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Accesso atti detenuto: decide il Giudice di Sorveglianza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33847/2024, ha stabilito un principio fondamentale in materia di accesso atti detenuto. Un recluso aveva richiesto di visionare documenti relativi a procedimenti disciplinari a suo carico. La richiesta era stata rigettata dal Magistrato di Sorveglianza a causa del trasferimento del detenuto. La Suprema Corte ha annullato tale decisione, affermando che la giurisdizione spetta al Magistrato di Sorveglianza, in quanto ‘giudice naturale’ del rapporto carcerario, e non al giudice amministrativo. Inoltre, il trasferimento del detenuto non elimina l’interesse alla decisione né modifica la competenza territoriale del giudice, in base al principio della ‘perpetuatio jurisdictionis’.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accesso atti detenuto: la Cassazione sceglie il Giudice di Sorveglianza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 33847/2024) ha fatto chiarezza su un tema cruciale per i diritti dei reclusi: la competenza a decidere in materia di accesso atti detenuto. La Corte ha stabilito che la giurisdizione appartiene alla Magistratura di Sorveglianza, superando un precedente orientamento che la attribuiva al giudice amministrativo. Questa decisione rafforza il ruolo del giudice di sorveglianza come garante dei diritti soggettivi all’interno del contesto penitenziario.

I fatti del caso

La vicenda nasce dal ricorso di un detenuto che si era visto negare l’accesso ai documenti relativi ad alcuni procedimenti disciplinari svolti a suo carico. Il Magistrato di Sorveglianza competente aveva dichiarato di non dover procedere sul reclamo, motivando la decisione con il fatto che, nel frattempo, il detenuto era stato trasferito in un altro istituto di pena. Ritenendo leso il proprio diritto, il reclamante ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che il trasferimento non poteva annullare né il suo interesse ad ottenere i documenti né la competenza del giudice adito.

La questione di giurisdizione e la decisione della Cassazione

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione aveva chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso, sollevando una questione di giurisdizione. Secondo il PG, la competenza in materia di accesso ad atti amministrativi, anche se in possesso dell’amministrazione penitenziaria, spetterebbe in via esclusiva al giudice amministrativo (TAR), sulla base di un precedente del 2014.

La Suprema Corte ha rigettato questa tesi, definendo l’orientamento precedente come “anacronistico” alla luce dell’evoluzione normativa successiva. I giudici hanno affermato con forza che la giurisdizione in questa specifica materia spetta al Magistrato di Sorveglianza.

L’evoluzione normativa sull’accesso atti detenuto

La Corte ha basato la sua decisione sulle importanti riforme dell’ordinamento penitenziario, in particolare l’introduzione dell’articolo 35-bis. Questa norma ha trasformato il Magistrato di Sorveglianza nel giudice specializzato per la tutela dei diritti soggettivi dei reclusi. Si è così completato un percorso normativo volto a garantire una protezione giurisdizionale piena ed effettiva per coloro che si trovano in stato di detenzione, creando un sistema di tutele specifico per il contesto carcerario.

Le motivazioni della Corte

Secondo la Cassazione, la Magistratura di Sorveglianza è il “giudice naturale” del rapporto carcerario. La sua specifica funzione istituzionale e la sua conoscenza approfondita delle dinamiche penitenziarie la rendono l’organo più idoneo a valutare le controversie che nascono all’interno di tale rapporto. La specialità di questa giurisdizione prevale sulla competenza generale del giudice amministrativo in materia di accesso agli atti.

Inoltre, la Corte ha affrontato la questione del trasferimento del detenuto, affermando due principi fondamentali:
1. Persistenza dell’interesse: Il trasferimento in un altro istituto non fa venir meno l’interesse del detenuto a ottenere i documenti, a meno che la richiesta non riguardi questioni strettamente ed esclusivamente legate alla vita interna dell’istituto di provenienza.
2. Perpetuatio jurisdictionis: In base a questo principio, la competenza territoriale del magistrato si radica al momento della presentazione del reclamo e non viene influenzata da eventi successivi come il trasferimento o la scarcerazione. Ciò garantisce stabilità e certezza al procedimento.

Di conseguenza, il provvedimento impugnato è stato annullato con rinvio al Magistrato di Sorveglianza di Novara, che dovrà decidere sul merito del reclamo dopo aver fissato una regolare udienza.

Le conclusioni

La sentenza rappresenta un punto fermo nella tutela dei diritti dei detenuti. Essa consolida la figura del Magistrato di Sorveglianza come il principale interlocutore giurisdizionale per la protezione dei diritti soggettivi in ambito penitenziario. Per i detenuti, ciò significa poter contare su un giudice specializzato e su un percorso processuale chiaro e definito per far valere il proprio diritto di accesso agli atti che li riguardano, senza essere dirottati verso la giurisdizione amministrativa, spesso percepita come più distante e complessa.

A quale giudice deve rivolgersi un detenuto per ottenere l’accesso a documenti che lo riguardano, come i verbali di procedimenti disciplinari?
In base a questa sentenza, il detenuto deve rivolgersi al Magistrato di Sorveglianza, che ha giurisdizione esclusiva e specializzata sulla materia.

Se un detenuto viene trasferito in un altro carcere dopo aver presentato un reclamo, perde il suo diritto a una decisione?
No. Il trasferimento non fa venir meno l’interesse del detenuto alla decisione del reclamo né sposta la competenza del giudice originariamente adito, in applicazione del principio della ‘perpetuatio jurisdictionis’.

La competenza del giudice amministrativo (TAR) è sempre esclusa in materia di accesso agli atti per i detenuti?
Secondo questa pronuncia, quando l’accesso agli atti riguarda documenti inerenti al rapporto detentivo e all’esecuzione della pena, la giurisdizione specializzata del Magistrato di Sorveglianza prevale su quella generale del giudice amministrativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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