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Abrogazione reato: Cassazione annulla sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per un reato previsto dall’art. 323 c.p., che era già stato dichiarato estinto per prescrizione. La decisione si basa sulla sopravvenuta abrogazione del reato, una formula più favorevole per l’imputato. Questo principio di abrogazione reato prevale su altre cause di estinzione, portando a un proscioglimento pieno perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abrogazione Reato: La Cassazione Annulla la Sentenza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4917/2025) offre un chiarimento fondamentale sul principio della abrogazione reato e i suoi effetti su un processo in corso. La Suprema Corte ha stabilito che la decriminalizzazione di una fattispecie prevale sulla prescrizione, portando all’annullamento della sentenza con la formula più favorevole per l’imputato. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

La Vicenda Processuale

Il caso ha origine da una sentenza della Corte di Appello che aveva confermato la decisione di primo grado. In entrambi i giudizi di merito, un imputato era stato dichiarato non doversi procedere per il reato di cui all’art. 323 del codice penale, in quanto il reato si era estinto per intervenuta prescrizione.

Nonostante l’esito apparentemente favorevole, l’imputato ha deciso di ricorrere in Cassazione. La sua difesa sosteneva la totale assenza dell’elemento soggettivo del reato, chiedendo un’assoluzione nel merito con la formula “perché il fatto non costituisce reato”, ritenuta più liberatoria rispetto alla semplice declaratoria di prescrizione. A sostegno della sua tesi, la difesa evidenziava la presenza di prove testimoniali e documentali che avrebbero dovuto dimostrare la sua buona fede.

Il Ricorso e la Sopravvenuta Abrogazione del Reato

Il colpo di scena è avvenuto durante la pendenza del ricorso in Cassazione. Il legislatore è intervenuto con la legge n. 114 del 9 agosto 2024, la quale ha disposto l’abrogazione dell’art. 323 del codice penale, la norma che incriminava la condotta per cui l’imputato era a processo.

Questo intervento normativo ha cambiato radicalmente le carte in tavola. La difesa ha quindi presentato motivi nuovi, chiedendo l’annullamento della sentenza non più solo per motivi di merito, ma perché il fatto contestato, a seguito della nuova legge, non è più previsto dalla legge come reato.

La Decisione della Suprema Corte sull’Abrogazione Reato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato proprio alla luce della sopravvenuta abrogazione reato. I giudici hanno affermato un principio cardine del nostro ordinamento penale: quando una norma incriminatrice viene abrogata, la formula di proscioglimento “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato” deve prevalere su altre cause di estinzione del reato, come la prescrizione.

Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, sancendo in modo definitivo che la condotta dell’imputato non ha più rilevanza penale.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e si fonda sul principio del favor rei (il favore verso l’imputato). La formula di proscioglimento per abrogazione reato è considerata più ampia e favorevole rispetto a quella per prescrizione. Mentre la prescrizione estingue il reato per il decorso del tempo, lasciando potenzialmente un’ombra sulla condotta dell’imputato, l’assoluzione perché il fatto non è (più) reato cancella ogni profilo di illiceità penale della condotta stessa. È una declaratoria piena e incondizionata che elimina alla radice la rilevanza penale del comportamento contestato.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza del principio di retroattività della legge penale più favorevole. L’abrogazione reato ha un effetto dirompente sui processi in corso, obbligando il giudice a prendere atto della mutata volontà del legislatore e ad assolvere l’imputato con la formula più ampia possibile. La decisione chiarisce che, in una gerarchia di esiti processuali, l’assoluzione nel merito, anche per sopravvenuta decriminalizzazione, è sempre preferibile alla declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, garantendo così la tutela più completa per la posizione dell’imputato.

Cosa succede se un reato viene abrogato mentre un processo è ancora in corso?
La conseguenza è l’annullamento della sentenza con la formula “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”, poiché la condotta contestata ha perso la sua rilevanza penale.

L’abrogazione del reato prevale sulla prescrizione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la formula di proscioglimento per abrogazione del reato è più favorevole all’imputato rispetto alla declaratoria di estinzione per prescrizione e, pertanto, deve prevalere.

Qual è stato l’effetto della legge n. 114 del 2024 sulla fattispecie di reato prevista dall’art. 323 c.p.?
La legge ha abrogato la norma incriminatrice contenuta nell’art. 323 del codice penale. Di conseguenza, i fatti che rientravano in quella previsione non costituiscono più un illecito penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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