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Adattamento della pena: EAW e limiti della legge italiana

Un cittadino di uno stato membro, soggetto a un Mandato di Arresto Europeo per reati di guida, ha ottenuto il rifiuto della consegna a causa della sua integrazione in Italia. La Corte di Appello ha ordinato l’esecuzione della sentenza estera in Italia. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, applicando il principio di adattamento della pena. La Suprema Corte ha stabilito che la pena inflitta all’estero, se superiore al massimo previsto dalla legge italiana per gli stessi reati, deve essere ridotta. Di conseguenza, ha ricalcolato e ridotto la pena da espiare.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Adattamento della pena: la Cassazione riduce una condanna UE ai limiti italiani

Il Mandato di Arresto Europeo (MAE) è uno strumento fondamentale per la cooperazione giudiziaria nell’UE, ma la sua applicazione deve bilanciare le esigenze di giustizia europee con i principi fondamentali degli ordinamenti nazionali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: cosa accade quando l’Italia rifiuta di consegnare una persona ma accetta di eseguire la pena sul proprio territorio? Il principio chiave è l’adattamento della pena, che garantisce che nessuno sconti in Italia una condanna più severa di quella prevista dalla legge italiana per lo stesso reato.

Il Caso: Rifiuto di Consegna e Esecuzione in Italia

Un cittadino rumeno era stato condannato nel suo Paese d’origine con due sentenze distinte per reati di guida in stato di ebbrezza e guida con patente revocata. Le autorità rumene avevano emesso un Mandato di Arresto Europeo per l’esecuzione di una pena complessiva.

La Corte di appello di Roma, riconoscendo il forte radicamento sociale e lavorativo dell’uomo in Italia, ha rifiutato la sua consegna alla Romania. Contestualmente, ha disposto che la pena venisse eseguita in Italia. Tuttavia, nel farlo, ha riconosciuto integralmente le sentenze rumene, ordinando l’espiazione di una pena di tre anni e sei mesi di reclusione.

Il Ricorso in Cassazione: La Violazione del Principio di Adattamento della Pena

La difesa ha impugnato la decisione della Corte di appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo la violazione di legge. Il punto centrale del ricorso era il mancato adattamento della pena. Si è evidenziato come le pene inflitte in Romania, in particolare per la guida in stato di ebbrezza, fossero significativamente superiori ai limiti massimi previsti dal Codice della Strada italiano (d.lgs. 285/1992) per le medesime fattispecie.

In pratica, la Corte di appello aveva ordinato l’esecuzione di una pena che un giudice italiano non avrebbe mai potuto infliggere per gli stessi fatti. Questo, secondo la difesa, violava la normativa specifica che impone di adeguare la sanzione estera alla legislazione nazionale.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, annullando la sentenza impugnata. I giudici hanno riaffermato un principio fondamentale sancito dalla normativa di attuazione del MAE e delle decisioni quadro europee sul riconoscimento delle sentenze penali. Quando si rifiuta la consegna e si opta per l’esecuzione interna della pena, il giudice italiano ha l’obbligo di procedere all’adattamento della pena se quella inflitta all’estero è ‘incompatibile’ per durata o natura con quella prevista in Italia per reati simili.

Nel caso specifico, la Cassazione ha analizzato nel dettaglio le condanne:
1. Per un episodio di guida in stato di ebbrezza (tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l), la pena estera era di due anni. La legge italiana prevede una pena massima di un anno di arresto.
2. Per un altro episodio di guida in stato di ebbrezza (tasso inferiore a 1,5 g/l), la pena estera era di un anno e due mesi. La legge italiana prevede una pena massima di sei mesi di arresto.

La Corte ha quindi stabilito che la pena doveva essere rideterminata entro questi limiti massimi. Poiché il calcolo non richiedeva ulteriori valutazioni di merito, la Cassazione ha proceduto direttamente all’adattamento della pena, annullando la sentenza ‘senza rinvio’.

Conclusioni: L’Applicazione Diretta della Legge da Parte della Cassazione

La decisione finale ha rideterminato la pena totale da espiare in Italia in un anno e dieci mesi, ben al di sotto dei tre anni e sei mesi originariamente disposti dalla Corte di appello. Da questa pena è stato ulteriormente detratto il periodo di detenzione ‘presofferto’.

Questa sentenza rafforza un importante principio di garanzia. L’esecuzione di una sentenza straniera in Italia non può tradursi in un trattamento sanzionatorio deteriore rispetto a quello che sarebbe stato riservato per un fatto identico commesso sul territorio nazionale. La procedura di adattamento della pena agisce come un meccanismo di salvaguardia che allinea la cooperazione giudiziaria europea ai principi cardine dell’ordinamento italiano, assicurando proporzionalità ed equità nella fase esecutiva della condanna.

Quando l’Italia rifiuta la consegna di una persona richiesta con Mandato di Arresto Europeo, cosa succede alla pena estera?
Se la persona ha un forte radicamento in Italia, la Corte di appello può rifiutare la consegna e disporre che la pena inflitta dallo Stato estero sia eseguita in Italia, secondo le norme italiane.

Cos’è il principio di ‘adattamento della pena’ e come funziona?
È il principio secondo cui, se la pena inflitta all’estero ha una durata o una natura incompatibile con quella prevista dalla legge italiana per lo stesso reato, il giudice italiano deve modificarla (adattarla), riducendola entro i limiti massimi previsti dal proprio ordinamento.

Può la Corte di Cassazione modificare direttamente una pena senza rimandare il caso a un altro giudice?
Sì, quando l’applicazione della legge non richiede ulteriori valutazioni di merito, la Corte di Cassazione può annullare la decisione precedente ‘senza rinvio’ e decidere direttamente la questione, come in questo caso in cui ha ricalcolato e rideterminato la pena corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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