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Vittima del Dovere: Missione e Rischio Straordinario

La Cassazione ha stabilito che un militare, deceduto durante un trasferimento per un evento sportivo, è equiparabile a una vittima del dovere. La Corte ha chiarito che il concetto di ‘missione’ è ampio e non rileva la natura dell’attività, ma la presenza di un rischio straordinario, come un mezzo di trasporto inadeguato in condizioni meteo avverse, che ha causato l’incidente.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Civile, Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Vittima del Dovere: La Cassazione Chiarisce il Concetto di Missione e Rischio

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema delicato e di grande rilevanza sociale: il riconoscimento dello status di vittima del dovere ai familiari di un militare deceduto in un tragico incidente stradale. La Suprema Corte, ribaltando la decisione della Corte d’Appello, fornisce un’interpretazione estensiva e garantista dei presupposti normativi, sottolineando come la natura dell’attività svolta sia secondaria rispetto alla presenza di circostanze straordinarie che aggravano il rischio.

I Fatti del Caso: Un Tragico Incidente Durante una Missione

Il caso trae origine dalla richiesta della sorella di un militare di leva, deceduto nel 1993 insieme ad altri 34 commilitoni. I militari si trovavano a bordo di un pullman della Marina Militare, diretti a Torino per assistere a una manifestazione sportiva nell’ambito di un’iniziativa promossa dagli organi di rappresentanza militare. A causa di condizioni meteorologiche avverse e della non corretta manutenzione degli pneumatici, il veicolo si ribaltò, causando la morte di gran parte degli occupanti.

La Decisione della Corte d’Appello e il Ricorso in Cassazione

Inizialmente, il Tribunale aveva accolto la domanda, riconoscendo lo status di soggetto equiparato a vittima del dovere. Tuttavia, la Corte d’Appello di Roma aveva riformato tale decisione, accogliendo il ricorso del Ministero della Difesa. Secondo i giudici di secondo grado, il viaggio per assistere a una partita di calcio doveva essere qualificato come ‘attività ludica’ e, pertanto, non rientrante nel concetto di ‘missione’ richiesto dalla legge per l’accesso ai benefici.
Contro questa sentenza, la familiare del militare ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando un’errata interpretazione delle norme, in particolare della Legge 266/2005.

L’Analisi della Suprema Corte sul Concetto di Vittima del Dovere

La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo di ricorso fondato, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Il ragionamento della Suprema Corte si fonda su principi già consolidati dalla sua stessa giurisprudenza, anche in relazione al medesimo, tragico evento.

La Nozione Ampla di ‘Missione’

La Corte ha ribadito che il concetto di ‘missione’ deve essere inteso in senso lato. Esso non si limita alle sole attività operative o di combattimento, ma abbraccia tutti i compiti e le attività istituzionali svolte dal personale militare. Un’attività autorizzata dall’autorità gerarchicamente superiore, come il trasferimento per un evento di rappresentanza, rientra a pieno titolo in questa nozione, a prescindere dal suo carattere sportivo o ricreativo.

Il Ruolo delle ‘Circostanze Straordinarie’

Il punto cruciale, secondo la Cassazione, non è la natura intrinsecamente pericolosa della missione, ma la presenza di ‘particolari condizioni ambientali od operative’. La legge intende tutelare i servitori dello Stato che, pur svolgendo compiti ordinari, si trovano esposti a rischi maggiori e imprevedibili a causa di circostanze eccezionali. Nel caso di specie, queste circostanze sono state identificate nelle pessime condizioni di manutenzione del mezzo di trasporto, aggravate dalle avverse condizioni climatiche. Questi fattori hanno trasformato un normale trasferimento in un evento ad altissimo rischio, che è poi sfociato nella tragedia.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Principio di Diritto

La Corte ha censurato la decisione della Corte d’Appello per aver erroneamente qualificato l’evento come ‘attività ludica’ non rientrante in una ‘missione’. I giudici di legittimità hanno chiarito che, una volta accertata in modo definitivo (anche in sede penale) la sussistenza di circostanze straordinarie che hanno aggravato il rischio – come il viaggio su un mezzo insicuro in condizioni meteo proibitive – la qualificazione della finalità specifica della missione diventa irrilevante. Il nesso causale non è tra un’attività pericolosa e l’evento, ma tra il servizio (la missione di trasferimento) e l’evento lesivo, aggravato da fattori eccezionali. La Corte d’Appello avrebbe dovuto applicare questo principio, già affermato dalle Sezioni Unite della Cassazione in un caso identico, invece di negare la natura di ‘missione’ all’incarico.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Familiari delle Vittime del Dovere

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza. Stabilisce che per il riconoscimento dello status di vittima del dovere, o di soggetto equiparato, non è necessario che il militare fosse impegnato in un’azione bellica o di polizia. È sufficiente che, durante lo svolgimento di qualsiasi compito istituzionale, anche non pericoloso di per sé, sia stato esposto a un rischio anomalo e imprevedibile, dovuto a circostanze straordinarie che hanno portato alla sua morte o invalidità. La sentenza rappresenta una vittoria per la tutela dei diritti dei servitori dello Stato e dei loro familiari, garantendo che il sacrificio subito a causa di inefficienze o fatalità connesse al servizio riceva il giusto riconoscimento.

Un militare in viaggio per un evento sportivo può essere considerato in ‘missione’ ai fini del riconoscimento dello status di vittima del dovere?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che il concetto di ‘missione’ è ampio e include tutti i compiti e le attività istituzionali autorizzate, compreso un trasferimento per partecipare a un evento sportivo di rappresentanza. La natura ‘ludica’ della destinazione finale non esclude che il viaggio in sé costituisca una missione di servizio.

Cosa si intende per ‘particolari condizioni’ che aggravano il rischio di una missione?
Si intendono circostanze e fatti di servizio straordinari che espongono il dipendente a rischi o fatiche maggiori rispetto alle condizioni ordinarie. Nel caso esaminato, queste condizioni sono state identificate nell’utilizzo di un mezzo di trasporto in pessime condizioni di manutenzione e in avverse condizioni meteorologiche.

La causa dell’incidente, come la cattiva manutenzione del mezzo, è rilevante per il riconoscimento dei benefici?
Sì, è fondamentale. La Corte ha chiarito che proprio la presenza di tali fattori straordinari e aggravanti del rischio (come un mezzo inadeguato) è l’elemento che permette di equiparare la vittima dell’incidente a una ‘vittima del dovere’, anche se l’attività di base non era intrinsecamente pericolosa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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