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Visto e piaciuto: quando la garanzia per vizi è esclusa

Un acquirente di un’auto usata, non consumatore, ha citato in giudizio i venditori per vizi palesi, chiedendo riduzione del prezzo e risarcimento. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la clausola “visto e piaciuto” esclude la garanzia per difetti facilmente riconoscibili con l’ordinaria diligenza, dato che l’acquirente aveva accettato il veicolo nello stato in cui si trovava dopo averlo visionato.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Visto e Piaciuto: Quando la Clausola Esclude la Garanzia? L’Analisi della Cassazione

Nell’ambito della compravendita, specialmente di beni usati tra soggetti non consumatori, la clausola visto e piaciuto è estremamente comune. Ma quali sono i suoi reali effetti sulla garanzia per i vizi della cosa venduta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i confini di questa pattuizione, sottolineando l’importanza dell’ordinaria diligenza dell’acquirente. Il caso analizzato riguarda l’acquisto di un’autovettura usata di pregio che, secondo il compratore, presentava numerosi difetti non dichiarati.

I Fatti di Causa: L’Acquisto Contestato

Un imprenditore acquistava un’autovettura usata da una società specializzata per un prezzo di 21.000,00 euro. Successivamente alla consegna, l’acquirente riscontrava una serie di vizi, tra cui la mancanza di alcuni accessori pattuiti (mappe del navigatore, gancio traino, un secondo treno di pneumatici), difetti estetici alla carrozzeria e ai cerchioni, e l’accensione di spie relative a problemi alla batteria e alla manutenzione.

Per tali ragioni, l’acquirente citava in giudizio gli ex soci della società venditrice (nel frattempo cancellata dal registro delle imprese), chiedendo una consistente riduzione del prezzo e il risarcimento dei danni.

Lo Svolgimento del Processo nei Gradi di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello rigettavano le domande dell’attore. I giudici di merito sottolineavano come il contratto di acquisto contenesse una clausola specifica in cui l’acquirente dichiarava di aver “attentamente visionato e provato il veicolo” e di accettarlo “nello stato di fatto e nelle condizioni in cui si trovava”.

Secondo la Corte d’Appello, i difetti lamentati non potevano essere considerati “occulti”, ma erano palesi o comunque facilmente riscontrabili con un normale esame del veicolo al momento della consegna. Di conseguenza, la clausola visto e piaciuto era pienamente valida ed efficace nell’escludere la garanzia per quel tipo di vizi.

Il Ricorso in Cassazione e la clausola visto e piaciuto

L’acquirente proponeva ricorso per cassazione, lamentando principalmente due aspetti: una errata valutazione delle prove da parte dei giudici di merito e una falsa applicazione dell’articolo 1490 del codice civile, che disciplina la garanzia per i vizi della cosa venduta. Sosteneva, in sintesi, che non aveva avuto la possibilità di esaminare a fondo il veicolo in un salone poco illuminato e senza un test drive, e che la clausola visto e piaciuto non potesse comunque operare per vizi che, seppur non strettamente occulti, erano numerosi e non evidenti a un primo sguardo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato, confermando le decisioni dei precedenti gradi di giudizio. Gli Ermellini hanno ribadito principi consolidati in materia di compravendita e garanzia.

In primo luogo, la valutazione sulla riconoscibilità o meno di un vizio costituisce un apprezzamento di fatto, che non può essere riesaminato in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito è logica e coerente. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente ritenuto che la mancanza di accessori, i danni estetici e l’accensione di spie fossero tutti elementi rilevabili con la normale diligenza.

Il punto centrale della decisione risiede nell’interpretazione della clausola “vista e piaciuta”. La Cassazione ha chiarito che tale patto, pienamente legittimo nelle compravendite tra non consumatori, ha lo scopo di esonerare il venditore dalla garanzia per i vizi riconoscibili con l’ordinaria diligenza e non taciuti in malafede. La garanzia rimane invece operante per i vizi occulti, ovvero quelli che non possono essere scoperti attraverso un esame diligente del bene al momento dell’acquisto.

Poiché nel caso in esame tutti i vizi denunciati erano stati qualificati come palesi o facilmente riconoscibili, la Corte ha concluso che la garanzia era stata correttamente esclusa in virtù dell’accordo contrattuale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza rafforza un importante monito per chi acquista beni usati, specialmente in un contesto commerciale: l’onere della diligenza è fondamentale. La firma di una clausola “visto e piaciuto” non è una mera formalità, ma una dichiarazione contrattuale con precise conseguenze legali. Essa implica che l’acquirente ha esaminato il bene e lo accetta nello stato in cui si trova, rinunciando a future contestazioni per difetti che avrebbe potuto e dovuto notare. Pertanto, è essenziale procedere a un’ispezione attenta e approfondita del bene prima di concludere l’affare, eventualmente facendosi assistere da un tecnico di fiducia, per evitare di vedersi negata la tutela della garanzia per vizi che si manifesteranno solo in un secondo momento.

La clausola “visto e piaciuto” esclude sempre la garanzia per i vizi?
No, esclude la garanzia solo per i vizi che erano facilmente riconoscibili dall’acquirente usando la normale diligenza al momento della consegna o che non sono stati taciuti in malafede dal venditore. Non copre i vizi occulti (nascosti).

Cosa si intende per “vizi facilmente riconoscibili” in un’auto usata?
Secondo la Corte, si tratta di difetti che possono essere rilevati con un esame esterno, come problemi estetici alla carrozzeria e ai cerchioni, la mancanza di accessori pattuiti (es. mappe del navigatore, gancio traino) o l’accensione di spie sul cruscotto.

L’acquirente può lamentare di non aver potuto ispezionare bene il veicolo se poi firma un contratto che attesta il contrario?
No. Se nel contratto l’acquirente dichiara espressamente di aver “attentamente visionato e provato il veicolo” e di accettarlo “nello stato di fatto e nelle condizioni in cui si trova”, non può successivamente sostenere di non aver avuto modo di farlo. Tale dichiarazione ha pieno valore contrattuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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