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Accensioni pericolose e fumogeni: serve il pericolo

Un individuo è stato condannato per accensioni pericolose per aver acceso un fumogeno durante una manifestazione. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza, stabilendo che per configurare il reato non basta accendere un fumogeno, ma il giudice deve motivare in modo specifico sulla sua concreta pericolosità per la pubblica incolumità, descrivendone le caratteristiche.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Accensioni pericolose e fumogeni: serve il pericolo concreto

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9022 del 2024, interviene su un tema di grande attualità: le accensioni pericolose in luoghi pubblici. La pronuncia chiarisce un principio fondamentale: per condannare una persona per aver acceso un fumogeno durante una manifestazione, non è sufficiente l’atto in sé, ma è necessario che il giudice dimostri la concreta pericolosità di tale gesto per la pubblica incolumità. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: L’accensione del Fumogeno

Il caso trae origine da una condanna emessa dal Tribunale di Brescia nei confronti di una persona imputata per il reato previsto dall’art. 703 del Codice Penale. L’imputato era stato accusato di aver acceso, senza la necessaria autorizzazione, alcuni fumogeni in una via pubblica, all’esterno di una base militare, durante un’adunanza di persone in occasione di una manifestazione pubblica. Per questi fatti, era stato condannato al pagamento di un’ammenda di 103,00 euro.

L’iter Giudiziario e i Motivi del Ricorso

La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Mancanza del requisito della pericolosità: Secondo il ricorrente, il Tribunale non avrebbe considerato che il reato di accensioni pericolose richiede, per la sua configurazione, una concreta pericolosità della condotta, che nel caso specifico sarebbe mancata. L’imputato, infatti, avrebbe acceso un solo fumogeno senza lanciarlo verso persone o cose.
2. Mancata valutazione della particolare tenuità del fatto: La difesa lamentava inoltre che il giudice di merito avesse omesso di valutare l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p., che prevede la non punibilità per particolare tenuità del fatto, nonostante fosse stata avanzata una richiesta specifica in tal senso.

Accensioni Pericolose: La Decisione della Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, annullando la sentenza di condanna con rinvio per un nuovo giudizio. Il ragionamento della Corte si basa su un’attenta analisi degli elementi costitutivi della fattispecie di reato.

Il Principio della Concreta Pericolosità

Il punto centrale della decisione è che la contravvenzione di cui all’art. 703 c.p. è posta a tutela dell’incolumità fisica delle persone. Questo interesse è compromesso in modo ancora più grave se l’accensione di un artifizio pirotecnico avviene in presenza di molte persone. Tuttavia, la Corte sottolinea che l’indicazione di una possibilità concreta di compromettere seriamente la sicurezza delle persone è un elemento imprescindibile.

Per questo motivo, è necessario che il giudice descriva in modo dettagliato il tipo di fumogeno utilizzato e le caratteristiche del fumo sprigionato. In assenza di tale descrizione, qualunque artifizio, anche di modesta entità e privo di reale offensività, finirebbe per integrare il reato, in contrasto con i principi di offensività e materialità del diritto penale.

Il Vizio di Motivazione Apparente

Nel caso di specie, il Tribunale si era limitato a menzionare che l’imputata aveva acceso un fumogeno di colore viola, senza fornire alcun dettaglio aggiuntivo. Questa carenza ha portato la Cassazione a ravvisare un vizio di motivazione. La sentenza impugnata, infatti, mancava di una valutazione critica e argomentata degli elementi probatori acquisiti, risultando così in una motivazione solo apparente. Il giudice non ha spiegato perché quel specifico fumogeno, in quel contesto, rappresentasse un pericolo apprezzabile per la pubblica incolumità.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha stabilito che, affinché si configuri il reato di accensioni pericolose, il giudice di merito deve compiere una valutazione approfondita sul fatto concreto. Non è sufficiente constatare l’accensione di un fumogeno senza licenza in un luogo affollato. È indispensabile descrivere, almeno in modo approssimativo sulla base delle prove raccolte, le caratteristiche dell’oggetto (es. dimensioni, tipo di emissione, potenziale lesivo) per poter dedurre una reale pericolosità per le persone presenti. La motivazione deve quindi contenere una valutazione critica ed argomentata che colleghi l’azione dell’agente a un effettivo rischio per la pubblica incolumità.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione, con questa pronuncia, rafforza il principio di offensività nel diritto penale. Per le accensioni pericolose, non basta la mera condotta materiale, ma è richiesta una motivazione puntuale del giudice sulla pericolosità effettiva del gesto. La sentenza è stata annullata con rinvio al Tribunale di Brescia, che dovrà riesaminare il caso, in diversa composizione, attenendosi ai principi enunciati dalla Suprema Corte e valutando se, nel caso concreto, l’accensione del fumogeno abbia realmente rappresentato un pericolo per la sicurezza pubblica.

È sempre reato accendere un fumogeno in un luogo pubblico?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non è sufficiente la semplice accensione. È necessario che il giudice accerti e descriva la “concreta pericolosità” del gesto per la pubblica incolumità, analizzando le caratteristiche specifiche dell’artifizio pirotecnico utilizzato.

Cosa si intende per “vizio di motivazione” in una sentenza?
Si ha un “vizio di motivazione” quando la sentenza non contiene una valutazione critica e argomentata degli elementi di prova. In questo caso, il giudice si è limitato a dire che era stato acceso un fumogeno, senza spiegare perché quell’atto fosse concretamente pericoloso, rendendo la motivazione solo “apparente”.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La condanna è stata annullata perché il Tribunale non ha adeguatamente motivato sulla pericolosità effettiva del fumogeno acceso. La Corte ha ritenuto che mancasse una descrizione del tipo di fumogeno e del fumo sprigionato, elementi essenziali per valutare se vi fosse un rischio reale per la sicurezza pubblica, e ha quindi rinviato il caso a un nuovo giudice per una valutazione più approfondita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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