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Aggravante ingente quantità: basta la colpa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per la detenzione di quasi 9 kg di cocaina. L’ordinanza conferma che per l’applicazione dell’aggravante ingente quantità non è necessaria la piena conoscenza del quantitativo esatto, essendo sufficiente l’ignoranza per colpa. La Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza di secondo grado logica e sufficiente, basata sia sul dato oggettivo della quantità (oltre 2000 volte la soglia) sia sulle modalità di trasporto che rendevano inverosimile la non consapevolezza.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravante Ingente Quantità: Quando la Colpa è Sufficiente

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale in materia di stupefacenti: i presupposti per l’applicazione dell’aggravante ingente quantità. La decisione chiarisce che per contestare questa circostanza, che comporta un notevole aumento di pena, non è indispensabile provare che l’imputato conoscesse il peso esatto della droga, essendo sufficiente che ne ignorasse l’effettiva consistenza per propria colpa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un soggetto trovato in possesso di 8.885 grammi di cocaina. La sostanza stupefacente era stata abilmente occultata all’interno di due trolley. Secondo le analisi, da tale quantitativo sarebbe stato possibile ricavare oltre 34.000 dosi singole. La condanna, emessa dal Tribunale e confermata dalla Corte d’Appello, includeva l’applicazione dell’aggravante speciale prevista dall’art. 80, comma 2, del D.P.R. 309/1990, proprio in ragione dell’enorme quantitativo detenuto.

Il Ricorso in Cassazione e l’Aggravante Ingente Quantità

L’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, contestando la sentenza d’appello per violazione di legge e vizio di motivazione. Il nucleo della difesa si concentrava sulla presunta erronea applicazione dell’aggravante ingente quantità. Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello non avrebbe adeguatamente giustificato la sussistenza di tale aggravante, specialmente alla luce dei criteri elaborati in materia dalle Sezioni Unite della Cassazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. I giudici hanno ritenuto che il motivo di ricorso fosse una mera riproposizione di censure già esaminate e correttamente respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata.

La Corte ha sottolineato come la decisione della Corte d’Appello fosse sorretta da una motivazione logica, coerente e sufficiente. La configurabilità dell’aggravante ingente quantità era stata adeguatamente argomentata sulla base di due elementi fondamentali:

1. Il dato oggettivo: La quantità di sostanza stupefacente superava di oltre 2000 volte il valore soglia previsto dalla legge per le cosiddette ‘droghe pesanti’. Un dato di per sé eloquente e difficile da ignorare.
2. L’elemento soggettivo: Le modalità della condotta. L’imputato, trasportando quasi nove chilogrammi di cocaina nascosti in due valigie, non poteva non essere a conoscenza, o quantomeno non poteva ignorare per colpa, l’effettivo quantitativo importato in Italia. La Corte ha richiamato il principio sancito dall’art. 59, comma 2, del codice penale: perché una circostanza aggravante sia addebitata all’agente, non è necessario che egli ne conosca l’esistenza, essendo sufficiente che l’abbia ignorata per colpa.

In sostanza, la Cassazione ha ribadito che di fronte a un carico così imponente, è onere dell’imputato dimostrare un’eventuale ignoranza incolpevole, un’ipotesi ritenuta del tutto inverosimile nel caso di specie.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza pratica: nel contesto dei reati legati agli stupefacenti, l’applicazione dell’aggravante ingente quantità non richiede la prova certa e diretta della piena consapevolezza del reo circa il peso esatto della droga. È sufficiente dimostrare che, date le circostanze del fatto (come le modalità di trasporto e l’enorme volume della sostanza), l’ignoranza del soggetto riguardo all’ingente quantità sia riconducibile a una sua condotta colposa. La decisione riafferma un approccio rigoroso che valorizza sia il dato quantitativo oggettivo sia la logica e la comune esperienza nell’attribuire la responsabilità penale.

Quando si applica l’aggravante dell’ingente quantità nei reati di droga?
Si applica sulla base di due elementi: il dato oggettivo, ovvero il superamento significativo della soglia quantitativa prevista dalla legge (nel caso specifico, oltre 2000 volte), e le modalità della condotta dell’imputato, dalle quali si desume che egli non poteva non essere consapevole, o quantomeno ignorava per colpa, l’effettivo quantitativo trasportato.

È necessario che l’imputato conosca il peso esatto della droga per l’applicazione dell’aggravante?
No. La Corte ha chiarito che, ai sensi dell’art. 59, comma 2, del codice penale, non è necessaria la conoscenza dell’esistenza dell’aggravante. È sufficiente che l’agente l’abbia ignorata per colpa o l’abbia ritenuta inesistente per un errore dovuto a colpa. Trasportare quasi 9 kg di cocaina in due valigie rende l’ignoranza colpevole.

Per quale motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. Esso si limitava a riproporre censure già adeguatamente esaminate e respinte dal giudice di merito, senza muovere una critica specifica alla motivazione della sentenza impugnata, che la Cassazione ha invece ritenuto sufficiente, non illogica e giuridicamente corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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