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Vittima del dovere: lo status è imprescrittibile

Con l’ordinanza n. 16186/2025, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale: il diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere è imprescrittibile. A differenza dei singoli benefici economici, che sono soggetti alla prescrizione decennale, l’azione per l’accertamento di questa condizione personale non ha limiti di tempo. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva respinto la domanda di un dipendente pubblico basandosi erroneamente sulla prescrizione dello status stesso.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vittima del dovere: la Cassazione conferma l’imprescrittibilità dello status

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 16186/2025, ha ribadito un principio cruciale per la tutela della vittima del dovere: il diritto al riconoscimento di tale status non si estingue mai con il passare del tempo. Questa pronuncia chiarisce la netta distinzione tra la condizione personale, che è imprescrittibile, e i singoli benefici economici che ne derivano, i quali invece sono soggetti alla prescrizione ordinaria. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I fatti di causa

Il caso riguarda la richiesta di un dipendente pubblico volta a ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere e i relativi benefici, a seguito di un’infermità contratta per causa di servizio. La Corte d’Appello di Trieste aveva respinto la domanda, accogliendo l’eccezione di prescrizione sollevata dal Ministero della Difesa. Secondo i giudici di secondo grado, essendo trascorsi più di dieci anni tra la conoscenza dell’infermità e la presentazione della domanda, il diritto si era estinto. La Corte territoriale aveva, di fatto, negato che la condizione di vittima del dovere costituisse uno status autonomo e imprescrittibile.

L’errore della Corte d’Appello e il ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, basando il suo ricorso su tre motivi. Il motivo centrale, ritenuto fondato e assorbente degli altri, riguardava la violazione delle norme sulla prescrizione. Il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello avesse errato nel considerare prescrittibile l’azione volta all’accertamento dello status di vittima del dovere, confondendo la condizione soggettiva con le singole prestazioni economiche che da essa discendono.

La decisione della Cassazione: lo status di vittima del dovere non ha scadenza

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Gli Ermellini hanno confermato il loro orientamento consolidato, richiamando numerose sentenze precedenti (tra cui la n. 17440/2022).

Il principio affermato è il seguente: «la condizione di vittima del dovere (…) ha natura di status, cui consegue l’imprescrittibilità dell’azione volta al suo accertamento, ma non dei benefici economici che in tale status trovano il loro presupposto». In altre parole, esistono due livelli di tutela distinti:

1. L’Accertamento dello Status: L’azione per far riconoscere la propria condizione di vittima del dovere è imprescrittibile. Può essere esercitata in qualsiasi momento, senza limiti di tempo.
2. I Benefici Economici: I singoli ratei delle prestazioni assistenziali (come indennizzi o assegni) sono soggetti alla prescrizione decennale. Ciò significa che, una volta ottenuto il riconoscimento, si potranno richiedere solo gli arretrati maturati negli ultimi dieci anni dalla data della domanda.

La Corte d’Appello aveva quindi commesso un errore di diritto nel ritenere che anche lo status fosse soggetto a prescrizione.

Le motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla natura stessa dello status di vittima del dovere. Non si tratta di un semplice diritto di credito, ma di una qualifica personale permanente, riconosciuta dall’ordinamento a chi ha subito un’infermità o è deceduto nell’adempimento del proprio dovere. Tale condizione, una volta sussistenti i presupposti di legge, non può essere erosa dal tempo. Confondere lo status con le sue conseguenze patrimoniali significherebbe vanificare la speciale tutela voluta dal legislatore per queste figure. La prescrizione, infatti, è un istituto pensato per dare certezza ai rapporti giuridici di natura patrimoniale, non per cancellare condizioni personali fondamentali.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un’importante garanzia per tutti i servitori dello Stato e i loro familiari. La decisione chiarisce che chiunque ritenga di averne i requisiti può agire in giudizio per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere senza temere che il proprio diritto sia stato cancellato dal tempo. Resta fermo, tuttavia, l’onere di agire tempestivamente per la richiesta dei benefici economici, al fine di non perdere gli arretrati più risalenti a causa della prescrizione decennale. La sentenza rappresenta un giusto equilibrio tra la necessità di tutelare una condizione personale meritevole di protezione e le esigenze di certezza dei rapporti patrimoniali.

Il diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere si prescrive?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’azione giudiziaria per ottenere il riconoscimento dello status di vittima del dovere è imprescrittibile, cioè non è soggetta a limiti di tempo.

I benefici economici per le vittime del dovere sono sempre dovuti integralmente?
No. Mentre lo status è imprescrittibile, i singoli benefici economici che ne derivano (come gli arretrati delle prestazioni assistenziali) sono soggetti alla prescrizione decennale. Si possono quindi perdere i ratei maturati oltre dieci anni prima della data della domanda.

Cosa ha sbagliato la Corte d’Appello nel caso esaminato?
La Corte d’Appello ha errato nel considerare prescrittibile l’intero diritto, compreso lo status di vittima del dovere, non distinguendolo dai singoli diritti patrimoniali che da esso conseguono.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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