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Annullamento senza rinvio: Cassazione e reati

La Corte di Cassazione ha esaminato i ricorsi di tre imputati condannati per rapina e furto. La Corte ha disposto l’annullamento senza rinvio per uno dei capi di imputazione a causa dell’estinzione del reato per remissione della querela, eliminando il relativo aumento di pena. Gli altri motivi di ricorso, inclusa la presunta violazione del divieto di reformatio in peius, sono stati dichiarati inammissibili per infondatezza o genericità.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Annullamento senza rinvio: la Cassazione chiarisce i limiti del giudizio di appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Seconda Penale, offre importanti spunti di riflessione su diversi istituti del diritto e della procedura penale. Il caso in esame riguarda i ricorsi presentati da tre imputati contro una sentenza della Corte di appello che li aveva condannati per reati di rapina e furto aggravato. La decisione finale della Suprema Corte, che combina un annullamento senza rinvio parziale con la dichiarazione di inammissibilità per gli altri motivi, delinea con chiarezza i confini del giudizio di legittimità e i poteri del giudice.

I Fatti del Processo: Rapina e Furti Aggravati

Il procedimento trae origine da una sentenza di primo grado che aveva condannato tre soggetti per una serie di reati contro il patrimonio, specificamente rapina e furti aggravati. La Corte di appello, pur riformando parzialmente la prima decisione, aveva sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio e le condanne. Contro questa sentenza, gli imputati hanno proposto ricorso per cassazione, sollevando diverse questioni di legittimità.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

I ricorsi presentati vertevano su molteplici aspetti. Un imputato, in particolare, lamentava:

1. Violazione del divieto di reformatio in peius: Sosteneva che la Corte di appello avesse peggiorato la sua posizione, valorizzando una sentenza successiva al primo grado per giustificare un giudizio di equivalenza tra circostanze aggravanti e attenuanti, anziché di prevalenza di queste ultime.
2. Vizio di motivazione sul bilanciamento delle circostanze: La difesa riteneva carente la motivazione sulla mancata prevalenza delle attenuanti generiche e del risarcimento del danno.
3. Disparità di trattamento: Evidenziava una presunta ingiusta differenza sanzionatoria rispetto agli altri coimputati.

Gli altri due ricorrenti, con un atto congiunto, contestavano vizi procedurali, tra cui il mancato rinvio dell’udienza per legittimo impedimento di un imputato e la presunta invalidità delle querele per due dei furti contestati.

La Decisione della Corte: Annullamento senza rinvio e Inammissibilità

La Corte di Cassazione ha adottato una decisione articolata. In via preliminare, ha rilevato che per uno dei reati di furto (capo C), contestato a due degli imputati, era intervenuta la remissione della querela da parte della persona offesa, con accettazione da parte dei ricorrenti. Questo fatto ha portato all’estinzione del reato.

Di conseguenza, la Corte ha pronunciato un annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente a questo capo, eliminando per entrambi gli imputati il relativo aumento di pena inflitto per la continuazione (pari a tre mesi e dieci giorni di reclusione e 200 euro di multa).

Per tutte le altre doglianze, i ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché manifestamente infondati, generici o non consentiti.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha smontato punto per punto i motivi di ricorso ritenuti inammissibili.

Sul Divieto di Reformatio in Peius

La Corte ha chiarito che non vi è stata alcuna violazione dell’art. 597, comma 3, c.p.p. La pena finale inflitta all’imputato non era superiore a quella del primo grado, né erano stati modificati in senso peggiorativo i passaggi intermedi del calcolo. Il riferimento della Corte di appello a una sentenza successiva, seppur inappropriato, non ha inficiato la decisione, poiché questa si basava su altri elementi decisivi e correttamente motivati, come la gravità oggettiva dei fatti e il ruolo preminente dell’imputato nell’ideazione ed esecuzione del reato principale.

Sul Bilanciamento delle Circostanze e la Determinazione della Pena

Il ricorso è stato giudicato generico. La Corte di appello aveva adeguatamente motivato il giudizio di equivalenza tra le circostanze, sottolineando la sussistenza di tutte le aggravanti del reato di rapina. La giurisprudenza di legittimità è concorde nel ritenere che la graduazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito, il cui operato è insindacabile in Cassazione se, come in questo caso, non è frutto di arbitrio ma è sorretto da una motivazione logica e coerente con i principi degli artt. 132 e 133 c.p.

Sugli Altri Motivi

Le censure relative al legittimo impedimento sono state respinte perché la Corte di appello aveva correttamente motivato che un ricovero volontario per disintossicazione non costituisce un impedimento assoluto a comparire. Le questioni sulla validità delle querele sono state dichiarate inammissibili perché non erano state sollevate con l’atto di appello e, pertanto, non potevano essere proposte per la prima volta in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce principi consolidati e offre importanti lezioni pratiche. In primo luogo, l’annullamento senza rinvio si conferma uno strumento cruciale con cui la Cassazione può definire immediatamente una parte del giudizio quando sopravvengono cause di estinzione del reato, come la remissione di querela, che non richiedono ulteriori accertamenti di fatto. In secondo luogo, emerge la rigorosa valutazione della Corte sui motivi di ricorso: non basta lamentare un vizio, ma è necessario confrontarsi specificamente con le ragioni della decisione impugnata, pena l’inammissibilità. Infine, viene confermata l’ampia discrezionalità del giudice di merito nella valutazione delle circostanze e nella commisurazione della pena, a patto che la sua decisione sia supportata da una motivazione congrua e non palesemente illogica.

In quali casi la Corte di Cassazione decide per un annullamento senza rinvio?
La Corte di Cassazione dispone un annullamento senza rinvio quando può decidere la causa nel merito senza che siano necessari ulteriori accertamenti di fatto. Nel caso di specie, ciò è avvenuto perché il reato si è estinto per remissione della querela, una circostanza che ha permesso alla Corte di eliminare direttamente la relativa pena senza dover rimandare il processo a un altro giudice.

La motivazione di una sentenza di appello può essere peggiorativa senza violare il divieto di reformatio in peius?
Sì, secondo la sentenza, non si ha violazione del divieto di reformatio in peius se la pena finale non è superiore a quella del primo grado e non sono stati peggiorati i segmenti intermedi del calcolo. L’introduzione di elementi argomentativi nuovi o diversi non è di per sé sufficiente a integrare la violazione, se la decisione finale non produce un effetto concreto negativo per l’imputato.

È possibile sollevare per la prima volta in Cassazione motivi non presentati in appello?
No, la sentenza conferma che i motivi di ricorso non proposti con l’atto di appello non possono essere sollevati per la prima volta in sede di legittimità. Nel caso specifico, le censure relative alla validità delle querele sono state dichiarate inammissibili proprio per questa ragione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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