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Accertamento età imputato: vale l’esame radiografico

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante l’accertamento età imputato. L’appellante contestava il metodo usato per stabilire la sua età, ma la Corte ha ribadito la validità dell’esame radiografico del polso come strumento probatorio idoneo, ritenendolo prevalente su documenti di identità di dubbia attendibilità. Il ricorso è stato giudicato generico per mancanza di prove concrete a sostegno delle tesi difensive.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accertamento Età Imputato: L’Esame Radiografico Batte i Documenti Incerti

L’accertamento età imputato è un tema cruciale nel processo penale, poiché da esso dipende l’imputabilità e, di conseguenza, la possibilità stessa di essere sottoposti a giudizio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 20411/2024) ha fatto luce sulla validità delle prove scientifiche, come l’esame radiografico, rispetto a documenti di identità di dubbia provenienza. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Una Condanna e il Dubbio sull’Età

Il caso ha origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Bologna per il reato di false dichiarazioni a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.). L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la violazione delle norme sulla valutazione della prova (art. 192 c.p.p.) in relazione, appunto, alla determinazione della sua età anagrafica.

La difesa sosteneva che le prove utilizzate per stabilire che l’imputato fosse maggiorenne al momento del fatto, e quindi penalmente responsabile, non fossero sufficienti o fossero state erroneamente valutate.

L’Accertamento dell’Età dell’Imputato nel Processo

La questione centrale del ricorso riguardava la metodologia utilizzata per l’accertamento età imputato. Quando sorgono dubbi sull’età anagrafica di un soggetto, specialmente se straniero e privo di documenti certi, il giudice può disporre accertamenti medici. Nel caso di specie, era stato effettuato un esame auxologico, comprensivo di una radiografia del polso, che aveva fornito un quadro compatibile con un’età di quindici anni, quindi superiore alla soglia di imputabilità fissata a quattordici anni.

La difesa, sia in appello che in cassazione, aveva contrapposto a tali risultanze scientifiche elementi documentali e argomentazioni ritenute però dai giudici prive di decisività.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo “generico e manifestamente infondato”. I giudici hanno rafforzato un principio giuridico consolidato, basando la loro decisione su due pilastri fondamentali.

La Validità dell’Esame Radiografico

La Corte ha ribadito che l’esame radiografico del polso è uno strumento scientifico pienamente idoneo all’accertamento dell’età. Questo esame consente di valutare lo stato di ossificazione e di accrescimento dello scheletro, fornendo indicazioni attendibili sull’età biologica di un individuo in fase di sviluppo. La sua validità probatoria sussiste anche quando i risultati contraddicono documenti di identità di cui non sia possibile verificare l’autenticità e l’efficacia identificativa.

La Genericità del Ricorso

Il secondo punto chiave è stata la valutazione della linea difensiva. Secondo la Cassazione, la difesa si è limitata ad allegare elementi “privi di decisività e meramente valutativi”, senza fornire alcun supporto documentale certo e verificabile che potesse comprovare la verosimiglianza delle proprie affermazioni. Di fronte a una prova scientifica come l’accertamento auxologico, non è sufficiente sollevare dubbi generici; è necessario portare prove concrete che possano incrinare la validità dell’esame medico.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità

Le motivazioni della Corte si fondano sulla giurisprudenza costante in materia. Viene citato il principio secondo cui la presunzione di minore età, prevista dalla legge sul processo minorile (d.P.R. 448/1988) in caso di dubbi persistenti, non si applica quando esiste un esame osseo che fornisce un quadro compatibile con l’imputabilità e, dall’altro lato, la difesa produce documenti incerti (senza foto, illeggibili, non attribuibili con certezza). Nel caso di specie, le deduzioni della difesa sono state ritenute generiche proprio perché non supportate da prove documentali capaci di smentire le risultanze scientifiche.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame conferma un orientamento di fondamentale importanza pratica. Stabilisce che, nel bilanciamento tra prove scientifiche e prove documentali, le prime possono assumere un peso preponderante quando le seconde sono deboli o di dubbia attendibilità. Per contestare efficacemente l’accertamento età imputato basato su esami medici, la difesa ha l’onere di fornire elementi di prova altrettanto solidi e verificabili, non potendosi limitare a mere allegazioni o alla presentazione di documenti incerti. La decisione sottolinea quindi la centralità del rigore probatorio e la fiducia del sistema giudiziario negli strumenti di accertamento scientifico.

L’esame radiografico del polso è una prova sufficiente per determinare l’età di un imputato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, l’esame radiografico del polso è uno strumento idoneo in quanto consente di valutare il processo di accrescimento dell’organismo in età evolutiva e di stabilire l’età con un grado di attendibilità sufficiente ai fini processuali.

Un documento di identità ha sempre più valore di un esame medico per stabilire l’età?
No. La sentenza chiarisce che l’esame radiografico può prevalere su documenti di identità dei quali non si conosca l’efficacia identificativa e la veridicità, specialmente se questi sono privi di fotografie, parzialmente illeggibili o non attribuibili con certezza all’imputato.

Quando si applica la presunzione di minore età se permangono dubbi?
La presunzione di minore età, prevista in caso di dubbi persistenti anche dopo una perizia, non opera se a fronte dei risultati di un esame radiografico osseo che indicano un’età compatibile con l’imputabilità (nel caso specifico, quindici anni), la difesa si limita a produrre documenti incerti o a sollevare dubbi generici senza fornire prove concrete a sostegno della minore età.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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