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Aggravamento misura prevenzione: la competenza in Appello

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di aggravamento della misura di prevenzione della sorveglianza speciale. La Corte ha stabilito che la Corte d’Appello è competente a decidere sulla richiesta di aggravamento se questa perviene durante la pendenza del giudizio d’appello sulla misura originaria. Inoltre, ha dichiarato inammissibile la richiesta di perizia psichiatrica per la sua genericità, confermando così la decisione impugnata.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Aggravamento Misura Prevenzione: Quando Decide la Corte d’Appello?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 11726 del 2024, offre chiarimenti cruciali su due aspetti procedurali legati alle misure di prevenzione: la competenza a decidere sull’aggravamento della misura di prevenzione e i requisiti di specificità per una richiesta di perizia psichiatrica. Questa decisione sottolinea l’importanza del momento in cui viene presentata l’istanza di aggravamento e la necessità di motivare adeguatamente le richieste difensive.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un soggetto già sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. per due anni a causa della sua pericolosità sociale, evidenziata da precedenti penali e carichi pendenti. Successivamente, la Corte d’Appello di Firenze aggravava tale misura, estendendone la durata a quattro anni e aggiungendo il divieto di soggiorno nel Comune di Firenze e l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.

La decisione di aggravamento era motivata da una serie di gravi condotte poste in essere dal soggetto dopo l’applicazione della misura originaria, tra cui l’incendio di un albergo, violazioni continue delle prescrizioni e ulteriori denunce per danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.

Il Ricorso in Cassazione: Competenza e Perizia Psichiatrica

La difesa ha impugnato il decreto di aggravamento davanti alla Corte di Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Incompetenza Funzionale della Corte d’Appello: Secondo il ricorrente, una volta emessa la decisione d’appello sulla misura originaria, la competenza a decidere sull’aggravamento sarebbe dovuta tornare al Tribunale di primo grado.
2. Violazione di Legge: La difesa lamentava la mancata motivazione da parte della Corte d’Appello in merito alla richiesta di disporre una perizia psichiatrica sul soggetto, avanzata in relazione alla peculiarità delle condotte contestate (l’incendio).

Le Motivazioni della Corte di Cassazione sull’Aggravamento Misura Prevenzione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure manifestamente infondate.

Sul primo punto, relativo alla competenza, i giudici hanno chiarito un principio temporale fondamentale. La richiesta di aggravamento era pervenuta alla Corte d’Appello il 2 novembre 2022, ovvero prima che si tenesse l’udienza di discussione sull’appello relativo alla misura originaria (fissata per il 9 novembre 2022). Poiché il giudizio d’appello era ancora pendente al momento della richiesta, la competenza funzionale a decidere sull’aggravamento spettava proprio alla Corte d’Appello. Il fatto che la trattazione sia stata poi fissata a una data successiva non sposta la competenza, ma risponde all’esigenza di garantire il corretto contraddittorio tra le parti.

Sul secondo motivo, la Corte ha giudicato la richiesta di perizia psichiatrica inammissibile per difetto di specificità. La difesa si era limitata a formulare la richiesta senza allegare alcun elemento concreto, documento o argomentazione a sostegno delle presunte problematiche psichiche del soggetto. Di fronte a una richiesta così generica, il silenzio della Corte d’Appello non costituisce un vizio di motivazione. La Cassazione ha ribadito il principio secondo cui un’impugnazione è inammissibile se non enuncia e argomenta esplicitamente i rilievi critici contro la decisione impugnata.

Conclusioni

La sentenza consolida due importanti principi procedurali. In primo luogo, stabilisce che la competenza per l’aggravamento di una misura di prevenzione si radica presso la Corte d’Appello se la richiesta viene presentata mentre il procedimento di secondo grado è ancora in corso. In secondo luogo, riafferma che le istanze difensive, come la richiesta di una perizia, devono essere supportate da elementi specifici e concreti per poter essere prese in considerazione dal giudice e, in caso di rigetto, per poter lamentare un vizio di motivazione. Un’istanza generica non obbliga il giudice a una risposta esplicita e rende il relativo motivo di ricorso inammissibile.

Quando la Corte d’Appello è competente a decidere sull’aggravamento di una misura di prevenzione?
La Corte d’Appello è competente se la richiesta di aggravamento perviene mentre il giudizio d’appello sulla misura originaria è ancora pendente, anche se la trattazione dell’istanza viene fissata in un’udienza successiva per garantire il contraddittorio.

Perché la richiesta di perizia psichiatrica è stata ritenuta inammissibile?
La richiesta è stata ritenuta inammissibile per la sua genericità. La difesa non ha fornito alcun elemento specifico o argomentazione concreta a sostegno delle presunte condizioni psichiche del soggetto, rendendo l’istanza non meritevole di accoglimento né di una specifica motivazione sul rigetto.

Le nuove norme più restrittive sulle impugnazioni penali (Riforma Cartabia) si applicano ai procedimenti di prevenzione?
No. La sentenza chiarisce che le nuove regole più stringenti per le impugnazioni, introdotte dall’art. 581 c.p.p., si applicano solo ai ricorsi contro le sentenze e non ai decreti emessi nell’ambito dei procedimenti di prevenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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