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Abrogazione reato abuso d’ufficio: caso annullato

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di assoluzione per alcuni amministratori pubblici, originariamente accusati di abuso d’ufficio. La decisione non entra nel merito del ricorso della Procura, ma si basa sulla recente abrogazione reato abuso d’ufficio (L. 114/2024), che ha reso la condotta non più penalmente rilevante.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abrogazione Reato Abuso d’Ufficio: la Cassazione Annulla la Sentenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7542 del 2025, ha chiuso definitivamente un procedimento penale relativo a nomine dirigenziali in un ente locale. La decisione si fonda su un principio fondamentale: l’intervenuta abrogazione reato abuso d’ufficio. Questo cambiamento legislativo ha reso superflua ogni valutazione sul merito della vicenda, portando all’annullamento della sentenza impugnata perché il fatto non è più considerato un crimine.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria vedeva coinvolti un ex sindaco e tre dirigenti comunali. L’accusa mossa era quella di abuso d’ufficio, poiché il primo cittadino aveva nominato gli altri tre dirigenti senza seguire una procedura di selezione pubblica idonea.

In primo grado, il Tribunale di Lagonegro aveva condannato gli imputati. Successivamente, la Corte di appello di Potenza aveva ribaltato la decisione, assolvendoli per assenza di dolo, ovvero della volontà cosciente di commettere l’illecito. Secondo la corte territoriale, non era stata provata l’intenzionalità di favorire i nominati o di danneggiare altri.

Il Ricorso in Cassazione della Procura

Contro la sentenza di assoluzione, la Procura generale presso la Corte di appello aveva presentato ricorso in Cassazione. La Procura sosteneva che i giudici di secondo grado avessero valutato erroneamente le prove, che a loro avviso dimostravano sia l’illegittimità degli atti amministrativi di nomina sia la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato (il dolo).

L’impatto della Nuova Legge sull’Abrogazione Reato Abuso d’Ufficio

Mentre il caso era pendente dinanzi alla Suprema Corte, è intervenuto un fattore decisivo e risolutivo: l’approvazione della legge 9 agosto 2024, n. 114. Questa legge ha abrogato l’articolo 323 del codice penale, che disciplinava il reato di abuso d’ufficio. Di conseguenza, la condotta per cui gli imputati erano a processo ha cessato di essere un reato per l’ordinamento giuridico italiano.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, preso atto della modifica normativa, ha applicato un principio cardine del diritto penale: la retroattività della legge più favorevole all’imputato (favor rei). Se una legge elimina un reato, nessuno può essere punito per quel fatto, anche se commesso prima dell’entrata in vigore della nuova norma.

Di conseguenza, la Corte ha stabilito che tutte le questioni sollevate dal ricorso della Procura generale fossero “assorbite” dalla nuova legge. Non aveva più senso discutere se gli imputati avessero agito con dolo o se gli atti fossero illegittimi, poiché la condotta stessa non era più penalmente rilevante. La Suprema Corte ha quindi annullato senza rinvio la sentenza impugnata, con la formula “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”.

Conclusioni

Questa sentenza è un chiaro esempio di come le modifiche legislative possano influenzare direttamente l’esito dei procedimenti giudiziari in corso. L’abrogazione reato abuso d’ufficio ha avuto un impatto immediato, estinguendo i procedimenti pendenti e rendendo irrilevanti le contestazioni mosse. La decisione della Cassazione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza degli imputati rispetto all’originaria accusa, ma si limita a constatare che, per effetto di una scelta del legislatore, la materia del contendere è venuta meno. Ciò determina la chiusura definitiva del caso, sancendo che la condotta esaminata non ha più rilevanza penale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza in questo caso?
La Corte ha annullato la sentenza perché il reato contestato agli imputati, l’abuso d’ufficio previsto dall’art. 323 del codice penale, è stato abrogato dalla legge n. 114 del 9 agosto 2024.

Cosa significa che il fatto non è più previsto dalla legge come reato?
Significa che la condotta specifica per la quale si procedeva (in questo caso, la nomina di dirigenti senza una procedura selettiva) non è più considerata un crimine dall’ordinamento giuridico. Di conseguenza, nessuno può essere condannato per tale fatto, anche se commesso quando la legge era ancora in vigore.

Qual è stata la conseguenza dell’abrogazione del reato sul ricorso della Procura?
Il ricorso della Procura generale, che contestava la correttezza della precedente sentenza di assoluzione, è stato dichiarato “assorbito”. Ciò vuol dire che la Corte non lo ha esaminato nel merito, poiché la questione principale (l’esistenza del reato) è venuta meno per effetto della nuova legge, rendendo superflua ogni altra valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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