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Vizio occulto immobile vecchio: quando non è dovuto

La sentenza analizza un caso di presunto vizio occulto in un immobile d’epoca. L’acquirente, dopo l’acquisto, lamentava la necessità di costosi lavori al tetto. Il Tribunale ha rigettato la domanda, stabilendo che i difetti derivanti dalla vetustà di un edificio storico non costituiscono un vizio occulto, in quanto prevedibili ed accertabili con l’ordinaria diligenza prima della compravendita. La decisione di rifare il tetto, presa dopo il rogito, è stata considerata una normale manutenzione e non il rimedio a un difetto nascosto.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Vizio Occulto in Immobili d’Epoca: Quando il Difetto è Prevedibile?

L’acquisto di un immobile d’epoca porta con sé un fascino innegabile, ma anche potenziali insidie. Una recente sentenza del Tribunale di Trieste offre spunti fondamentali sulla garanzia per vizio occulto nelle compravendite di edifici storici, chiarendo quando un difetto legato all’età non dà diritto a risarcimenti. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti di Causa

Un acquirente, dopo aver perfezionato l’acquisto di un appartamento situato in un edificio risalente al 1829, veniva a conoscenza della necessità di un importante e costoso intervento di rifacimento del tetto condominiale, deliberato dall’assemblea solo dopo il rogito notarile.

Ritenendo che questa circostanza costituisse un grave difetto taciuto in fase di trattativa, l’acquirente citava in giudizio sia i venditori sia l’agente immobiliare che aveva mediato l’affare. Le richieste erano chiare: una riduzione del prezzo di acquisto e il risarcimento dei danni subiti, inclusi quelli morali e le spese legali stragiudiziali.

I venditori si difendevano negando l’esistenza di un vizio occulto e sostenendo che le condizioni dell’immobile, data la sua vetustà, erano note. A loro volta, chiamavano in causa l’agente immobiliare, ritenendolo responsabile per non aver comunicato correttamente tutte le informazioni. L’agente, infine, coinvolgeva la propria compagnia assicurativa per essere manlevato da eventuali responsabilità.

La Decisione del Tribunale e il Principio del Vizio Occulto

Il Tribunale ha rigettato integralmente le domande dell’acquirente, stabilendo un principio chiave per chi compra immobili storici. La corte ha affermato che i difetti materiali derivanti dal normale stato di vetustà di un immobile di risalente costruzione non integrano la nozione di vizio occulto ai sensi dell’art. 1490 c.c.

Secondo il giudice, un difetto è ‘occulto’ solo se non è riconoscibile usando l’ordinaria diligenza. Nel caso di un edificio costruito quasi due secoli prima, è ragionevole e prevedibile che le parti strutturali, come il tetto, possano richiedere manutenzione o rifacimento. Non si tratta di un difetto nascosto, ma di una conseguenza naturale dell’invecchiamento.

Le Motivazioni

La decisione si fonda su un’analisi approfondita del concetto di diligenza dell’acquirente. Il Tribunale ha sottolineato che l’acquirente, ben consapevole dell’epoca di costruzione dell’edificio, avrebbe dovuto e potuto verificare con maggiore attenzione non solo lo stato dell’appartamento, ma anche quello delle parti comuni.

Il giudice ha evidenziato come l’acquirente, assistito da un proprio tecnico, avesse già ottenuto una riduzione del prezzo di acquisto di 30.000 euro proprio in virtù dei lavori di ristrutturazione interna necessari. Questa circostanza dimostra che era stata fatta una valutazione tecnica dell’immobile, che però si era limitata all’unità privata. L’ordinaria diligenza avrebbe richiesto di estendere tale controllo anche alle strutture comuni, come il tetto.

Inoltre, è stato decisivo il fatto che la delibera per il rifacimento del tetto fosse successiva alla data del rogito. Prima di allora, le assemblee condominiali avevano solo discusso della possibilità di un intervento, senza mai approvarlo formalmente. Pertanto, al momento della vendita, non esisteva un obbligo di spesa già definito e i venditori non hanno taciuto alcuna delibera esecutiva.

Conclusioni

Questa sentenza offre una lezione fondamentale: nella compravendita di immobili d’epoca, la tutela contro il vizio occulto si attenua per i difetti legati all’età. L’acquirente ha un onere di diligenza rafforzato e non può semplicemente affidarsi alle rassicurazioni verbali. È essenziale condurre ispezioni approfondite, avvalendosi di periti tecnici qualificati, che esaminino non solo l’interno dell’appartamento ma anche le condizioni strutturali dell’intero edificio. Ignorare questo passaggio può portare a brutte sorprese e, come in questo caso, all’impossibilità di ottenere un risarcimento, con l’ulteriore beffa della condanna al pagamento di tutte le spese legali delle controparti.

Un difetto dovuto all’età di un immobile può essere considerato un vizio occulto?
No, secondo la sentenza, i difetti materiali conseguenti allo stato di vetustà di un immobile di risalente costruzione non integrano un vizio occulto, poiché sono facilmente individuabili con l’ordinaria diligenza e l’eventuale supporto di un tecnico.

Chi è responsabile se i lavori di ristrutturazione vengono deliberati dopo l’acquisto?
Se la delibera condominiale che approva i lavori è successiva al rogito, la spesa ricade sul nuovo proprietario. La sentenza chiarisce che la semplice discussione del problema in assemblee precedenti non costituisce un vizio taciuto dai venditori, i quali non hanno omesso alcuna spesa già approvata.

Quale livello di diligenza è richiesto all’acquirente di un immobile d’epoca?
È richiesto un livello di diligenza superiore alla media. L’acquirente deve essere consapevole che un edificio vecchio può avere problemi strutturali e ha l’onere di verificare approfonditamente le condizioni non solo dell’unità immobiliare ma anche delle parti comuni, preferibilmente con l’ausilio di un tecnico di fiducia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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