tentativo di riesame del merito, precluso in Cassazione.

Le Conclusioni

Questa sentenza rafforza due importanti principi di procedura penale. In primo luogo, conferma l’ampia facoltà del giudice dell’appello cautelare di acquisire e valutare elementi nuovi, anche se sopravvenuti al momento dell’impugnazione, purché nel rispetto del contraddittorio. In secondo luogo, ribadisce che la valutazione delle esigenze cautelari, e in particolare del pericolo di recidiva, deve fondarsi su un’analisi concreta e attuale dei fatti e della personalità dell’indagato. Un ricorso in Cassazione che non si confronta specificamente con tali motivazioni, ma si limita a criticarle genericamente, è destinato all’inammissibilità.

È possibile presentare un atto di querela per la prima volta durante l’udienza di un appello cautelare?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che nel giudizio di appello cautelare è ammissibile la produzione di atti ed elementi nuovi, inclusa una condizione di procedibilità come la querela, a condizione che avvenga nel rispetto del contraddittorio tra le parti.

La valutazione del pericolo di recidiva può basarsi solo sulla gravità del reato contestato?
No. La sentenza chiarisce che il pericolo di reiterazione del reato deve essere attuale e concreto. Nel caso di specie, è stato correttamente desunto non dalla gravità astratta del furto, ma da elementi specifici come la commissione di un reato identico due mesi prima e i precedenti penali di uno degli indagati.

Cosa succede quando un ricorso per cassazione non si confronta specificamente con la motivazione del provvedimento impugnato?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile per genericità o aspecificità. Per essere ammissibile, il ricorso deve contestare puntualmente le argomentazioni logico-giuridiche della decisione impugnata, non potendosi limitare a proporre una diversa interpretazione dei fatti o a sollevare critiche generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati