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Aggravanti lesioni pubblico ufficiale: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25610/2025, ha stabilito che le aggravanti per lesioni personali commesse contro un pubblico ufficiale possono coesistere. In un caso di minaccia e lesioni a agenti penitenziari, la Corte ha chiarito che l’aggravante del nesso teleologico (lesioni commesse per eseguire la minaccia) non assorbe quella specifica legata alla qualifica di pubblico ufficiale della vittima. La decisione sottolinea che le due circostanze afferiscono a profili diversi del reato, quello finalistico e quello soggettivo, e sono quindi pienamente compatibili.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravanti Lesioni Pubblico Ufficiale: Quando Possono Coesistere?

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 25610 del 2025, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande rilevanza pratica nel diritto penale: la compatibilità tra diverse circostanze aggravanti in caso di reati commessi contro le forze dell’ordine. In particolare, la pronuncia chiarisce se le aggravanti lesioni pubblico ufficiale possano coesistere quando il reato è commesso per eseguirne un altro, come una minaccia. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere la logica del nostro sistema sanzionatorio.

I Fatti del Caso: Minaccia e Lesioni in Contesto Penitenziario

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per i reati di minaccia (art. 336, comma 2, c.p.) e lesioni personali aggravate ai danni di alcuni agenti di polizia penitenziaria. Le lesioni erano state aggravate sia ai sensi dell’art. 576, n. 5-bis c.p., per essere state commesse contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni, sia ai sensi dell’art. 576, n. 1 c.p. (in relazione all’art. 61 n. 2 c.p.), per il cosiddetto nesso teleologico, ovvero per aver commesso il fatto al fine di eseguire il reato di minaccia.

La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che le due aggravanti fossero incompatibili. Secondo la tesi difensiva, l’aggravante del nesso teleologico, legando le lesioni alla minaccia a pubblico ufficiale, avrebbe dovuto ‘assorbire’ l’aggravante specifica per aver leso un pubblico ufficiale, poiché la qualifica della vittima era già un elemento costitutivo del reato di minaccia.

La Decisione della Corte sulle aggravanti lesioni pubblico ufficiale

La Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno confermato la piena compatibilità e la coesistenza delle due circostanze aggravanti contestate. La Corte ha inoltre giudicato manifestamente infondata la critica relativa al bilanciamento tra le aggravanti e le attenuanti generiche, ritenendo la valutazione del giudice di merito insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivata.

Le Motivazioni della Sentenza: Distinzione tra Profilo Finalistico e Qualifica della Vittima

Il cuore della decisione risiede nella chiara distinzione che la Corte opera tra i due profili di disvalore coperti dalle rispettive aggravanti. La sentenza si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale per spiegare perché le due circostanze non si sovrappongono e, anzi, concorrono a definire la gravità complessiva del fatto.

Compatibilità tra Nesso Teleologico e Aggravante Specifica

La Corte ribadisce che l’aggravante prevista dall’art. 576, n. 5-bis c.p. (lesioni a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza) è una circostanza speciale rispetto a quella comune di cui all’art. 61 n. 10 c.p. (fatto commesso contro un pubblico ufficiale). Essa punisce più severamente le lesioni inferte a una particolare categoria di pubblici ufficiali.

L’aggravante del nesso teleologico, invece, attiene al profilo finalistico dell’azione: si punisce più gravemente chi commette lesioni non come fine a sé stesso, ma come mezzo per realizzare un altro reato (in questo caso, la minaccia). La Corte sottolinea che queste due aggravanti si muovono su piani diversi: una riguarda la qualifica soggettiva della persona offesa, l’altra la finalità della condotta lesiva. Poiché i due aspetti sono distinti, non vi è alcuna ragione per ritenerli incompatibili.

Il Principio di Specialità e l’Autonomia delle Fattispecie

Un passaggio cruciale della motivazione chiarisce che la disciplina delle aggravanti deve essere valutata con riferimento specifico al reato cui accedono. L’aggravante di cui all’art. 576, n. 5-bis c.p. si riferisce unicamente al delitto di lesioni personali. Pertanto, il suo disvalore non può essere ‘assorbito’ da un’altra ipotesi di reato, come la minaccia a pubblico ufficiale, sebbene concorrente. Ogni reato mantiene la sua autonomia, così come le aggravanti che lo qualificano.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La sentenza consolida un principio fondamentale: quando un’azione criminale presenta molteplici profili di gravità, è corretto che il sistema sanzionatorio ne tenga conto attraverso il concorso di diverse circostanze aggravanti, purché queste non descrivano lo stesso identico aspetto del fatto. La decisione riafferma che ledere un pubblico ufficiale per minacciarlo è un comportamento doppiamente grave: sia per la finalità illecita perseguita, sia per la specifica qualità della vittima, la cui tutela è rafforzata dall’ordinamento. Questa pronuncia fornisce quindi un chiaro riferimento per la corretta applicazione delle aggravanti lesioni pubblico ufficiale nei casi di reati complessi contro le forze dell’ordine.

L’aggravante del nesso teleologico assorbe quella di aver commesso lesioni contro un pubblico ufficiale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, le due aggravanti sono compatibili e possono coesistere. Esse si riferiscono a profili diversi del reato: il nesso teleologico riguarda la finalità dell’azione (commettere un reato per eseguirne un altro), mentre l’altra aggravante riguarda la specifica qualifica della vittima (un pubblico ufficiale).

È possibile applicare contemporaneamente l’aggravante per aver commesso un reato per eseguirne un altro e quella per aver leso un pubblico ufficiale?
Sì. La Corte ha stabilito che le due circostanze aggravanti non sono incompatibili e possono sussistere contestualmente, in quanto una afferisce al profilo finalistico dell’azione e l’altra alla qualifica della persona offesa.

Perché il disvalore del reato di lesioni contro un pubblico ufficiale non è considerato già incluso nel reato di minaccia a pubblico ufficiale?
Perché l’aggravante per le lesioni (art. 576, n. 5-bis c.p.) si applica specificamente ed esclusivamente al reato di lesioni personali e non può essere assorbita da un’ipotesi di reato diversa, anche se commessa nello stesso contesto, come la minaccia a pubblico ufficiale. Ogni reato e le relative aggravanti vengono valutati autonomamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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