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Aggravante del travisamento: uso mascherina in rapina

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato per rapina. Si conferma l’aggravante del travisamento per l’uso della mascherina, anche se obbligatoria per la pandemia, poiché funzionale a rendere difficoltoso il riconoscimento. Il ricorso è stato giudicato una mera reiterazione di motivi già respinti in appello.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Mascherina anti-Covid e Rapina: la Cassazione conferma l’Aggravante del Travisamento

L’uso della mascherina, divenuto un’abitudine quotidiana durante la pandemia, ha sollevato questioni giuridiche inaspettate, specialmente in ambito penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso emblematico, chiarendo se l’uso di una mascherina durante una rapina, quando il suo utilizzo era obbligatorio per legge, configuri comunque l’aggravante del travisamento. L’analisi della Suprema Corte offre spunti fondamentali per comprendere il rapporto tra obblighi normativi e la funzionalità di un comportamento nell’ambito di un’azione criminosa.

Il Caso: Rapina con Mascherina e il Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato per rapina. La difesa contestava la sussistenza dell’aggravante prevista dall’articolo 628, comma 3, n. 1 del codice penale, relativa all’aver commesso il fatto con il volto travisato. La tesi difensiva si fondava su un argomento apparentemente logico: poiché all’epoca dei fatti vigeva l’obbligo legale di indossare la mascherina per contrastare la diffusione del Covid-19, tale condotta non poteva essere considerata un’azione volontaria finalizzata a nascondere la propria identità, ma un mero adempimento di un dovere. L’imputato contestava, inoltre, la mancata applicazione delle circostanze attenuanti generiche.

La Decisione della Corte sull’Aggravante del Travisamento

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. Gli Ermellini hanno ritenuto il primo motivo di ricorso non specifico, in quanto si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza un confronto critico con le motivazioni della sentenza impugnata. Hanno inoltre giudicato manifestamente infondato il secondo motivo, poiché le attenuanti generiche erano state di fatto concesse in primo grado e considerate equivalenti all’aggravante contestata.

Le Motivazioni: Perché la Mascherina Costituisce Travisamento

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha ribadito la sussistenza dell’aggravante del travisamento. Secondo la giurisprudenza consolidata, ciò che rileva non è l’intenzione soggettiva dell’agente o la liceità del mezzo utilizzato per coprirsi il volto, bensì l’effetto oggettivo che tale condotta produce. La mascherina, coprendo parzialmente il viso, è di per sé uno strumento funzionale al compimento dell’azione delittuosa perché rende più difficile il riconoscimento del responsabile.

Irrilevanza dell’Obbligo di Legge

La Corte ha specificato che l’obbligo normativo di indossare la mascherina è irrilevante. Il travisamento, infatti, è materialmente collegato alla commissione del delitto. Nel momento in cui la mascherina viene sfruttata per facilitare un’azione criminale, la sua funzione sociale e sanitaria viene meno, ed essa diventa parte integrante del piano delittuoso. La condotta non può quindi essere considerata un semplice adempimento di un dovere, ma assume una connotazione illecita a causa del nesso di occasionalità necessaria con il reato commesso.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Suprema Corte stabilisce un principio chiaro: la valutazione dell’aggravante del travisamento si basa su un criterio oggettivo e funzionale. Se un qualsiasi mezzo, anche di uso comune o legalmente imposto come la mascherina, viene utilizzato per nascondere le proprie fattezze e facilitare la commissione di un reato come la rapina, l’aggravante sussiste. Questa pronuncia ribadisce che il contesto normativo generale non può offrire uno scudo a condotte che, di fatto, agevolano la realizzazione di un crimine, sottolineando la prevalenza della finalità criminosa sull’origine lecita dello strumento utilizzato.

Indossare una mascherina per obbligo di legge durante una rapina esclude l’aggravante del travisamento?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’aggravante sussiste perché la parziale copertura del volto è funzionale al compimento del reato, rendendo difficoltoso il riconoscimento del responsabile, a prescindere dal motivo per cui la mascherina viene indossata.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile principalmente perché il primo motivo era una semplice reiterazione di argomenti già respinti in appello, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. Il secondo motivo, relativo alle attenuanti, è stato giudicato manifestamente infondato poiché tali attenuanti erano già state concesse.

Cosa significa che le circostanze attenuanti sono state ritenute ‘equivalenti’ all’aggravante?
Significa che il giudice, nel calcolare la pena finale, ha considerato che la gravità aggiunta dall’aggravante (il travisamento) e la minore gravità derivante dalle circostanze attenuanti generiche si compensassero a vicenda. Di conseguenza, l’effetto sul calcolo della pena è neutro, come se nessuna delle due circostanze fosse presente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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