Abuso Edilizio: Quando la Valutazione Frammentaria Rende il Ricorso Inammissibile
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento sulla disciplina dell’abuso edilizio e sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in Cassazione. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione di un illecito edilizio deve essere unitaria e non può essere artificiosamente frammentata per sostenere tesi difensive, come quella relativa alla decorrenza della prescrizione. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.
I Fatti del Caso: un Ricorso contro la Condanna per Abuso Edilizio
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli, che lo aveva condannato per un illecito edilizio. Il ricorrente lamentava vizi di violazione di legge e di motivazione, sostenendo che la Corte territoriale avesse errato nel calcolare il termine di decorrenza della prescrizione del reato. La tesi difensiva si basava su una rilettura dei dati raccolti, proponendo un’analisi frammentaria degli eventi per anticipare l’inizio del decorso della prescrizione e, di conseguenza, ottenere l’estinzione del reato.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Secondo i giudici di legittimità, la decisione della Corte d’Appello era basata su una motivazione logica e coerente, che aveva correttamente considerato l’abuso edilizio nel suo complesso. La Suprema Corte ha qualificato l’argomentazione del ricorrente come una “mera rivalutazione dei dati raccolti operata in chiave frammentaria e contraria ai principi in materia vigente”.
Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.
Le Motivazioni: la Valutazione Unitaria contro l’Analisi Frammentaria
Il cuore della decisione risiede nel principio della valutazione unitaria dell’illecito edilizio. La Corte ha sottolineato che, per determinare correttamente il momento da cui inizia a decorrere la prescrizione, è necessario considerare l’abuso come un fenomeno unico e continuativo. Tentare di scomporre l’illecito in singole fasi o momenti, come ha fatto il ricorrente, rappresenta un approccio errato che contrasta con i principi consolidati in materia.
La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, aveva compiuto una “doverosa valutazione unitaria dell’abuso edilizio”, giungendo a una “corretta determinazione del termine di decorrenza della prescrizione”. Il ricorso, invece di evidenziare un reale vizio di legge o di motivazione, si limitava a proporre una lettura alternativa e parziale dei fatti, attività che non rientra nelle competenze del giudice di legittimità.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza rafforza un importante principio procedurale e sostanziale. In primo luogo, ribadisce che il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove poter ridiscutere i fatti del processo. È necessario, invece, dimostrare un errore specifico nell’applicazione della legge o un difetto logico palese nella motivazione della sentenza impugnata. In secondo luogo, in materia di abuso edilizio, la valutazione dell’opera illegale deve essere globale. Questo approccio impedisce che strategie difensive basate sulla frammentazione dell’illecito possano portare all’estinzione del reato per prescrizione. La decisione serve quindi da monito: i ricorsi devono fondarsi su solide argomentazioni giuridiche e non su mere reinterpretazioni dei fatti, pena l’inammissibilità e l’imposizione di sanzioni pecuniarie.
Perché il ricorso per abuso edilizio è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, invece di contestare un errore di diritto o un vizio di motivazione, si limitava a proporre una mera rivalutazione dei fatti già esaminati, operata in chiave frammentaria e contraria ai principi vigenti in materia.
Cosa significa ‘valutazione unitaria dell’abuso edilizio’?
Significa che l’illecito edilizio deve essere considerato nel suo complesso, come un unico fenomeno, per determinare correttamente aspetti giuridici come l’inizio del termine di prescrizione, senza suddividerlo artificialmente in più parti o momenti distinti.
Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10096 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10096 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 18/10/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a NAPOLI il 24/06/1980
avverso la sentenza del 28/03/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso proposto da COGNOME Raffaele in ordine a vizi violazione di legge e di motivazione è inammissibile a fronte di una motivazio che opera una doverosa valutazione unitaria dell’abuso edilizio e conseguentemente corretta determinazione del termine di decorrenza della prescrizione, cui si contrappone, da parte del ricorrente, una mera rivalutazion dati raccolti operata in chiave frammentaria e contraria ai principi in ma vigente.
Rilevato che pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, co condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma d euro 3000 in favore della Cassa delle Ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle s processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 18 ottobre 2024
Il Con igliere estensore .r..
Il Presidente