LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Abuso edilizio: sequestro valido con sanatoria in corso

La Corte di Cassazione ha confermato il sequestro preventivo di un immobile realizzato in totale difformità dal progetto autorizzato. Nonostante una richiesta di sanatoria in corso per l’abuso edilizio, la Corte ha ritenuto prevalente il fumus commissi delicti, poiché la costruzione di una casa residenziale al posto di un magazzino e in un’area diversa costituisce una variazione non sanabile, specialmente in zona vincolata.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abuso Edilizio Grave: Sequestro Confermato Anche con Istanza di Sanatoria

La Corte di Cassazione, con la sentenza in esame, torna a pronunciarsi su un tema cruciale in materia urbanistica: la legittimità del sequestro preventivo di un immobile in caso di abuso edilizio grave, anche quando pende una richiesta di sanatoria. La decisione sottolinea la netta distinzione tra la procedura amministrativa di regolarizzazione e la valutazione penale sulla sussistenza del fumus commissi delicti, specialmente di fronte a opere realizzate in totale difformità dal titolo abilitativo.

I Fatti del Caso: Dalla Sanatoria al Sequestro Preventivo

Il caso riguarda due soggetti indagati per aver realizzato un manufatto ad uso residenziale su un terreno situato in un comune della Sardegna. L’intervento edilizio presentava due macroscopiche irregolarità: in primo luogo, era stato costruito un edificio abitativo al posto di un magazzino, come invece previsto dal permesso di costruire; in secondo luogo, la costruzione era stata edificata a circa novanta metri di distanza dal luogo autorizzato nel progetto.

A seguito di questi accertamenti, l’autorità giudiziaria disponeva il sequestro preventivo dell’immobile. Gli indagati proponevano ricorso al Tribunale del riesame, che confermava la misura cautelare. La difesa, quindi, si rivolgeva alla Corte di Cassazione, sostenendo che la pendenza di una richiesta di accertamento di conformità (sanatoria), che aveva già ricevuto un parere positivo sotto il profilo paesaggistico e urbanistico, avrebbe dovuto portare alla revoca del sequestro.

L’Abuso Edilizio e la Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le argomentazioni difensive manifestamente infondate. I giudici hanno chiarito che, in sede di riesame di una misura cautelare reale come il sequestro preventivo, il controllo è limitato alla verifica delle condizioni di legittimità della misura stessa, ovvero la sussistenza del fumus commissi delicti.

La pendenza di una procedura di sanatoria non è, di per sé, sufficiente a far venir meno la parvenza di reato. Il Tribunale del riesame, secondo la Cassazione, non deve compiere una valutazione prognostica sull’esito della sanatoria, ma deve limitarsi a verificare se, allo stato degli atti, sussistano elementi concreti che configurino un abuso edilizio.

La Difformità Totale Come Ostacolo Insormontabile

Il punto centrale della decisione risiede nella qualificazione dell’intervento come ‘aliud pro alio’, ovvero la realizzazione di ‘una cosa per un’altra’. La costruzione di una casa di civile abitazione (con sei stanze, due bagni, camere da letto e veranda) al posto di un magazzino, per di più in un’area di sedime completamente diversa da quella assentita, costituisce una difformità totale. Questo tipo di abuso edilizio non è riconducibile a una parziale difformità o a variazioni essenziali, ma integra un’opera radicalmente diversa e, come tale, non sanabile ai sensi dell’art. 36 del d.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia), specialmente in un’area soggetta a vincolo paesaggistico.

Irrilevanza delle Questioni Procedurali

La Corte ha anche respinto le doglianze di natura procedurale, affermando che la mancata convalida di un sequestro d’urgenza nei termini di legge non preclude al giudice di emettere un nuovo provvedimento di sequestro con efficacia ‘ex nunc’, qualora ne sussistano i presupposti.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si fondano su principi consolidati. In primo luogo, il giudizio cautelare non può anticipare la decisione di merito sulla responsabilità penale. Il suo perimetro è circoscritto alla compatibilità tra la fattispecie concreta e la norma penale violata. L’esistenza del fumus del reato si basa sulle prospettazioni dell’accusa e sull’inquadramento giuridico, e può essere smentita solo da elementi difensivi incontrovertibili, quali non sono una prognosi sull’esito di una sanatoria.

In secondo luogo, la sentenza ribadisce che per ottenere una sanatoria edilizia è indispensabile la ‘doppia conformità’: l’opera deve essere conforme agli strumenti urbanistici sia al momento della sua realizzazione, sia al momento della presentazione della domanda. Nel caso di specie, la realizzazione di volumi residenziali in un’area di sedime diversa da quella autorizzata e in zona vincolata esclude in radice la possibilità di una regolarizzazione, sia urbanistica che paesaggistica.

Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione offre un importante monito: la presentazione di un’istanza di sanatoria non costituisce uno ‘scudo’ automatico contro le misure cautelari penali. Quando l’abuso edilizio è di tale gravità da configurare una trasformazione totale e radicale rispetto al progetto autorizzato, il sequestro preventivo rimane uno strumento legittimo e necessario per impedire che le conseguenze del reato si protraggano. La decisione conferma che la tutela del territorio e il rispetto delle normative urbanistiche e paesaggistiche prevalgono su tentativi di regolarizzazione postuma di illeciti di tale portata.

È possibile ottenere la revoca di un sequestro preventivo per abuso edilizio se è in corso una procedura di sanatoria?
No, la sola pendenza di una procedura di sanatoria non è sufficiente a far revocare il sequestro. La valutazione del giudice in sede cautelare si limita a verificare la sussistenza della parvenza di reato (fumus commissi delicti), e una prognosi sull’esito della sanatoria non è un elemento idoneo a farla venir meno.

Quando un abuso edilizio è considerato una ‘difformità totale’ (aliud pro alio) e perché questo impedisce la sanatoria?
Un abuso edilizio è considerato ‘aliud pro alio’ quando l’opera realizzata è radicalmente diversa da quella autorizzata, come nel caso della costruzione di un’abitazione residenziale al posto di un magazzino e in un’area di sedime diversa. Questa difformità totale non è sanabile perché non rientra nelle ipotesi di parziale difformità o variazioni essenziali previste dalla legge, specialmente in aree soggette a vincoli.

La scadenza dei termini per la convalida di un sequestro d’urgenza impedisce al giudice di emettere un nuovo decreto di sequestro?
No. La Corte ha ribadito che la caducazione di un sequestro d’urgenza per inosservanza dei termini non preclude al giudice il potere di imporre ugualmente il vincolo reale con un nuovo provvedimento, che avrà efficacia dal momento della sua emissione (ex nunc).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati