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Aggravante transnazionale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha parzialmente annullato un’ordinanza di custodia cautelare in un caso di favoreggiamento all’evasione. Il punto cruciale è stata l’errata applicazione dell’aggravante transnazionale (art. 61 bis c.p.). La Corte ha stabilito che tale aggravante non si applica se il gruppo che organizza il reato coincide con i suoi esecutori, mancando il requisito dell'”alterità” tra chi commette il reato e il gruppo criminale che fornisce il supporto. Di conseguenza, il caso è stato rinviato al Tribunale per una nuova valutazione della proporzionalità della misura cautelare.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravante Transnazionale: Quando Non Si Applica? La Cassazione Fissa i Paletti

In un recente e significativo caso, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sull’applicazione dell’aggravante transnazionale, prevista dall’art. 61 bis del codice penale. La sentenza analizza un caso di evasione orchestrata a livello internazionale, annullando la decisione di un tribunale sulla base di un’errata interpretazione di questo specifico aggravio di pena. Questa pronuncia è cruciale perché ridefinisce i confini applicativi dell’aggravante e incide direttamente sulla valutazione delle misure cautelari.

I Fatti di Causa: Un’Evasione Pianificata a Livello Internazionale

Il caso riguarda un individuo accusato di aver contribuito a procurare l’evasione di un soggetto sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di estradizione. Secondo l’accusa, il ricorrente, in concorso con altri, avrebbe fatto parte di un gruppo criminale organizzato operante in più Stati. Il suo ruolo sarebbe stato quello di contattare le persone giuste per pianificare ed eseguire materialmente la fuga dell’estradando, partecipando a incontri preparatori e fornendo supporto logistico anche dopo l’avvenuta evasione.

Il Tribunale del riesame aveva confermato la misura della custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistenti gravi indizi di colpevolezza per il reato di procurata evasione, aggravato proprio dalla natura transnazionale del gruppo criminale coinvolto.

Il Ricorso in Cassazione e l’Aggravante Transnazionale nel Mirino

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni sulla valutazione delle prove e sulla credibilità dei dichiaranti. Tuttavia, il motivo di ricorso che si è rivelato decisivo riguardava la contestazione della configurabilità dell’aggravante transnazionale. La difesa sosteneva che, nel caso specifico, mancassero i presupposti oggettivi e soggettivi per applicare l’art. 61 bis c.p. In particolare, si contestava che il gruppo di persone che aveva agito per realizzare l’evasione fosse lo stesso “gruppo organizzato”, eliminando così la distinzione necessaria per l’applicazione dell’aggravante.

La Decisione della Corte: L’Aggravante Transnazionale Richiede ‘Alterità’

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso su questo punto specifico. Richiamando un precedente delle Sezioni Unite, i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: l’aggravante in questione postula una necessaria “alterità” o diversità tra i soggetti coinvolti. In altre parole, deve esistere una distinzione tra il soggetto (o i soggetti) che commette il reato comune e il “gruppo organizzato transnazionale” che fornisce il contributo causale.

Nel caso in esame, invece, emergeva una totale coincidenza soggettiva: il gruppo di persone che aveva agito in concorso per determinare l’evasione era lo stesso gruppo definito come “organizzato e transnazionale”. Non vi era un’entità criminale esterna che aveva agevolato l’azione; l’azione concorsuale era essa stessa l’attività del gruppo. Mancando questa autonomia tra la condotta che integra il reato e quella che realizza il contributo del gruppo, l’aggravante non può essere applicata.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla ratio stessa della norma. L’art. 61 bis c.p. è stato introdotto per punire più severamente quei reati che acquisiscono un maggior disvalore perché supportati dalla forza e dalla struttura di un’organizzazione criminale transnazionale. L’aggravante sanziona il “contributo” esterno di un gruppo, non il semplice fatto che un reato sia commesso da più persone che operano in diversi Paesi. Se il gruppo dei concorrenti nel reato e il “gruppo organizzato” coincidono, l’azione è già interamente descritta e punita dalla norma sul concorso di persone nel reato. Applicare anche l’aggravante costituirebbe una duplicazione ingiustificata. La Corte ha quindi stabilito che la necessaria autonomia tra la condotta criminosa e il contributo del gruppo è un presupposto imprescindibile. In sua assenza, la valutazione giuridica del fatto deve essere ricondotta alla sola fattispecie di reato base.

Le Conclusioni

L’espunzione dell’aggravante transnazionale dal quadro accusatorio ha avuto conseguenze immediate e concrete. Poiché si tratta di un’aggravante a effetto speciale, la sua eliminazione incide notevolmente sul calcolo della pena potenzialmente irrogabile. Questo, a sua volta, obbliga il giudice a una nuova valutazione sulla proporzionalità della misura cautelare applicata, come previsto dall’art. 275 del codice di procedura penale. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza impugnata e rinviato il caso al Tribunale di Milano per un nuovo giudizio, che dovrà tenere conto della diversa e meno grave connotazione del fatto. Questa sentenza riafferma l’importanza di un’applicazione rigorosa delle circostanze aggravanti, che non possono essere utilizzate per descrivere elementi già costitutivi del reato stesso, ma devono riflettere un effettivo e distinto disvalore della condotta.

Quando si applica l’aggravante transnazionale prevista dall’art. 61 bis del codice penale?
Si applica quando la commissione di un reato è stata determinata o anche solo agevolata dal contributo di un gruppo criminale organizzato operante in più Stati. La sentenza chiarisce che è necessario un requisito di “alterità”, ovvero una distinzione tra chi commette il reato e il gruppo che fornisce il supporto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza riguardo all’aggravante transnazionale in questo caso?
Perché nel caso di specie, il gruppo di persone che ha agito in concorso per realizzare l’evasione coincideva soggettivamente con il presunto “gruppo organizzato transnazionale”. Mancava la necessaria autonomia e alterità tra la condotta che integra il reato e quella che realizza il contributo del gruppo, rendendo l’aggravante inapplicabile.

Quali sono le conseguenze pratiche della decisione della Corte di Cassazione?
La principale conseguenza è l’annullamento dell’ordinanza impugnata e il rinvio al Tribunale del riesame. Quest’ultimo dovrà rivalutare la proporzionalità della misura cautelare (custodia in carcere) alla luce della minore gravità del reato contestato, ora privo dell’aggravante. Ciò potrebbe portare all’applicazione di una misura meno afflittiva o alla revoca della stessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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