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Abrogazione abuso d’ufficio: sentenza annullata

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una condanna per abuso d’ufficio a carico di un responsabile tecnico comunale. La decisione si fonda sulla recente abrogazione abuso d’ufficio (art. 323 c.p.) a seguito della Legge n. 114/2024. Poiché il fatto non è più previsto dalla legge come reato (abolitio criminis), la condanna è stata cancellata in via definitiva.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abrogazione Abuso d’Ufficio: la Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una vicenda processuale riguardante un funzionario pubblico, applicando direttamente gli effetti della abrogazione abuso d’ufficio. La Suprema Corte ha annullato senza rinvio la condanna emessa nei confronti di un responsabile del settore tecnico di un Comune, poiché il reato contestato, previsto dall’art. 323 del codice penale, non esiste più nel nostro ordinamento. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava il responsabile del settore tecnico di un Comune, condannato in primo grado e in appello per il reato di abuso d’ufficio. L’accusa si riferiva a fatti commessi nel 2013, legati alla concessione di un parere favorevole per la costruzione di una piscina. Secondo l’accusa, il funzionario aveva agito in violazione dei suoi doveri, procurando un vantaggio ingiusto.

La Corte di Appello di Cagliari aveva confermato la condanna a un anno di reclusione (pena sospesa), ritenendo provata la colpevolezza dell’imputato.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, basandosi su due motivi principali:
1. Errata valutazione della prova e motivazione contraddittoria: Si contestava il modo in cui i giudici di merito avevano valutato le prove, in particolare una consulenza tecnica di parte che sosteneva la regolarità urbanistica dell’area interessata dalla costruzione della piscina.
2. Insussistenza del dolo intenzionale: La difesa evidenziava la mancanza dell’elemento soggettivo richiesto per il reato di abuso d’ufficio, ovvero la volontà diretta e primaria di commettere l’illecito. Si sottolineava, inoltre, un errore di fatto nella sentenza impugnata, che attribuiva all’imputato la presidenza di una commissione edilizia in realtà presieduta da un’altra persona.

L’Impatto Decisivo della Abrogazione Abuso d’Ufficio

Nonostante i motivi di ricorso presentati dalla difesa, la decisione della Corte di Cassazione si è fondata su un evento normativo sopravvenuto e risolutivo: l’abrogazione abuso d’ufficio.

Il Principio della Abolitio Criminis

La Legge n. 114 del 9 agosto 2024 ha, infatti, cancellato l’art. 323 del codice penale a decorrere dal 25 agosto 2024. Questo intervento legislativo ha determinato una cosiddetta abolitio criminis: un fatto che prima era considerato reato, cessa di esserlo. In base al principio di retroattività della legge penale più favorevole, nessuno può essere punito per un fatto che, secondo una legge successiva, non costituisce più reato.

La Legittimità dell’Abrogazione Confermata dalla Corte Costituzionale

La Corte di Cassazione ha rafforzato la propria decisione richiamando la sentenza n. 95 del 7 maggio 2025 della Corte Costituzionale. Quest’ultima ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate contro la legge di abrogazione. I giudici costituzionali hanno chiarito che le convenzioni internazionali, come la Convenzione di Merida contro la corruzione, non impongono agli Stati l’obbligo di mantenere in vita il reato di abuso d’ufficio, né ne vietano l’abrogazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha basato la sua decisione esclusivamente sulla sopravvenuta modifica legislativa. Le argomentazioni della difesa, relative al merito della vicenda, sono state di fatto assorbite e superate. La motivazione è netta e lineare: la norma incriminatrice in base alla quale l’imputato era stato condannato è stata abrogata. Di conseguenza, il fatto per cui si procedeva non è più previsto dalla legge come reato. In applicazione del principio dell’abolitio criminis, la sentenza di condanna doveva essere annullata.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio. Questa formula significa che la vicenda processuale si chiude definitivamente, senza necessità di un nuovo giudizio. L’imputato è stato prosciolto in via definitiva. La sentenza rappresenta una delle prime applicazioni concrete della recente abrogazione abuso d’ufficio, evidenziando come le modifiche al codice penale abbiano un impatto diretto e immediato sui processi in corso e sui giudizi pendenti, cancellando le condanne per fatti che il legislatore ha scelto di non considerare più penalmente rilevanti.

Perché la condanna per abuso d’ufficio è stata annullata in questo caso?
La condanna è stata annullata perché il reato di abuso d’ufficio, previsto dall’art. 323 del codice penale, è stato abrogato dalla Legge n. 114 del 9 agosto 2024. Di conseguenza, il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato (c.d. abolitio criminis).

Cosa significa la decisione di “annullamento senza rinvio”?
Significa che la Corte di Cassazione ha cancellato la sentenza di condanna in via definitiva, chiudendo il processo. Non ci sarà un nuovo giudizio davanti a un’altra corte perché la questione è stata risolta in punto di diritto in modo conclusivo.

L’abrogazione del reato di abuso d’ufficio è stata considerata legittima?
Sì. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 95 del 7 maggio 2025, ha stabilito che l’abrogazione è costituzionalmente legittima, poiché le convenzioni internazionali non impongono all’Italia di mantenere tale reato nel proprio ordinamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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