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Allontanamento d’urgenza: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20148/2024, ha annullato l’ordinanza di un GIP che non aveva convalidato un allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. La Corte ha chiarito che il giudice della convalida deve limitarsi a una valutazione ‘ex ante’ della ragionevolezza dell’operato della polizia giudiziaria, basandosi sugli elementi disponibili al momento dell’intervento, senza poter sostituire la propria valutazione a quella degli agenti. La misura era stata disposta per un reato di minaccia grave, perseguibile d’ufficio, rendendo irrilevante la mancata querela della vittima.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Allontanamento d’urgenza: il ruolo del giudice e i limiti della convalida

L’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare è uno strumento cruciale a disposizione della polizia giudiziaria per intervenire in situazioni di violenza domestica. Tuttavia, quale deve essere il perimetro del controllo del giudice in sede di convalida? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20148 del 2024, offre un’importante precisazione, stabilendo che il giudice non deve sostituirsi alla polizia in una valutazione del merito, ma verificare la ragionevolezza del suo operato sulla base degli elementi disponibili al momento dell’intervento.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso del Procuratore della Repubblica avverso un’ordinanza del GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) che aveva rifiutato di convalidare la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare. La misura era stata disposta dalla polizia giudiziaria nei confronti di un uomo, colto in flagranza del reato di minaccia aggravata verso la convivente.

L’intervento della polizia era scattato a seguito della segnalazione di un vicino, allarmato da urla e rumori provenienti dall’appartamento della coppia. Giunti sul posto, gli agenti avevano trovato la donna in stato di agitazione e l’abitazione a soqquadro, con vetri e oggetti rotti. La vittima aveva riferito di una lite protrattasi per ore, durante la quale il convivente le aveva lanciato contro piatti e altri oggetti, gesti che lei aveva percepito come una seria minaccia alla propria incolumità. L’uomo, inoltre, era già sottoposto a un divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico nei confronti della sua ex compagna.

Il GIP, tuttavia, aveva ritenuto insussistente il fumus commissi delicti, motivando la sua decisione sulla base della mancata presentazione di una denuncia da parte della persona offesa e sull’insussistenza della circostanza aggravante contestata.

I poteri del giudice nella convalida dell’allontanamento d’urgenza

La questione centrale affrontata dalla Cassazione riguarda i poteri del giudice in sede di convalida di una misura precautelare come l’allontanamento d’urgenza. La Corte ribadisce un principio consolidato: il controllo del giudice deve essere di legittimità e non di merito. Questo significa che il GIP è tenuto a effettuare una valutazione ex ante, mettendosi nella stessa situazione in cui si trovava la polizia giudiziaria al momento del suo intervento.

Il giudice deve quindi verificare se, sulla base degli elementi concreti e oggettivi disponibili in quel frangente, la decisione degli agenti di procedere con l’allontanamento sia stata ragionevole. Non deve, invece, condurre una rivalutazione ex post del materiale indiziario, né anticipare un giudizio sulla colpevolezza o sulla sussistenza piena delle esigenze cautelari, valutazioni che appartengono a fasi successive del procedimento.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso del Pubblico Ministero, affermando che il GIP ha errato nel suo giudizio. Secondo la Cassazione, la polizia giudiziaria aveva agito legittimamente, poiché sussistevano tutti i presupposti per l’allontanamento d’urgenza:

1. Stato di flagranza: La lite era ancora in corso all’arrivo degli agenti.
2. Ipotizzabilità del reato: Il lancio di oggetti come piatti e vasi all’indirizzo di una persona integra oggettivamente una condotta di minaccia grave (art. 612, co. 2, c.p.), reato che, per la sua gravità, è procedibile d’ufficio. Pertanto, la mancanza di una querela da parte della vittima era irrilevante ai fini della legittimità dell’intervento.
3. Pericolo di reiterazione: Il fondato motivo che le condotte potessero ripetersi era desumibile da una pluralità di elementi: la protrazione della lite per ore, lo stato di alterazione dell’uomo, e soprattutto il fatto che fosse già sottoposto a una misura cautelare per condotte simili ai danni di un’altra persona.

Il GIP, negando la convalida sulla base della mancata denuncia, ha effettuato una valutazione di merito che non gli competeva, sovrapponendo il proprio giudizio a quello, ragionevolmente fondato, della polizia giudiziaria. La Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza impugnata senza rinvio, dichiarando che l’allontanamento era stato legittimamente eseguito.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio fondamentale nella gestione delle misure precautelari. Il controllo del giudice della convalida serve a garantire la legalità dell’azione della polizia, non a riesaminare nel merito la vicenda. In contesti di violenza domestica, dove l’urgenza è massima, la polizia deve poter agire sulla base di elementi concreti che facciano apparire ragionevole e necessario un intervento immediato a tutela della vittima. La valutazione sulla gravità indiziaria e sulla necessità di una misura cautelare più stabile spetterà al giudice in un secondo momento, con una cognizione più piena degli atti. La decisione della Cassazione rafforza quindi la tutela delle vittime, riconoscendo la legittimità di un’azione rapida e incisiva quando sussiste un pericolo concreto e attuale.

Qual è il ruolo del giudice quando deve convalidare un allontanamento d’urgenza disposto dalla polizia?
Il giudice deve limitarsi a una verifica di legittimità dell’operato della polizia, effettuando una valutazione ‘ex ante’. Deve cioè controllare se, sulla base degli elementi noti agli agenti al momento dell’intervento, la loro decisione di procedere fosse ragionevole, senza sostituire la propria valutazione dei fatti a quella della polizia.

La mancata denuncia della vittima impedisce alla polizia di disporre l’allontanamento d’urgenza?
No, se il reato ipotizzato è procedibile d’ufficio. Nel caso di specie, il lancio di oggetti è stato qualificato come minaccia grave, un delitto che non richiede la querela della persona offesa per essere perseguito. La valutazione della polizia si è quindi basata sulla gravità oggettiva dei fatti.

Cosa accade se la Cassazione annulla l’ordinanza con cui il GIP aveva negato la convalida?
La Corte di Cassazione annulla il provvedimento del GIP senza rinvio, con la formula ‘perché l’allontanamento è stato effettuato legittimamente’. Poiché la misura precautelare ha già esaurito i suoi effetti, non è necessario un nuovo giudizio. La pronuncia della Cassazione serve a statuire formalmente la correttezza dell’operato originario della polizia giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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