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Abbandono di rifiuti: quando è esclusa la tenuità

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due imprenditori condannati per abbandono di rifiuti. La Corte ha stabilito che la particolare tenuità del fatto non si applica data la natura e quantità dei rifiuti (elettrodomestici, carcasse d’auto), l’abbandono vicino a corsi d’acqua e la non occasionalità della condotta, elementi che indicano una gravità dell’offesa non modesta.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Abbandono di Rifiuti: Niente Sconti per Condotte Gravi

L’abbandono di rifiuti è un reato ambientale con conseguenze serie, ma in alcuni casi la legge prevede la non punibilità per “particolare tenuità del fatto”. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti di questa causa di esclusione della punibilità, sottolineando che non può essere invocata quando la condotta presenta elementi di particolare gravità. Analizziamo insieme la decisione per capire quando il reato ambientale non può beneficiare di sconti.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda due imprenditori condannati in primo e secondo grado per il reato di gestione e abbandono di rifiuti non autorizzato. Nello specifico, erano accusati di aver trasportato e scaricato illecitamente una notevole quantità e varietà di rifiuti, tra cui frigoriferi, lavatrici, prodotti elettrici ed elettronici e carcasse di automobili non bonificate. L’aspetto più allarmante era che l’abbandono era avvenuto in prossimità di corsi d’acqua, potenziando il rischio di inquinamento ambientale.

Il Ricorso in Cassazione e la Difesa degli Imputati

Contro la sentenza della Corte d’Appello, gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione. La loro difesa si basava su un unico motivo: il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo i ricorrenti, la Corte territoriale aveva errato nel valutare il danno ambientale, definendolo “congetturale” e non sufficientemente provato per escludere la tenuità della loro condotta.

Abbandono di Rifiuti e Tenuità: le motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e quindi inammissibile. La motivazione della Corte d’Appello, secondo i giudici di legittimità, era logica, coerente e non sindacabile nel merito.

La decisione di non applicare la causa di non punibilità era basata su una valutazione complessiva di diversi elementi concreti, che insieme delineavano una condotta di non modesta gravità:

1. Natura e Quantità dei Rifiuti: Non si trattava di pochi oggetti di scarso rilievo, ma di un accumulo significativo di rifiuti speciali e potenzialmente pericolosi, come elettrodomestici e carcasse di veicoli.
2. Modalità dell’Abbandono: Lo scarico è avvenuto direttamente sul suolo e, fattore aggravante, in prossimità di corsi d’acqua, aumentando il rischio di contaminazione.
3. Contesto Imprenditoriale: La condotta non era un episodio isolato e occasionale, ma si inseriva nell’ambito di un’attività d’impresa. Questo, secondo la Corte, dimostrava una non occasionalità del comportamento illecito.

Questi fattori, considerati nel loro insieme, hanno portato la Corte a concludere che il pregiudizio per l’ambiente non era minimo e che la gravità dell’offesa al bene protetto (l’ambiente) era tale da non poter essere qualificata come “particolarmente tenue”.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un’esenzione automatica, ma richiede una valutazione attenta e concreta della gravità della condotta. Nel contesto dei reati ambientali, e in particolare nell’abbandono di rifiuti, la quantità, la tipologia dei materiali, il luogo dello scarico e la sistematicità del comportamento sono tutti indicatori decisivi. La decisione chiarisce che chi inquina nell’ambito della propria attività imprenditoriale, e in zone ecologicamente sensibili, difficilmente potrà sperare di beneficiare di un trattamento di favore. La tutela dell’ambiente rimane un valore preminente, e le condotte che lo mettono a rischio, anche senza un danno immediatamente catastrofico, vengono sanzionate con rigore.

Quando l’abbandono di rifiuti non può essere considerato di “particolare tenuità”?
Secondo la Corte, la particolare tenuità del fatto è esclusa quando la condotta presenta una non modesta gravità, desumibile da elementi come la notevole quantità e la tipologia pericolosa dei rifiuti (es. elettrodomestici, carcasse d’auto), le modalità di abbandono (vicino a corsi d’acqua) e la sua non occasionalità (se svolto in ambito imprenditoriale).

Quali elementi ha considerato la Corte per valutare la gravità della condotta?
La Corte ha considerato tre elementi principali: 1) la natura e il numero dei rifiuti abbandonati; 2) la realizzazione delle condotte di abbandono nei pressi di corsi d’acqua; 3) l’esercizio di un’attività imprenditoriale, che indica la non occasionalità del comportamento.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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