LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Aggravante bancarotta: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna per un imprenditore accusato di bancarotta impropria. Il punto cruciale è l’applicazione dell’aggravante bancarotta per più reati. Dopo l’assoluzione da altre accuse fallimentari in appello, i giudici avrebbero dovuto riesaminare l’impatto di tale aggravante sulla pena finale, cosa che non è avvenuta. La Corte ha ritenuto fondato questo motivo di ricorso, disponendo un nuovo giudizio sulla determinazione della sanzione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 2 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravante Bancarotta: la Cassazione Annulla per Mancata Motivazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 26459/2024) offre un importante chiarimento sulla gestione dell’aggravante bancarotta in caso di pluralità di reati fallimentari. La Corte ha stabilito che, qualora un imputato venga assolto in appello da alcuni dei reati fallimentari contestati, il giudice deve necessariamente rivalutare l’impatto dell’aggravante sulla pena. La mancata riconsiderazione costituisce un vizio di motivazione che porta all’annullamento della sentenza sul punto.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imprenditore condannato in primo grado dal Tribunale di Bergamo per bancarotta fraudolenta documentale e bancarotta impropria da operazioni dolose. La Corte di Appello di Brescia, in parziale riforma, lo ha assolto dal reato di bancarotta documentale, confermando la condanna per la sola bancarotta impropria e rideterminando la pena.

Nonostante la parziale assoluzione, l’imprenditore ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando due principali violazioni:
1. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche e la mancata esclusione della recidiva.
2. L’errata applicazione dell’aggravante bancarotta prevista dall’art. 219 della Legge Fallimentare per chi commette più fatti di bancarotta, nonostante fosse rimasta una sola fattispecie di reato dopo l’assoluzione in appello.

La Valutazione dell’aggravante bancarotta in Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato separatamente i due motivi di ricorso. Sul primo punto, relativo alle attenuanti e alla recidiva, i giudici hanno rigettato le doglianze della difesa. La Corte ha ribadito un principio consolidato: i precedenti penali dell’imputato, soprattutto se specifici e indicativi di una tendenza a delinquere in ambito economico, costituiscono una motivazione sufficiente per negare le attenuanti generiche e per confermare la recidiva. Il giudice di merito non è tenuto a confutare ogni singolo elemento a favore dell’imputato, ma solo a fornire una giustificazione plausibile per la sua decisione.

La Decisione sull’Aggravante e l’Annullamento

Il secondo motivo di ricorso è stato invece ritenuto fondato. La Cassazione ha rilevato un'”assoluta carenza di motivazione” da parte della Corte di Appello riguardo all’incidenza dell’aggravante bancarotta sulla pena.

Il giudice di primo grado aveva applicato l’aggravante basandosi sulla contestazione di più reati fallimentari (bancarotta patrimoniale, documentale e impropria). Tuttavia, dopo che la Corte d’Appello ha assolto l’imputato dalle accuse di bancarotta patrimoniale e documentale, è “sopravvissuta” solo la condanna per bancarotta impropria. In questo nuovo scenario, la Corte d’Appello avrebbe dovuto motivare specificamente perché l’aggravante per la pluralità di fatti fosse ancora applicabile o, più logicamente, avrebbe dovuto ricalcolare la pena escludendola. La mancata valutazione di questo aspetto cruciale ha viziato la sentenza.

le motivazioni

La Corte di Cassazione ha affermato che, sebbene l’aggravante speciale per il concorso di reati prevista dalla legge fallimentare si applichi anche alla bancarotta impropria, la sua operatività dipende dall’effettiva sussistenza di più fatti di bancarotta. Nel momento in cui l’impianto accusatorio viene ridimensionato con delle assoluzioni, il giudice del gravame ha l’obbligo di riconsiderare tutti gli elementi che concorrono alla determinazione della pena, inclusa l’aggravante legata alla pluralità dei reati. L’assoluzione da alcuni capi di imputazione fa venir meno il presupposto logico-giuridico su cui si fondava l’aumento di pena, rendendo necessaria una nuova e specifica valutazione.

le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata limitatamente al trattamento sanzionatorio. Il caso è stato rinviato ad un’altra sezione della Corte di Appello di Brescia, che dovrà procedere a una nuova determinazione della pena, colmando la lacuna motivazionale e valutando correttamente l’impatto dell’assoluzione parziale sull’aggravante bancarotta. Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui ogni elemento della pena deve essere sorretto da una motivazione logica e coerente con l’esito complessivo del giudizio.

Può il giudice negare le attenuanti generiche solo sulla base dei precedenti penali dell’imputato?
Sì, secondo la sentenza, l’esistenza di precedenti penali, specialmente se reiterati e specifici, è una ragione sufficiente per giustificare il diniego delle circostanze attenuanti generiche, in quanto indice di una tendenza a commettere reati.

Cosa succede all’aggravante per più fatti di bancarotta se l’imputato viene assolto da alcuni di essi?
Se l’imputato viene assolto da alcuni dei reati fallimentari contestati, il giudice d’appello ha l’obbligo di rivalutare l’applicabilità dell’aggravante per la pluralità di fatti. La mancata riconsiderazione costituisce una carenza di motivazione che può portare all’annullamento della sentenza sul punto della determinazione della pena.

L’aggravante per concorso di reati prevista per la bancarotta propria si applica anche a quella impropria?
Sì, la sentenza conferma l’orientamento secondo cui la disciplina speciale sul concorso di reati prevista dall’art. 219 della Legge Fallimentare si applica anche alle ipotesi di bancarotta impropria commessa dagli amministratori e dagli altri organi societari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati