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Abolitio criminis: la Cassazione e il patteggiamento

La Cassazione ha respinto il ricorso di un condannato che chiedeva l’annullamento di una sentenza di patteggiamento a seguito dell’abolitio criminis di uno dei reati in continuazione. La Corte ha stabilito che va revocato solo il capo di condanna per il reato decriminalizzato, con una rideterminazione della pena, senza travolgere l’intero accordo negoziale.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abolitio Criminis: il Patteggiamento Resta Valido Anche se un Reato Viene Decriminalizzato

L’intervento del legislatore che decide di non considerare più un fatto come reato, fenomeno noto come abolitio criminis, solleva importanti questioni quando incide su sentenze di condanna già definitive. Una recente pronuncia della Corte di Cassazione, la n. 28026 del 2024, offre chiarimenti fondamentali su come gestire questa situazione nel caso di una sentenza di patteggiamento per più reati legati dal vincolo della continuazione. La Corte ha stabilito che la decriminalizzazione di uno dei reati non travolge l’intero accordo, ma comporta semplicemente un ricalcolo della pena.

I Fatti del Caso: La Revoca Parziale della Condanna

Il caso nasce dalla richiesta di un condannato che, a seguito di un patteggiamento, stava scontando una pena per una serie di reati. Successivamente alla condanna, uno dei reati contestati (previsto dall’art. 485 del codice penale) è stato oggetto di abolitio criminis per effetto del D.Lgs. n. 7 del 2016. Il Giudice dell’esecuzione, intervenendo sulla questione, ha revocato il capo della sentenza relativo al solo reato decriminalizzato e ha rideterminato la pena complessiva, sottraendo la quota di aumento applicata per quel delitto.

L’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che la decriminalizzazione di uno dei reati avrebbe dovuto invalidare l’intero accordo di patteggiamento. Secondo la sua tesi, l’accordo era il frutto di una valutazione complessiva e unitaria di tutte le imputazioni, e la caducazione di una di esse ne avrebbe compromesso l’equilibrio negoziale originario, rendendo necessaria una nuova trattativa.

La Questione Giuridica: Abolitio criminis e Integrità del Patteggiamento

Il nucleo della controversia riguarda la sorte di una sentenza di patteggiamento quando una delle sue componenti criminose cessa di esistere nell’ordinamento. Ci si chiede se l’accordo tra accusa e difesa, basato su un determinato quadro di reati, possa sopravvivere alla scomparsa di uno di essi. La difesa del ricorrente puntava a dimostrare che l’eliminazione di un reato dall’accordo ne alterava la natura, rendendo l’intera sentenza non più valida. Di contro, l’approccio del giudice dell’esecuzione era più conservativo: salvare la validità dell’accordo, epurandolo solo della parte ormai illegale.

Le Motivazioni della Cassazione: Perché l’Accordo Resta Valido

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del giudice dell’esecuzione e consolidando un principio giurisprudenziale di grande rilevanza pratica.

La Stabilità dell’Accordo Negoziale

Secondo gli Ermellini, la validità del patteggiamento non si fonda sul risultato finale della pena, ma sui criteri di calcolo concordati tra le parti e recepiti dal giudice. Questi criteri includono l’individuazione del reato più grave, la determinazione della pena base, il quantum di aumento per ciascun reato satellite in continuazione e la riduzione per la scelta del rito.

L’eliminazione di una porzione di pena a seguito di abolitio criminis non intacca questi elementi fondamentali. Si tratta di una semplice operazione matematica che rispetta la cornice negoziale originaria. Sarebbe irragionevole, afferma la Corte, pensare che la validità di un accordo venga meno solo perché la quantità di pena finale si riduce per un evento favorevole all’imputato. L’assetto dell’accordo rimane intatto, venendo meno solo una delle sue componenti.

Il Ruolo del Giudice dell’Esecuzione

La Corte, richiamando anche una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (n. 40256/2018), ha ribadito che in questi casi è sufficiente procedere all’eliminazione della porzione di pena inflitta per il reato abrogato. Questo vale a maggior ragione quando, come nel caso di specie, il reato decriminalizzato non era quello più grave, che costituiva la base per il calcolo della pena complessiva.

Inoltre, la Corte ha ritenuto logica l’operazione matematica del giudice che ha individuato la porzione di pena da eliminare, definendola un’operazione in bonam partem, cioè a favore del condannato, dato che gli altri reati erano palesemente più gravi. Il ricorrente, dal canto suo, non ha fornito argomenti specifici per dimostrare perché tale calcolo fosse irragionevole o arbitrario.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame consolida un principio di conservazione degli effetti del patteggiamento di fronte all’abolitio criminis. La decisione garantisce certezza giuridica ed evita di rimettere in discussione accordi processuali già definiti per eventi sopravvenuti e favorevoli al reo. La rideterminazione della pena, anziché l’annullamento dell’intera sentenza, rappresenta un approccio equilibrato che tutela sia l’economia processuale sia i diritti del condannato, che beneficia della decriminalizzazione senza però travolgere l’intero giudicato.

Se un reato per cui si è patteggiata la pena viene decriminalizzato, l’intero accordo di patteggiamento è nullo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, non si deve annullare l’intera sentenza. È sufficiente procedere all’eliminazione della porzione di pena relativa al reato abrogato, ricalcolando la sanzione finale nel pieno rispetto dei criteri concordati dalle parti.

L’operazione di ricalcolo della pena dopo l’abolitio criminis altera l’accordo tra le parti?
No, l’accordo non viene alterato. La sua validità si basa sui criteri di calcolo (pena base, aumenti per la continuazione, riduzione per il rito) e non sul risultato numerico finale. Eliminare una parte della pena rispettando questi criteri non viola il profilo negoziale dell’accordo.

Cosa succede se l’abolitio criminis riguarda un reato ‘satellite’ e non quello più grave nel patteggiamento?
In questo caso, è corretta la decisione del giudice dell’esecuzione di revocare solo il capo di condanna per il reato abrogato e di rideterminare la pena applicata in continuazione, senza revocare l’intera sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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