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Vizi costruttivi: accettazione e garanzia del venditore

Un acquirente cita in giudizio la società costruttrice per gravi vizi costruttivi in un immobile di nuova costruzione, come infiltrazioni d’acqua. La Corte d’Appello aveva ridotto il risarcimento, ritenendo che l’acquirente avesse accettato le ‘scelte progettuali’ che hanno causato i problemi. La Corte di Cassazione ha annullato questa decisione, stabilendo che la conoscenza del progetto da parte dell’acquirente non costituisce accettazione dei vizi costruttivi che compromettono la funzionalità del bene. Il costruttore è sempre responsabile per i difetti derivanti da una progettazione errata, a meno di un’accettazione esplicita successiva alla realizzazione dell’opera.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Civile, Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile

Vizi Costruttivi: Quando l’Accettazione del Progetto Non Salva il Costruttore

L’acquisto di un immobile di nuova costruzione dovrebbe essere un momento di gioia, ma talvolta si trasforma in un incubo a causa di gravi vizi costruttivi. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: la conoscenza del progetto da parte dell’acquirente lo priva del diritto di lamentarsi per i difetti? La risposta della Suprema Corte è un chiaro no, riaffermando la piena responsabilità del venditore-costruttore anche per gli errori di progettazione.

I Fatti: Un Acquisto Immobiliare con Sorprese Sgradite

Un acquirente aveva comprato un appartamento in una località montana da una società costruttrice. Dopo il rogito, erano emersi seri problemi, in particolare infiltrazioni d’acqua. L’acquirente aveva quindi avviato un’azione legale per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dai vizi e difetti dell’immobile, emersi anche durante un accertamento tecnico preventivo. Il Tribunale di primo grado gli aveva dato ragione, condannando la società venditrice a un cospicuo risarcimento.

La Decisione della Corte d’Appello: Vizi o Scelte Progettuali?

La società costruttrice ha impugnato la sentenza davanti alla Corte d’Appello, che ha parzialmente ribaltato la decisione. Secondo i giudici d’appello, alcuni dei difetti più gravi (relativi a terrazze a tasca, canne fumarie e cavi scaldanti per la neve), definiti ‘ineliminabili’, non erano veri e propri vizi, ma ‘scelte progettuali ed architettoniche’. Poiché l’acquirente aveva visitato il cantiere, anche con un architetto per gli arredi, e conosceva il progetto, si doveva presumere che avesse accettato tali caratteristiche, perdendo così il diritto al risarcimento per quei specifici problemi. Il risarcimento era stato, di conseguenza, drasticamente ridotto.

Responsabilità per Vizi Costruttivi: La Sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’acquirente, cassando la sentenza d’appello e stabilendo principi fondamentali in materia di vizi costruttivi. La Suprema Corte ha chiarito che la distinzione tra caratteristiche estetiche e caratteristiche funzionali è fondamentale. Un acquirente può accettare soluzioni architettoniche peculiari o innovative, ma ciò non significa che debba rinuncare a un bene funzionale e idoneo all’uso.

L’Errore di Progettazione è un Difetto di Costruzione

Il punto centrale della decisione è che un ‘difetto di costruzione’, ai sensi dell’art. 1669 c.c., non riguarda solo l’esecuzione materiale dei lavori non a regola d’arte, ma include anche un’imperfetta o erronea progettazione. Se le scelte progettuali pregiudicano in modo rilevante il normale godimento, la funzionalità o l’abitabilità dell’immobile, esse non sono più semplici ‘peculiarità’, ma diventano carenze di progetto e, quindi, veri e propri vizi costruttivi.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando che chi acquista un immobile dal costruttore deve poter legittimamente confidare nella qualità dell’opera, sia nella sua fase ideativa (progetto) sia in quella realizzativa. La semplice conoscenza del progetto non è sufficiente a determinare un’accettazione dei difetti che potrebbero derivarne. Un’accettazione valida dei vizi può avvenire solo dopo che l’opera è stata completata e i difetti sono emersi o sono comunque percepibili. Visitare il cantiere, anche con un professionista per gli arredi interni, è un fatto neutro che non implica la capacità tecnica di individuare futuri vizi strutturali o funzionali né una rinuncia alla garanzia. Pertanto, la presunzione di accettazione operata dalla Corte d’Appello era errata, poiché non si può accettare ‘ex ante’ un difetto che incide negativamente sulla funzionalità del bene.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha implicazioni pratiche significative. Rafforza la tutela degli acquirenti di immobili nuovi, stabilendo che la garanzia del costruttore copre anche i difetti derivanti da una progettazione inadeguata, a prescindere dalla conoscenza del progetto da parte dell’acquirente. Per i costruttori, ciò significa che la responsabilità non si limita alla corretta esecuzione dei lavori, ma si estende alla garanzia che il progetto stesso sia idoneo ad assicurare un immobile funzionale e abitabile. L’accettazione di soluzioni progettuali innovative o rischiose da parte dell’acquirente, per poter escludere la garanzia, dovrebbe essere esplicita, preventiva e basata su un’adeguata informazione tecnica sui possibili rischi.

Un difetto di costruzione può derivare anche da un errore di progettazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha chiarito che i vizi e difetti di un immobile rilevanti ai fini della garanzia (ex art. 1669 c.c.) sono quelli ascrivibili non solo all’esecuzione non a regola d’arte dei lavori, ma anche a un’imperfetta o erronea progettazione degli stessi.

Se l’acquirente visita il cantiere e conosce il progetto, si presume che accetti i futuri difetti dell’immobile?
No. La conoscenza del progetto o la frequentazione del cantiere non possono essere equiparate all’accettazione dei vizi e difetti che deriveranno dalla messa in opera, specialmente se questi compromettono la funzionalità e il normale godimento del bene.

L’accettazione dei vizi da parte dell’acquirente è valida se avviene prima della fine dei lavori?
No, l’accettazione o la rinuncia a far valere vizi, difetti o difformità del bene sono possibili solo dopo la loro emersione, che di norma avviene al compimento dell’opera e alla sua consegna. Non è possibile un’accettazione ‘ex ante’ di difetti non ancora manifestatisi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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