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Abuso edilizio: No a CILA per aumento di volume

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso contro un sequestro preventivo per abuso edilizio. I lavori, presentati come efficientamento energetico, avevano in realtà causato un aumento di volume e modifiche strutturali, richiedendo autorizzazioni sismiche e paesaggistiche non ottenute. La Corte ha stabilito che un intervento di tale portata non può essere giustificato con una semplice CILA, confermando la sussistenza del ‘fumus’ del reato.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abuso Edilizio e Sequestro: Quando l’Efficienza Energetica non Giustifica l’Aumento di Volume

Un recente intervento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia edilizia: non tutti i lavori, anche se finalizzati all’efficientamento energetico, possono essere realizzati con procedure semplificate. Quando un intervento comporta un aumento di volume e modifiche strutturali, si configura un abuso edilizio se non vengono richieste le autorizzazioni necessarie, come il permesso di costruire e le autorizzazioni sismiche e paesaggistiche. Analizziamo insieme la Sentenza n. 2810/2025 per capire i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Un Intervento Edilizio Controverso

Il caso ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari nei confronti del proprietario di un immobile. L’indagato aveva realizzato una serie di opere edilizie contestate, tra cui la sopraelevazione dell’edificio e il contemporaneo abbassamento del solaio del piano sottotetto. Tali interventi avevano portato a un ampliamento complessivo del volume dell’immobile.

Il Tribunale del riesame, confermando il sequestro, aveva ritenuto sussistente il cosiddetto fumus del reato, ovvero la probabile commissione di reati edilizi previsti dal Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. 380/2001).

La Difesa dell’Indagato e il Ricorso in Cassazione

L’indagato ha presentato ricorso per cassazione sostenendo una tesi difensiva precisa. A suo dire, l’innalzamento dell’immobile, pari a circa 63 cm, non avrebbe dovuto essere considerato ai fini volumetrici, in quanto dovuto esclusivamente alla posa di pannelli coibentati per l’efficientamento energetico. Secondo la difesa, diverse normative nazionali e regionali escluderebbero tali spessori extra dal calcolo della volumetria urbanistica.

Inoltre, sosteneva che l’abbassamento del piano di calpestio del sottotetto fosse un elemento irrilevante, poiché non incidente sul volume complessivo. In sintesi, l’intero intervento sarebbe dovuto rientrare in una categoria di lavori minori, realizzabili con una semplice CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata).

La Decisione della Corte: L’inammissibilità del ricorso per abuso edilizio

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. I giudici hanno chiarito che il ricorso in materia di misure cautelari reali, come il sequestro, è consentito solo per violazione di legge e non per rimettere in discussione la valutazione dei fatti compiuta dal Tribunale del riesame.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione del Tribunale non fosse né assente né meramente apparente, ma basata su argomenti logici e coerenti che giustificavano ampiamente la misura del sequestro.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su punti chiave. In primo luogo, il Tribunale del riesame aveva correttamente valutato e superato la tesi difensiva. Aveva infatti evidenziato che non vi era alcuna prova concreta dell’installazione dei pannelli coibentati né nella relazione tecnica agli atti né nella documentazione fotografica.

In secondo luogo, e in modo decisivo, il Tribunale ha letto l’intervento non come una serie di opere separate, ma come un’operazione edilizia unitaria e complessa. La sopraelevazione e l’abbassamento del solaio, letti insieme, hanno comportato un evidente ampliamento del volume del piano sottotetto. Un’opera di tale portata, che incide sulla sagoma e sulla struttura dell’edificio, non può in alcun modo essere realizzata tramite una CILA. Al contrario, essa richiede il rilascio di un titolo edilizio appropriato, nonché delle necessarie autorizzazioni sismiche e paesaggistiche.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce che le deroghe previste per l’efficientamento energetico non possono essere utilizzate come pretesto per realizzare ampliamenti volumetrici non consentiti. La valutazione di un intervento edilizio deve essere complessiva: se l’insieme delle opere porta a una modifica sostanziale dell’immobile, si ricade nell’ambito dell’abuso edilizio qualora manchino i permessi adeguati. Questa decisione serve da monito per chiunque intraprenda lavori di ristrutturazione: la corretta qualificazione dell’intervento fin dall’inizio è cruciale per evitare gravi conseguenze penali e amministrative, come il sequestro del cantiere e la successiva condanna.

È possibile giustificare un aumento di volume di un immobile come intervento di efficientamento energetico per evitare l’accusa di abuso edilizio?
No, secondo la sentenza, un intervento complesso che comporta un ampliamento di volume e un ribassamento del solaio non può essere mascherato da semplice efficientamento energetico. Se le opere modificano la volumetria e la struttura, richiedono permessi specifici e non possono essere realizzate con una CILA, configurando altrimenti un abuso edilizio.

Quali autorizzazioni sono necessarie per interventi che modificano la struttura e la volumetria di un edificio?
Per interventi complessi che includono sopraelevazione e modifiche strutturali, come nel caso esaminato, non è sufficiente una CILA. È necessario ottenere il rilascio dell’autorizzazione sismica e paesaggistica, oltre al pertinente titolo edilizio (es. Permesso di Costruire).

In quali casi il ricorso per cassazione avverso un provvedimento di sequestro preventivo viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso per cassazione in materia di misure cautelari reali, come il sequestro preventivo, è ammesso solo per violazione di legge. Viene dichiarato inammissibile se, invece di denunciare un errore di diritto, si limita a contestare la valutazione dei fatti e delle prove operata dal giudice di merito (in questo caso, il Tribunale del riesame), a meno che la motivazione di quest’ultimo non sia totalmente assente o meramente apparente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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