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Aggravante teleologica e maltrattamenti: la Cassazione

Un uomo è stato condannato per maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni ai danni della compagna. In Cassazione, ha contestato l’applicazione dell’aggravante teleologica, sostenendo che la violenza fosse reciproca e che le lesioni fossero parte dei maltrattamenti stessi. La Suprema Corte ha respinto il ricorso, affermando che la violenza reciproca non esclude il reato e che l’aggravante teleologica è applicabile anche quando un’unica azione integra più reati, se uno è finalizzato all’altro. Di conseguenza, le lesioni diventano procedibili d’ufficio, rendendo inefficace la remissione di querela.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravante Teleologica nei Maltrattamenti: la Cassazione fa Chiarezza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta temi cruciali in materia di violenza domestica, tra cui la rilevanza delle aggressioni reciproche e l’applicazione dell’aggravante teleologica tra maltrattamenti e lesioni. La decisione conferma un orientamento volto a rafforzare la tutela delle vittime, chiarendo come la finalità di un’azione criminosa possa modificarne il regime di procedibilità, anche quando un singolo gesto integra più reati. Analizziamo insieme questo importante caso.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dalla condanna di un uomo per i reati di maltrattamenti, violenze sessuali e lesioni personali aggravate ai danni della compagna. La relazione tra i due era descritta come estremamente conflittuale e altalenante, caratterizzata da aggressività reciproca e uso di sostanze stupefacenti.

In seguito a un grave episodio di aggressione fisica che aveva richiesto l’intervento del 118 e delle forze dell’ordine, la donna aveva sporto denuncia, descrivendo un quadro di continue vessazioni fisiche e psicologiche, minacce e rapporti sessuali imposti con la forza. Nonostante la gravità dei fatti, la vittima aveva successivamente rimesso la querela per le lesioni subite.

L’imputato, condannato sia in primo grado che in appello, ha proposto ricorso per cassazione, basando la sua difesa su diversi motivi, tra cui la natura reciproca delle aggressioni, che a suo dire escluderebbe il reato di maltrattamenti, e l’errata applicazione dell’aggravante teleologica tra le lesioni e i maltrattamenti.

I Motivi del Ricorso: Quando si applica l’aggravante teleologica?

La difesa dell’imputato ha sostenuto principalmente due punti:
1. Reciprocità delle violenze: Secondo il ricorrente, il clima di conflittualità reciproca avrebbe dovuto escludere il reato di maltrattamenti, che presuppone una posizione di prevaricazione di un soggetto sull’altro.
2. Inapplicabilità dell’aggravante teleologica: La difesa ha contestato il collegamento finalistico tra le lesioni e i maltrattamenti. Poiché le lesioni sono una delle possibili manifestazioni dei maltrattamenti, non potrebbero essere considerate un reato-mezzo commesso per realizzare il reato-fine (i maltrattamenti stessi). Di conseguenza, venendo meno l’aggravante, la remissione di querela avrebbe dovuto estinguere il reato di lesioni.

La Decisione della Cassazione e il Principio di Diritto

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato in ogni suo punto. In primo luogo, ha ribadito l’orientamento maggioritario secondo cui la reciprocità delle condotte violente non esclude il reato di maltrattamenti. L’art. 572 c.p. non prevede spazi di impunità per forme di “autotutela” o “compensazione” tra le violenze commesse dai partner. Ciò che rileva è l’instaurazione, da parte di uno dei due, di un sistema di vita avvilente e doloroso per l’altro.

Il punto centrale della sentenza riguarda, però, l’aggravante teleologica. La Corte ha aderito all’orientamento più persuasivo secondo cui questa aggravante è configurabile anche in ipotesi di concorso formale di reati, ovvero quando con una sola azione si commettono più reati. Non è necessaria una pluralità di condotte distinte, ma è sufficiente la specifica finalizzazione di un reato alla realizzazione dell’altro.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che il fondamento dell’aggravante teleologica risiede nella maggiore pericolosità sociale di chi, per realizzare un crimine, non esita a commetterne un altro. Questo disvalore si basa sul coefficiente psicologico dell’agente, cioè sulla sua volontà di usare un reato come strumento per un altro fine illecito.

Nel caso di specie, le lesioni personali, pur essendo state inflitte con la stessa condotta che integrava i maltrattamenti, erano chiaramente finalizzate a perpetrare e rafforzare lo stato di sopraffazione e umiliazione tipico dei maltrattamenti. L’atto di violenza fisica non era fine a se stesso, ma uno strumento per soggiogare la vittima.

Questa finalizzazione crea il nesso teleologico che aggrava il reato di lesioni. La conseguenza giuridica è fondamentale: il reato di lesioni, normalmente procedibile a querela, diventa procedibile d’ufficio in quanto connesso a un reato (i maltrattamenti) che è sempre procedibile d’ufficio. Pertanto, la remissione della querela da parte della donna è stata correttamente ritenuta giuridicamente inefficace.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio di diritto di grande importanza per la tutela delle vittime di violenza domestica. Stabilisce che la violenza fisica, anche se episodica, quando si inserisce in un contesto di maltrattamenti e ne costituisce uno strumento di prevaricazione, assume una gravità tale da renderla perseguibile indipendentemente dalla volontà della persona offesa.

Questa decisione chiarisce che l’analisi deve concentrarsi sull’intento dell’aggressore piuttosto che sulla mera materialità delle azioni. L’applicazione dell’aggravante teleologica anche in caso di un’unica condotta impedisce che la remissione di querela, spesso frutto di pressioni o della stessa condizione di soggezione della vittima, possa vanificare l’azione penale per fatti di particolare gravità.

La violenza reciproca in una coppia esclude il reato di maltrattamenti?
No. Secondo la Corte, il reato di maltrattamenti in famiglia è configurabile anche in caso di violenze reciproche, poiché la legge non prevede forme di “compensazione” o autotutela. Ciò che conta è l’esistenza di un sistema di vita avvilente e vessatorio instaurato da uno dei partner.

L’aggravante teleologica si applica se lesioni e maltrattamenti derivano dalla stessa azione?
Sì. La Corte ha stabilito che l’aggravante teleologica (art. 61, n. 2, c.p.) è applicabile anche quando un unico atto integra sia il reato di lesioni che quello di maltrattamenti. Ciò che rileva è l’intenzione (il coefficiente psicologico) di commettere le lesioni al fine di perpetrare i maltrattamenti.

La remissione di querela per il reato di lesioni personali ha effetto se queste sono aggravate dal nesso teleologico con i maltrattamenti?
No. La sentenza chiarisce che quando le lesioni personali sono aggravate dal nesso teleologico con il reato di maltrattamenti (procedibile d’ufficio), diventano a loro volta procedibili d’ufficio. Di conseguenza, la remissione della querela da parte della vittima è inefficace e non estingue il reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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