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Vizio costituzione giudice: nulla la decisione collegiale

Un avvocato si opponeva alla liquidazione del proprio compenso per un’attività svolta in regime di patrocinio a spese dello Stato. La Corte d’Appello rigettava l’opposizione con un’ordinanza emessa da un collegio di giudici. La Corte di Cassazione ha annullato tale provvedimento per vizio costituzione giudice, stabilendo che la competenza a decidere su tale opposizione spetta a un giudice monocratico e non a un collegio, rinviando il caso per un nuovo esame.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vizio di Costituzione del Giudice: la Cassazione Annulla la Decisione Collegiale

Un’ordinanza della Corte di Cassazione riafferma un principio fondamentale della procedura civile: il rispetto delle norme sulla composizione dell’organo giudicante. La violazione di tali regole, come nel caso di una decisione presa da un collegio anziché da un giudice singolo, integra un vizio costituzione giudice che porta inevitabilmente alla nullità del provvedimento. Questo caso nasce dalla richiesta di liquidazione del compenso di un avvocato per un’attività svolta in regime di patrocinio a spese dello Stato.

I Fatti di Causa

Un avvocato aveva assistito una cliente ammessa al patrocinio a spese dello Stato in una causa civile. Al termine del giudizio, il legale richiedeva alla Corte d’Appello la liquidazione del proprio compenso. La Corte procedeva liquidando una somma ritenuta insoddisfacente dal professionista.

Di conseguenza, l’avvocato proponeva opposizione contro il decreto di liquidazione. La Corte d’Appello, tuttavia, decideva sull’opposizione in composizione collegiale (cioè con un collegio di tre giudici) e la rigettava. L’avvocato, ritenendo la decisione illegittima, ricorreva in Cassazione, lamentando, tra i vari motivi, proprio l’irregolarità nella composizione dell’organo giudicante.

L’Opposizione e il Vizio di Costituzione del Giudice

Il motivo principale del ricorso, accolto dalla Suprema Corte, si fondava sulla violazione delle norme che regolano la competenza per le opposizioni ai decreti di liquidazione dei compensi. Secondo la normativa vigente (in particolare l’art. 170 del D.P.R. 115/2002 e l’art. 15 del D.Lgs. 150/2011), la competenza a decidere su queste opposizioni è funzionale e inderogabile, e spetta a un giudice monocratico (un giudice singolo).

Questo giudice è identificato nel Presidente dell’ufficio giudiziario che ha emesso il decreto o in un magistrato da lui delegato. La Corte d’Appello, decidendo con un collegio, ha violato questa regola, incorrendo in un grave vizio costituzione giudice.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribadito il suo orientamento consolidato in materia. La pronuncia sull’opposizione alla liquidazione del compenso deve essere emessa da un giudice monocratico. Una decisione assunta da un tribunale in composizione collegiale è, pertanto, nulla per vizio di costituzione del giudice ai sensi dell’art. 158 del codice di procedura civile.

Questo vizio si verifica perché la decisione è stata presa da magistrati a cui la legge non attribuiva quella specifica funzione decisoria. La nullità non è sanabile e travolge l’intero provvedimento, a prescindere dalla correttezza o meno della decisione nel merito. La Corte ha quindi accolto il primo motivo del ricorso, dichiarando assorbiti gli altri (relativi all’importo della liquidazione e alla motivazione), in quanto la nullità procedurale rendeva superfluo l’esame delle questioni di merito.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato l’ordinanza impugnata e ha rinviato la causa al Presidente della Corte d’Appello di Bari per un nuovo esame, che dovrà essere condotto, questa volta, nel rispetto delle regole sulla competenza monocratica. La vicenda sottolinea l’importanza cruciale del rispetto delle norme procedurali. Anche una decisione apparentemente corretta nel merito può essere invalidata se il percorso per giungervi non rispetta le regole stabilite dalla legge sulla competenza e costituzione del giudice. Per i professionisti, ciò significa prestare massima attenzione non solo al merito delle questioni, ma anche agli aspetti procedurali che ne garantiscono la validità formale.

Chi è competente a decidere sull’opposizione a un decreto di liquidazione di un compenso legale per patrocinio a spese dello Stato?
La competenza è attribuita a un giudice monocratico (giudice singolo) dell’ufficio giudiziario cui appartiene il magistrato che ha emesso il provvedimento di liquidazione. Solitamente si tratta del Presidente dell’ufficio o di un giudice da lui delegato.

Cosa succede se la decisione sull’opposizione viene presa da un collegio di giudici anziché da un giudice monocratico?
La decisione è nulla per vizio di costituzione del giudice, ai sensi dell’art. 158 del codice di procedura civile. Questo perché la funzione decisoria è stata esercitata da un organo a cui la legge non la attribuiva.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato, ha annullato (cassato) l’ordinanza della Corte d’Appello e ha rinviato la causa al Presidente della stessa Corte per un nuovo esame, che dovrà svolgersi nel rispetto della competenza monocratica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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