LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Violazioni cronotachigrafo: la Cassazione fa chiarezza

Una società di trasporti ha impugnato diverse sanzioni per violazioni del codice della strada, tra cui eccesso di velocità e irregolarità legate all’uso del cronotachigrafo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando che i dati del cronotachigrafo costituiscono una fonte di prova legittima per accertare le infrazioni. Inoltre, ha chiarito che l’obbligo di registrare le attività dei 28 giorni precedenti sussiste anche per i lavoratori con contratto intermittente, sottolineando l’importanza della tracciabilità per la sicurezza stradale. La Corte ha ritenuto infondate le contestazioni procedurali, confermando la validità delle sanzioni.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Cronotachigrafo e multe: la Cassazione stabilisce la piena validità probatoria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato in modo approfondito il tema delle violazioni cronotachigrafo, consolidando principi fondamentali sull’uso dei dati registrati da questo strumento come prova e sugli obblighi dei conducenti. La decisione scaturisce dal ricorso di un’azienda di trasporti contro una serie di verbali elevati da un’amministrazione comunale. Le sanzioni riguardavano diverse infrazioni, tra cui il superamento dei limiti di velocità, l’uso inadeguato del pittogramma, la mancata registrazione delle attività e l’inefficienza della cassetta di pronto soccorso.

I Fatti di Causa

Una società di autonoleggio si è vista notificare sei verbali di accertamento da parte della Polizia locale per diverse violazioni al Codice della Strada commesse da un proprio veicolo, un autobus utilizzato per una gita scolastica. Le contestazioni spaziavano dalla cassetta di pronto soccorso insufficiente all’eccesso di velocità, fino a irregolarità nell’uso e nella registrazione dei dati del cronotachigrafo.

L’azienda ha prima adito il Giudice di Pace e poi il Tribunale, vedendo respinte le proprie opposizioni in entrambi i gradi di giudizio. Non ritenendosi soddisfatta, ha proposto ricorso per cassazione, articolando ben dodici motivi di doglianza, sostenendo l’illegittimità degli accertamenti e delle sentenze che li avevano confermati.

L’analisi della Corte sulle violazioni cronotachigrafo

La Suprema Corte ha esaminato punto per punto i motivi del ricorso, rigettandoli quasi integralmente e fornendo chiarimenti cruciali sulla normativa applicabile.

L’uso del cronotachigrafo per accertare l’eccesso di velocità

Uno dei punti centrali del ricorso riguardava la legittimità dell’uso dei dati del cronotachigrafo per sanzionare l’eccesso di velocità. L’azienda sosteneva che tale strumento non fosse previsto dalla normativa europea come mezzo di prova per questa specifica infrazione. La Cassazione ha respinto questa tesi, affermando che il cronotachigrafo è contemplato dall’art. 142 del Codice della Strada e dal Regolamento UE 165/2014 come legittima fonte probatoria. Pertanto, i dati da esso estratti sono pienamente utilizzabili per contestare il superamento dei limiti di velocità.

Obblighi di registrazione e lavoro intermittente

Un altro motivo di ricorso si concentrava sulla mancata registrazione delle attività nei 28 giorni precedenti l’accertamento. L’azienda ha argomentato che, essendo il conducente assunto con un contratto di lavoro intermittente, non era tenuto a registrare i periodi di inattività. Anche questa argomentazione è stata giudicata infondata. La Corte ha chiarito che l’obbligo di garantire la tracciabilità delle attività lavorative per i 28 giorni precedenti è finalizzato alla sicurezza del trasporto e alla tutela dei lavoratori. Tale obbligo, derivante dalla normativa europea e nazionale, non viene meno in base alla tipologia contrattuale. Il contratto di lavoro intermittente non esonera né il conducente né il datore di lavoro dall’obbligo di registrare le attività, comprese quelle di riposo o inattività.

Questioni procedurali e onere della prova

La società ricorrente ha sollevato anche diverse questioni procedurali, come la presunta omessa motivazione su alcuni verbali e l’errata valutazione delle prove. La Corte ha rigettato anche queste doglianze, sottolineando che il giudice d’appello aveva correttamente valutato tutti i verbali impugnati, basandosi sull’efficacia probatoria dei dati tachigrafici. Per quanto riguarda l’omesso esame di fatti decisivi (come l’inefficienza della cassetta di pronto soccorso o del parabrezza), la Corte ha dichiarato i motivi inammissibili in virtù del principio della ‘doppia pronuncia conforme’, secondo cui, quando primo e secondo grado giungono alla stessa conclusione sui fatti, il ricorso in Cassazione su tali aspetti è precluso.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su una solida interpretazione della normativa vigente, sia nazionale che europea. Il principio cardine è che il cronotachigrafo, digitale o analogico, è uno strumento essenziale per garantire la sicurezza stradale. Le sue registrazioni costituiscono una fonte di prova affidabile e sufficiente per accertare una vasta gamma di infrazioni. La normativa, evolutasi nel tempo, va interpretata in modo coerente: i richiami a regolamenti più vecchi (come il Reg. CEE 1463/70) devono intendersi come riferimenti impliciti alle normative successive che li hanno sostituiti (come il Reg. UE 165/2014).

Inoltre, la Corte ha ribadito che gli obblighi di registrazione sono inderogabili e non possono essere elusi invocando particolari tipologie contrattuali, come il lavoro intermittente. La finalità superiore della sicurezza stradale e della tutela delle condizioni di lavoro dei conducenti impone una tracciabilità completa e continua delle attività.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un punto fermo in materia di violazioni cronotachigrafo. Ribadisce con forza che le aziende di trasporto non possono sottrarsi agli obblighi di controllo e registrazione, anche in presenza di forme di lavoro flessibile. I dati del cronotachigrafo sono una prova a tutti gli effetti, la cui validità è stata pienamente confermata. Questa decisione serve da monito per tutte le imprese del settore, sottolineando la necessità di una gestione rigorosa e conforme alla legge dei tempi di guida e di riposo, a prescindere dal tipo di contratto di lavoro applicato ai conducenti.

I dati registrati dal cronotachigrafo possono essere usati per multare un eccesso di velocità?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che il cronotachigrafo è una fonte di prova legittima, prevista sia dal Codice della Strada italiano che dai regolamenti europei, per accertare e sanzionare il superamento dei limiti di velocità.

Un autista con contratto di lavoro intermittente è obbligato a registrare le attività dei 28 giorni precedenti un controllo?
Sì, l’obbligo di registrare le attività (guida, lavoro, disponibilità, riposo) per i 28 giorni precedenti al controllo sussiste indipendentemente dalla tipologia contrattuale. La Corte ha specificato che il contratto di lavoro intermittente non esonera da questo dovere, che è essenziale per garantire la sicurezza stradale e la tutela del lavoratore.

Cosa significa ‘doppia pronuncia conforme’ e quali effetti ha sul ricorso in Cassazione?
Si ha una ‘doppia pronuncia conforme’ quando il tribunale di primo grado e la corte d’appello giungono alla medesima conclusione sui fatti della causa. In questo caso, la legge limita la possibilità per la parte soccombente di presentare ricorso in Cassazione per ‘omesso esame di un fatto decisivo’, rendendo di fatto inammissibile la contestazione sulla ricostruzione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati