LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Accensioni pericolose: quando scatta il reato?

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per accensioni pericolose (art. 703 c.p.) a carico di un manifestante che aveva lanciato un fumogeno. La Corte ha stabilito che per configurare il reato non basta accendere un fumogeno in luogo pubblico, ma è necessario dimostrare un pericolo concreto per l’incolumità delle persone, cosa che i giudici di merito non avevano fatto. Inoltre, l’aggravante del concorso di persone richiede un afflusso di gente superiore alla normalità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accensioni Pericolose: La Cassazione Sottolinea la Necessità del Pericolo Concreto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 36716 del 2024, è intervenuta su un caso di accensioni pericolose, fornendo chiarimenti cruciali sui requisiti necessari per la configurabilità del reato previsto dall’art. 703 del codice penale. La pronuncia sottolinea come non sia sufficiente la mera accensione di un fumogeno in un luogo pubblico, ma occorra una valutazione rigorosa del pericolo concreto per la pubblica incolumità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Il Lancio di un Fumogeno Durante una Manifestazione

La vicenda giudiziaria trae origine da una manifestazione di solidarietà verso i detenuti di un istituto penitenziario. Durante l’evento, un partecipante veniva sorpreso mentre accendeva un fumogeno e lo lanciava in direzione delle mura del carcere. Il fatto si svolgeva in pieno giorno lungo una passeggiata pubblica, un’area generalmente frequentata da pedoni e ciclisti.

L’uomo veniva condannato in primo grado e in appello per la contravvenzione di accensioni pericolose, con l’applicazione dell’aggravante di aver commesso il fatto in un luogo di concorso di persone. L’imputato decideva quindi di ricorrere in Cassazione, lamentando che i giudici di merito non avessero adeguatamente verificato l’esistenza di un pericolo effettivo e concreto per la sicurezza dei presenti.

La Decisione della Cassazione sulle accensioni pericolose

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna e rinviando il caso alla Corte d’Appello per un nuovo esame. La decisione si fonda su due principi cardine che meritano un’analisi approfondita.

Il Principio del Pericolo Concreto

Il primo punto nodale della sentenza riguarda la necessità di accertare il “pericolo in concreto”. I giudici di legittimità hanno affermato che per integrare il reato di cui all’art. 703 c.p., non è sufficiente compiere una delle condotte descritte dalla norma (come accendere un fumogeno), ma è indispensabile che tale condotta crei un pericolo effettivo per la vita o l’incolumità delle persone.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto la motivazione della sentenza d’appello carente, poiché si era limitata a constatare l’accensione del fumogeno senza descriverne le caratteristiche, la tipologia o l’entità del fumo sprigionato. Questi elementi sono invece essenziali per valutare se l’azione abbia realmente rappresentato una minaccia per la sicurezza pubblica.

L’Aggravante del “Concorso di Persone”

Il secondo aspetto rilevante attiene all’interpretazione della circostanza aggravante del “luogo ove sia adunanza o concorso di persone”. La Cassazione, richiamando un suo precedente consolidato (sentenza n. 4814/1974), ha chiarito che tale aggravante non scatta automaticamente solo perché il fatto avviene in un luogo pubblico.

Perché si possa parlare di “concorso di persone”, è necessario che al momento del fatto vi sia un afflusso di gente “particolarmente elevato” rispetto alla normale frequentazione di quel luogo. La Corte d’Appello aveva invece giustificato l’aggravante basandosi sul “fatto notorio” che la passeggiata fosse frequentata, senza però accertare la presenza effettiva di un assembramento anomalo al momento del lancio del fumogeno.

Le Motivazioni

La Cassazione ha motivato la sua decisione evidenziando l’insufficienza della motivazione della sentenza impugnata. I giudici di merito non hanno compiuto la necessaria verifica sulla sussistenza del pericolo concreto per l’incolumità delle persone, limitandosi a un’affermazione generica. Affermare che un’accensione sia illegittima richiede una descrizione puntuale dell’oggetto (il fumogeno) e degli effetti prodotti, per stabilire se da essi possa derivare una lesione al bene giuridico tutelato dalla norma. Allo stesso modo, per applicare l’aggravante del concorso di persone, è indispensabile un accertamento fattuale che vada oltre il mero richiamo alla notorietà della frequentazione di un luogo, essendo richiesta la prova di un assembramento anomalo e superiore alla norma.

Conclusioni

La sentenza in esame rappresenta un importante monito per l’interpretazione del reato di accensioni pericolose. Ribadisce che il diritto penale, anche nelle sue forme contravvenzionali, non può punire condotte meramente simboliche o astrattamente idonee a offendere, ma deve sempre ancorarsi a un pericolo concreto e tangibile per i beni giuridici protetti. La decisione impone ai giudici di merito un’analisi più rigorosa e fattuale, sia nella valutazione della pericolosità della condotta, sia nell’applicazione delle circostanze aggravanti. Di conseguenza, l’accensione di un fumogeno non costituirà automaticamente reato, ma la sua punibilità dipenderà da una valutazione caso per caso delle specifiche circostanze di tempo, di luogo e delle caratteristiche dell’oggetto utilizzato.

Lanciare un fumogeno in un luogo pubblico è sempre reato?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente la semplice accensione del fumogeno. Per configurare il reato di accensioni pericolose (art. 703 c.p.), è necessario che la condotta determini un pericolo concreto e accertato per la vita o l’incolumità delle persone.

Cosa si intende per ‘concorso di persone’ come aggravante del reato di accensioni pericolose?
Per ‘concorso di persone’ non si intende la normale presenza di persone in un luogo pubblico. La Corte ha specificato che è necessario un ‘afflusso particolarmente elevato di persone in rapporto all’ampiezza del luogo’, ovvero un assembramento anomalo e superiore alla normale frequentazione.

Qual è la conseguenza della decisione della Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna e ha disposto un nuovo processo (‘rinvio’). La Corte d’Appello dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi indicati dalla Cassazione, ovvero verificando in modo più approfondito se vi sia stato un pericolo concreto e se sussistessero le condizioni per l’aggravante del concorso di persone.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati