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Aggravante bancarotta plurima: l’errore da evitare

La Corte di Cassazione annulla con rinvio la sentenza d’appello che aveva erroneamente applicato l’aggravante bancarotta plurima a un caso di reati commessi in due distinte procedure fallimentari. La Suprema Corte chiarisce che tale aggravante è configurabile solo per più fatti illeciti commessi all’interno della medesima procedura concorsuale, e non in caso di fallimenti separati. Di conseguenza, il giudizio di bilanciamento tra l’inesistente aggravante e le attenuanti generiche è stato ritenuto illegittimo, imponendo una nuova determinazione della pena.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravante Bancarotta Plurima: Quando Si Applica? La Cassazione Fa Chiarezza

La corretta applicazione delle circostanze del reato è cruciale per una giusta determinazione della pena. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sull’aggravante bancarotta plurima, specificando i confini applicativi dell’art. 219 della Legge Fallimentare. Il caso riguardava un amministratore condannato per bancarotta fraudolenta documentale relativa a due distinte società, la cui pena è stata oggetto di annullamento a causa di un errore di diritto commesso dalla Corte d’Appello nel bilanciare le circostanze.

I Fatti di Causa

Un amministratore di fatto veniva condannato in primo grado e in appello per il reato di bancarotta fraudolenta documentale commesso nell’ambito del fallimento di due diverse società. La Corte d’Appello, pur riconoscendo all’imputato le circostanze attenuanti generiche, le riteneva equivalenti a una presunta circostanza aggravante, quella di aver commesso più fatti di bancarotta. Questa operazione di bilanciamento, di fatto, neutralizzava il beneficio derivante dalle attenuanti, incidendo sull’entità finale della pena.

Il Ricorso in Cassazione e i motivi dell’imputato

L’imputato proponeva ricorso per cassazione affidandosi a due motivi principali:
1. Un vizio di motivazione e violazione di legge riguardo la valutazione delle prove, ritenuto dalla Corte inammissibile in quanto mirava a una rivalutazione dei fatti, preclusa nel giudizio di legittimità.
2. Una violazione di legge e un vizio di motivazione sulla determinazione della pena. Su questo punto, la difesa sosteneva l’illegittimità del giudizio di equivalenza operato dalla Corte d’Appello, poiché nessuna circostanza aggravante era stata formalmente contestata all’imputato, né era legalmente configurabile nel caso di specie.

L’Aggravante Bancarotta Plurima secondo la Cassazione

Il secondo motivo di ricorso è stato accolto. La Suprema Corte ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale: l’aggravante bancarotta plurima, prevista dall’art. 219, comma 2, n. 1, della Legge Fallimentare, si applica esclusivamente alla pluralità di fatti di bancarotta commessi all’interno della medesima procedura concorsuale.

Quando, come nel caso esaminato, i reati di bancarotta si riferiscono a procedure concorsuali distinte e separate (il fallimento di due società diverse), non si configura la suddetta aggravante. Si tratta, invece, di un’ipotesi di concorso di reati, a cui può essere applicato l’istituto della continuazione, ma non l’aggravante specifica prevista per il singolo fallimento.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha censurato la decisione dei giudici d’appello, definendo “erroneo” il presupposto da cui erano partiti. Essi avevano ritenuto, sbagliando, che la commissione di atti di bancarotta in due diversi fallimenti integrasse la circostanza aggravante di cui all’art. 219 l.fall. Questo errore di diritto ha viziato l’intero processo di determinazione della pena.

Il giudizio di bilanciamento tra attenuanti e aggravanti, infatti, può essere effettuato solo se le circostanze (sia attenuanti che aggravanti) sono legalmente esistenti e applicabili al caso concreto. Avendo la Corte d’Appello fondato il suo bilanciamento su un’aggravante inesistente, l’intero giudizio è risultato “del tutto illegittimo”. La Cassazione ha specificato che un tale bilanciamento sarebbe stato corretto solo se le condotte illecite si fossero consumate nell’ambito del medesimo fallimento, cosa che non era avvenuta.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Milano per una nuova determinazione della pena. La nuova Corte dovrà attenersi al principio di diritto enunciato, ricalcolando la sanzione senza procedere all’illegittimo bilanciamento con l’aggravante non configurabile. La declaratoria di responsabilità dell’imputato, invece, è divenuta definitiva.

Questa pronuncia rappresenta un importante monito sulla necessità di applicare con rigore le norme che disciplinano le circostanze del reato, evitando interpretazioni estensive che possano pregiudicare la corretta commisurazione della pena.

Quando si applica la circostanza aggravante per più fatti di bancarotta (art. 219 l.fall.)?
Secondo la sentenza, questa specifica aggravante è applicabile solo quando i molteplici atti di bancarotta sono stati commessi nell’ambito della stessa e unica procedura fallimentare.

Cosa succede se un amministratore commette bancarotta in due fallimenti distinti?
In questo caso, si configurano due reati separati. Non si applica l’aggravante prevista per la pluralità di fatti nel singolo fallimento, ma si può ricorrere all’istituto della continuazione tra reati per unificare la pena.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza solo sulla pena?
Perché ha ritenuto inammissibile il motivo di ricorso relativo alla responsabilità (che chiedeva una rivalutazione dei fatti), mentre ha ritenuto fondato quello relativo a un errore di diritto nel calcolo della pena. Pertanto, la condanna è diventata definitiva, ma la sanzione dovrà essere ricalcolata correttamente dal giudice del rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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