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Abusi edilizi gravi: no a sanatoria e tenuità del fatto

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per abusi edilizi gravi, chiarendo che la nuova sanatoria “Salva Casa” non si applica a violazioni sostanziali come la creazione di nuove unità abitative o l’aumento di volume. La Corte ha inoltre escluso la non punibilità per particolare tenuità del fatto, data la gravità e la pluralità delle infrazioni commesse.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abusi Edilizi Gravi: La Cassazione Nega Sanatoria e Tenuità del Fatto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il tema degli abusi edilizi gravi, stabilendo principi chiari sull’inapplicabilità della nuova sanatoria “Salva Casa” e della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione conferma la linea dura della giurisprudenza nei confronti di interventi che modificano sostanzialmente la struttura e la volumetria degli immobili, ribadendo la necessità di rispettare rigorosamente le normative urbanistiche e sismiche.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda la condanna di tre persone per aver realizzato opere abusive in una villetta. Gli interventi contestati erano tutt’altro che marginali: avevano trasformato locali adibiti ad autorimesse in abitazioni, aumentato il numero di unità immobiliari (da una a due), ampliato la volumetria complessiva dell’edificio e modificato i prospetti esterni. In sostanza, una ristrutturazione che, in assenza del necessario permesso a costruire, configurava una serie di reati edilizi.

I Motivi del Ricorso e l’Analisi della Cassazione sugli abusi edilizi gravi

I condannati hanno presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali, tutti respinti dalla Corte in quanto manifestamente infondati.

Correlazione tra Accusa e Condanna

Gli imputati lamentavano una violazione del diritto di difesa, sostenendo che il capo d’imputazione non menzionasse esplicitamente il cambio di destinazione d’uso. La Corte ha rigettato questa tesi, chiarendo un principio fondamentale del processo penale: la contestazione del fatto non si esaurisce nel solo capo d’imputazione, ma comprende tutti gli atti del fascicolo processuale. Nel caso specifico, i verbali di sopralluogo e gli allegati della polizia municipale, ben noti agli imputati, descrivevano in dettaglio tutti gli abusi, inclusa la trasformazione dei garage in abitazioni. Il diritto di difesa era quindi stato pienamente garantito.

I Limiti della Sanatoria “Salva Casa”

Il secondo motivo di ricorso si basava sulla speranza di poter beneficiare della sanatoria introdotta dal cosiddetto decreto “Salva Casa” (art. 36-bis d.P.R. n. 380/2001). Anche in questo caso, la Cassazione ha posto un netto confine. La Corte ha specificato che questa nuova forma di sanatoria è applicabile solo a difformità parziali e violazioni minori (rientranti nell’art. 44, lett. a) del Testo Unico Edilizia).

Gli abusi edilizi gravi come quelli in esame (art. 44, lett. b)), che comportano aumento di volumetria, creazione di nuove unità immobiliari o modifiche essenziali dell’edificio, restano esclusi. Per tali violazioni, continua a valere il rigido principio della “doppia conformità”: l’opera deve essere conforme alle normative sia al momento della costruzione, sia al momento della richiesta di sanatoria. Inoltre, la Corte ha ribadito che la sanatoria è sempre esclusa in assenza della preventiva autorizzazione sismica.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Infine, i ricorrenti chiedevano l’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, ovvero la non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Cassazione ha negato questa possibilità, motivando che la valutazione sulla tenuità richiede un’analisi complessiva della fattispecie. Nel caso in esame, diversi elementi ostacolavano il riconoscimento del beneficio:

* Non occasionalità della condotta: Si trattava di plurime contravvenzioni, indice di un comportamento abituale.
* Gravità del fatto: L’intervento era significativo, destinato a ricavare ampi locali abitativi in violazione del piano regolatore.
* Violazione di norme strutturali: Le opere erano state realizzate senza rispettare le normative in materia di costruzioni in zone sismiche.

La Corte ha ricordato che anche un solo elemento di gravità è sufficiente per escludere la particolare tenuità del fatto.

Le motivazioni

La decisione della Suprema Corte si fonda su una rigorosa interpretazione delle norme edilizie e penali. Le motivazioni evidenziano che il sistema giuridico distingue nettamente tra irregolarità minori e abusi edilizi gravi. Mentre per le prime il legislatore ha previsto percorsi di regolarizzazione semplificati (come il recente decreto “Salva Casa”), per i secondi la risposta dell’ordinamento rimane severa. La ratio è proteggere beni giuridici fondamentali come l’ordinato sviluppo del territorio, la sicurezza pubblica e la stabilità degli edifici. La Corte ha sottolineato come la trasformazione radicale di un immobile, con creazione di nuova volumetria abitabile e senza le dovute verifiche sismiche, costituisca un’offesa di entità tale da non poter essere considerata né “tenue” né sanabile con procedure agevolate.

Conclusioni

Questa sentenza offre un importante monito a chi intende realizzare interventi edilizi. Conferma che gli abusi edilizi gravi non trovano scappatoie né nelle nuove norme sulla sanatoria né nell’istituto della particolare tenuità del fatto. La decisione riafferma la centralità del permesso a costruire e il rispetto delle normative urbanistiche e sismiche come pilastri della legalità nel settore delle costruzioni. Per i proprietari di immobili e le imprese edili, il messaggio è chiaro: le violazioni sostanziali comportano conseguenze penali serie, dalle quali è difficile sottrarsi.

La nuova sanatoria “Salva Casa” (art. 36-bis d.P.R. 380/2001) si applica anche agli abusi edilizi gravi come la creazione di una nuova unità abitativa?
No. La sentenza chiarisce che la sanatoria prevista dall’art. 36-bis è limitata a difformità parziali. Non si applica agli abusi edilizi gravi, come quelli che comportano un aumento della volumetria, la creazione di nuove unità immobiliari o il mutamento della destinazione d’uso di alcuni locali, per i quali resta necessario il requisito della “doppia conformità”.

Un’accusa penale è considerata imprecisa se non elenca ogni singolo dettaglio dell’abuso edilizio, come il cambio di destinazione d’uso?
No. Secondo la Corte, il fatto contestato deve essere enunciato in modo chiaro, ma la sua conoscenza da parte dell’imputato non deriva solo dal capo d’imputazione formale, ma da tutti gli atti del fascicolo processuale (come verbali di sopralluogo e allegati tecnici), che consentono un pieno esercizio del diritto di difesa.

Quando un abuso edilizio può essere considerato di “particolare tenuità del fatto” e quindi non punibile ai sensi dell’art. 131-bis cod. pen.?
La sentenza stabilisce che gli abusi edilizi gravi non possono essere considerati di particolare tenuità. La valutazione esclude questo beneficio quando la condotta non è occasionale (essendoci plurime violazioni), quando l’intervento è significativo (come la creazione di ampi locali abitativi in violazione del piano regolatore) e, soprattutto, quando vengono violate le normative strutturali e sismiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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