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Vittime del dovere: la prescrizione dei benefici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19410/2025, si è pronunciata sulla prescrizione dei benefici per le vittime del dovere. Ha confermato che la richiesta di riconoscimento dello status è imprescrittibile. Tuttavia, ha stabilito che il diritto a percepire la speciale elargizione una tantum si prescrive in dieci anni, con decorrenza non dal riconoscimento dello status, ma dalla data di entrata in vigore della normativa che ha esteso il beneficio (D.P.R. 243/2006). La Corte ha quindi accolto il ricorso del Ministero su questo specifico punto, rinviando alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Vittime del dovere: la Cassazione chiarisce la prescrizione dei benefici

L’ordinanza n. 19410/2025 della Corte di Cassazione offre un’importante chiarificazione sui diritti delle vittime del dovere e dei loro familiari. La pronuncia stabilisce una distinzione fondamentale tra il diritto, imprescrittibile, al riconoscimento dello status di vittima e il diritto ai singoli benefici economici, che è invece soggetto a prescrizione decennale. Questa decisione definisce con precisione il momento dal quale inizia a decorrere il termine per richiedere la speciale elargizione, legandolo non al riconoscimento dello status, ma all’entrata in vigore della legge che ha previsto il beneficio.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda la richiesta dei genitori di un giovane, deceduto in un incidente stradale nel 1987, di essere riconosciuti come superstiti di una vittima del dovere e di ottenere i relativi benefici assistenziali. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto le loro richieste, affermando il principio secondo cui l’azione per l’accertamento dello status di vittima del dovere non è soggetta a prescrizione. Di conseguenza, avevano riconosciuto i benefici, ritenendo che la prescrizione decennale si applicasse solo alle provvidenze economiche, calcolate a ritroso dalla data della domanda amministrativa.

Il Ministero della Difesa ha impugnato la decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione e sollevando dubbi specifici sulla prescrizione dello status e, in particolare, sulla decorrenza del termine per la richiesta della speciale elargizione.

La Decisione della Cassazione sulle Vittime del Dovere

La Corte di Cassazione ha esaminato i tre motivi di ricorso presentati dal Ministero, accogliendone solo uno, ma di fondamentale importanza pratica.

Lo Status di Vittima del Dovere è Imprescrittibile

Innanzitutto, la Corte ha rigettato il primo motivo del Ministero, confermando il proprio orientamento consolidato: l’azione volta a ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere (o di soggetto equiparato) è imprescrittibile. Lo status è una qualità della persona, un presupposto per il sorgere dei diritti, e come tale non si estingue con il passare del tempo. Si prescrivono, invece, i singoli diritti a contenuto patrimoniale che da tale status derivano, nel termine ordinario di dieci anni.

La Prescrizione per la Speciale Elargizione

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso, che è stato accolto. La Corte ha stabilito che il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere la prescrizione decennale per la speciale elargizione una tantum, non è la data del riconoscimento dello status, ma la data di entrata in vigore della norma che ha esteso tale beneficio alle vittime del dovere.

Nel caso specifico, tale norma è il D.P.R. n. 243 del 2006, entrato in vigore il 23 agosto 2006. Da quel momento, i soggetti interessati (per eventi accaduti anche in precedenza) avrebbero potuto presentare la domanda per essere inseriti nella graduatoria nazionale e ottenere il beneficio. Pertanto, il termine di dieci anni per esercitare tale diritto è iniziato a decorrere da quella data.

La Decorrenza degli Altri Benefici

Infine, la Corte ha respinto il terzo motivo, relativo alla decorrenza delle prestazioni periodiche. È stato confermato che la domanda amministrativa è un atto fondamentale che serve come punto di riferimento per calcolare a ritroso il decennio entro il quale le prestazioni sono dovute.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un’attenta distinzione tra la condizione giuridica della persona e i diritti patrimoniali che ne conseguono. L’imprescrittibilità dello status si giustifica perché esso rappresenta una qualità intrinseca del soggetto, che non può essere cancellata dal tempo. Al contrario, i benefici economici sono diritti soggettivi che, come la maggior parte dei diritti patrimoniali, devono essere esercitati entro un termine per garantire la certezza dei rapporti giuridici.

Per quanto riguarda la speciale elargizione, la Corte ha ragionato sulla base del principio generale dell’art. 2935 del codice civile, secondo cui la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Il diritto a richiedere la speciale elargizione è sorto concretamente solo quando la legge (il D.P.R. 243/2006) lo ha previsto e reso azionabile. Legare la decorrenza della prescrizione a un evento futuro e incerto come il riconoscimento dello status vanificherebbe, secondo la Corte, le esigenze di certezza che sono alla base dell’istituto della prescrizione.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per le vittime del dovere e i loro familiari. Se da un lato viene ribadito il principio di civiltà giuridica secondo cui lo status di vittima può essere riconosciuto in qualsiasi momento, dall’altro si sottolinea la necessità di agire tempestivamente per richiedere i benefici economici. In particolare, per la speciale elargizione, il termine di prescrizione decennale decorre dal momento in cui la legge ha reso disponibile il beneficio, indipendentemente da quando lo status venga formalmente accertato. Questa pronuncia impone quindi ai potenziali beneficiari e ai loro legali di prestare massima attenzione ai termini di legge per non vedere estinto il proprio diritto alle provvidenze economiche.

Il diritto al riconoscimento dello status di ‘vittima del dovere’ può cadere in prescrizione?
No, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, l’azione per l’accertamento dello status di vittima del dovere è imprescrittibile, in quanto si tratta di una qualità della persona che funge da presupposto per i diritti conseguenti.

Da quale momento inizia a decorrere la prescrizione di dieci anni per richiedere la speciale elargizione una tantum?
La prescrizione decennale per la speciale elargizione decorre dalla data di entrata in vigore della norma che ha esteso il beneficio alle vittime del dovere, ovvero dal 23 agosto 2006 (data di entrata in vigore del d.P.R. n. 243/2006), e non dalla data in cui viene formalmente riconosciuto lo status.

Qual è il ruolo della domanda amministrativa per ottenere i benefici?
La presentazione della domanda amministrativa è una condizione di proponibilità dell’azione giudiziaria. Inoltre, funge da punto di riferimento per il calcolo a ritroso del termine di prescrizione decennale, determinando quali ratei delle prestazioni periodiche sono dovuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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