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Vittime del dovere: la giurisdizione è del giudice ordinario

Un funzionario di polizia ha richiesto i benefici per le vittime del dovere, ma è sorto un conflitto di giurisdizione. La Corte di Cassazione ha stabilito che la competenza spetta al giudice ordinario, trattandosi di un diritto soggettivo di natura assistenziale e non di un interesse legittimo.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vittime del dovere: la Giurisdizione è del Giudice Ordinario

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, con l’ordinanza n. 16130 del 2024, è tornata a pronunciarsi su una questione cruciale per la tutela delle vittime del dovere: l’individuazione del giudice competente a decidere sulle relative controversie. La pronuncia conferma un orientamento ormai consolidato, stabilendo che la giurisdizione spetta al giudice ordinario in funzione di giudice del lavoro e dell’assistenza sociale, e non al giudice amministrativo. Questa decisione rafforza la posizione dei cittadini che, avendo subito danni in servizio, richiedono il giusto riconoscimento dei loro diritti.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda trae origine dalla domanda di un vice questore aggiunto della Polizia di Stato, il quale aveva richiesto al Ministero dell’Interno il riconoscimento dei benefici previsti per le vittime del dovere. A seguito del diniego da parte dell’Amministrazione, il funzionario si era rivolto al Tribunale ordinario.

Quest’ultimo, tuttavia, declinava la propria giurisdizione, indicando come competente il Giudice amministrativo. Il caso veniva quindi riassunto davanti al Tribunale Amministrativo Regionale (T.A.R.) del Lazio, il quale, a sua volta, sollevava d’ufficio un conflitto negativo di giurisdizione. Il T.A.R., infatti, riteneva che, in base ai principi affermati dalla stessa Corte di Cassazione, la competenza a decidere fosse del giudice ordinario. La questione è stata quindi rimessa alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione per una decisione definitiva.

La Questione Giuridica per le Vittime del Dovere

Il nucleo del problema risiede nella natura della posizione giuridica di chi aspira a ottenere i benefici previsti per le vittime del dovere. Si tratta di un diritto soggettivo o di un interesse legittimo? La risposta a questa domanda determina il giudice competente: il giudice ordinario per i diritti soggettivi, quello amministrativo per gli interessi legittimi.

Diritto Soggettivo vs. Interesse Legittimo

Per comprendere la decisione, è essenziale distinguere tra questi due concetti. Un diritto soggettivo è una posizione di vantaggio piena e tutelata direttamente dall’ordinamento, in cui la Pubblica Amministrazione non ha poteri discrezionali: se sussistono i requisiti di legge, il beneficio deve essere concesso. Un interesse legittimo, invece, si ha quando il cittadino si confronta con il potere discrezionale della P.A., potendo pretendere solo che tale potere sia esercitato correttamente e secondo legge.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, risolvendo il conflitto, ha dichiarato la giurisdizione del giudice ordinario. La Corte ha ribadito con forza il suo orientamento, già espresso in numerose sentenze precedenti (a partire dalla fondamentale Cass. Sez. Un. n. 23300/2016). Secondo i giudici supremi, la normativa in materia di vittime del dovere (in particolare la L. n. 266/2005) configura in capo ai beneficiari e ai loro familiari una vera e propria posizione di diritto soggettivo.

Le Motivazioni

Le motivazioni alla base della decisione sono chiare e lineari. La Corte ha spiegato che, una volta accertata la sussistenza dei requisiti previsti dalla legge, la Pubblica Amministrazione non dispone di alcuna discrezionalità né sulla concessione dei benefici né sulla loro misura. L’attività dell’amministrazione si riduce a un mero accertamento tecnico dei presupposti richiesti dalla normativa.

Inoltre, il diritto a tali benefici non rientra strettamente nell’ambito del rapporto di lavoro subordinato pubblico, ma ha una natura prevalentemente assistenziale e previdenziale. Esso può riguardare anche soggetti che non hanno un rapporto di lavoro con la P.A. ma che hanno comunque svolto un servizio per essa. Di conseguenza, la competenza a giudicare queste controversie è regolata dall’art. 442 del Codice di procedura civile, che attribuisce al giudice del lavoro e dell’assistenza sociale le cause relative a prestazioni di assistenza obbligatoria.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida un principio di fondamentale importanza per la tutela dei diritti delle vittime del dovere. Stabilire che la giurisdizione appartiene al giudice ordinario significa garantire una protezione più diretta e incisiva a chi ha subito danni permanenti a causa del proprio servizio. La decisione chiarisce che il riconoscimento dei benefici non è una concessione discrezionale dello Stato, ma un diritto pienamente esigibile di fronte a un giudice, una volta dimostrata la presenza delle condizioni stabilite dalla legge. Questo orientamento assicura certezza giuridica e uniformità di trattamento su tutto il territorio nazionale.

Quale giudice è competente a decidere sulle cause per il riconoscimento dei benefici per le vittime del dovere?
La competenza a decidere su queste cause spetta al giudice ordinario, in particolare al giudice del lavoro e dell’assistenza sociale.

Perché la giurisdizione non è del giudice amministrativo?
La giurisdizione non è del giudice amministrativo perché la posizione di chi richiede i benefici è un diritto soggettivo e non un interesse legittimo. La Pubblica Amministrazione non ha alcun potere discrezionale nel concedere o meno i benefici se i requisiti di legge sono soddisfatti.

La posizione di chi richiede i benefici per le vittime del dovere è un diritto soggettivo o un interesse legittimo?
Secondo la costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, si tratta di un diritto soggettivo. Questo perché il legislatore ha configurato un diritto perfetto, non subordinato a valutazioni discrezionali dell’amministrazione, la quale deve limitarsi a verificare la sussistenza dei presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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