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Accordo in appello: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver raggiunto un accordo in appello per la riduzione della pena, ha comunque impugnato la sentenza. La Corte ha stabilito che l’accettazione di un accordo sulla pena ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. implica la rinuncia a tutti gli altri motivi di doglianza, rendendo il successivo ricorso un atto puramente dilatorio e sanzionabile economicamente.

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Pubblicato il 28 luglio 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accordo in Appello: Non si Può Fare Ricorso Dopo Aver Accettato lo Sconto di Pena

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 29240/2019, ha ribadito un principio fondamentale in materia di impugnazioni penali: l’accordo in appello sulla pena, previsto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, preclude la possibilità di presentare un successivo ricorso per Cassazione sui motivi a cui si è rinunciato. Questa decisione sottolinea la natura vincolante della volontà delle parti una volta raggiunto un patto processuale, sanzionando i tentativi di rimettere in discussione quanto concordato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un procedimento penale per reati legati agli stupefacenti. L’imputato, dopo la condanna in primo grado, presentava appello. In sede di giudizio di secondo grado, la difesa e l’accusa raggiungevano un’intesa ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. La Corte d’Appello, prendendo atto dell’accordo, riduceva la pena inflitta.

Nonostante l’accordo raggiunto e la conseguente riduzione della pena, l’imputato, tramite il suo difensore munito di procura speciale, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Il motivo del ricorso verteva sul presunto vizio di motivazione della sentenza d’appello in relazione al mancato riconoscimento di un’ipotesi attenuata. In pratica, si contestava un punto che era stato implicitamente superato dall’accordo sulla pena.

La Decisione della Cassazione e l’Accordo in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito della questione sollevata. La decisione si fonda su una logica processuale stringente: l’istituto del “concordato anche con rinuncia ai motivi di appello” (art. 599-bis c.p.p.) è uno strumento che permette di definire il giudizio in modo più celere sulla base di un patto tra le parti. L’imputato, accettando di concordare la pena, dichiara implicitamente di rinunciare a contestare altri aspetti della sentenza.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La motivazione della Cassazione è chiara e si basa su due pilastri. In primo luogo, l’adesione all’accordo sulla pena costituisce una forma di rinuncia agli altri motivi di appello. L’imputato aveva dato mandato al suo difensore di insistere unicamente sulla rideterminazione della pena, obiettivo poi raggiunto con l’accordo. Presentare ricorso su un motivo a cui si era di fatto rinunciato (il mancato riconoscimento di un’attenuante) è una palese contraddizione processuale. La Corte richiama un precedente conforme (Cass. n. 4157/2018) per rafforzare questo punto.

In secondo luogo, la Corte ha qualificato il ricorso come manifestamente dilatorio. Poiché l’inammissibilità era evidente, l’unico scopo dell’impugnazione non poteva che essere quello di ritardare la definitività della condanna. Questo comportamento processuale, connotato da un “elevato coefficiente di colpa”, non può rimanere senza conseguenze. Per questo motivo, la Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma significativa, pari a 3.000 euro, alla Cassa delle ammende.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche dell’Accordo in Appello

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica: la scelta di aderire a un accordo sulla pena in appello è una decisione strategica con effetti definitivi. Non è una tattica per ottenere uno “sconto” e poi tentare di rimettere tutto in discussione in Cassazione. La rinuncia ai motivi di appello è una conseguenza diretta e inscindibile dell’accordo. Gli avvocati e i loro assistiti devono essere pienamente consapevoli che, una volta siglato il patto processuale, la strada per ulteriori impugnazioni sui punti rinunciati è sbarrata. Tentare di percorrerla ugualmente non solo è inutile, ma comporta anche un significativo esborso economico a titolo di sanzione per aver abusato dello strumento processuale.

Se accetto un accordo sulla pena in appello, posso comunque fare ricorso in Cassazione per altri motivi?
No. Secondo la Corte di Cassazione, accettare un accordo sulla pena ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. comporta la rinuncia agli altri motivi di appello. Un eventuale ricorso successivo basato su tali motivi sarà dichiarato inammissibile.

Cosa succede se presento un ricorso ritenuto inammissibile in queste circostanze?
La presentazione di un ricorso inammissibile dopo un accordo sulla pena comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, in questo caso fissata a 3.000 euro, a causa del carattere palesemente dilatorio del ricorso.

Qual è lo scopo dell’accordo sulla pena in appello (art. 599-bis c.p.p.)?
Lo scopo è quello di definire più rapidamente il processo d’appello. Le parti (imputato e accusa) si accordano sulla portata dell’impugnazione, rinunciando ad alcuni motivi, e la Corte può accogliere la richiesta concordando una rideterminazione della pena, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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