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Vincolo di solidarietà avvocato: sì se c’è transazione

Due avvocati hanno citato in giudizio la controparte del loro ex cliente per ottenere il pagamento dei loro onorari, invocando il vincolo di solidarietà previsto in caso di transazione. I tribunali di merito avevano respinto la richiesta, ma la Corte di Cassazione ha annullato la decisione. Secondo la Corte, una mera ordinanza di “compensazione delle spese” a seguito di una transazione non esclude automaticamente il diritto degli avvocati, rendendo necessaria una valutazione più approfondita del caso.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vincolo di solidarietà avvocato: la Cassazione fa chiarezza sulla transazione

Il vincolo di solidarietà avvocato è una tutela fondamentale per i professionisti legali, ma la sua applicazione può diventare complessa quando un giudizio si conclude con una transazione e un’ordinanza di compensazione delle spese. Con l’ordinanza in commento, la Corte di Cassazione interviene per chiarire che una pronuncia di compensazione non esclude di per sé la responsabilità solidale delle parti per il pagamento degli onorari, specialmente se tale pronuncia è una mera conseguenza dell’accordo tra le parti e non una decisione di merito del giudice.

I Fatti di Causa

La vicenda ha origine da un’azione legale intentata da due avvocati contro la controparte processuale di un loro precedente assistito. Quest’ultimo aveva definito la causa originaria attraverso una transazione stragiudiziale, a seguito della quale il Tribunale aveva dichiarato l’estinzione del giudizio, compensando le spese tra le parti. Gli avvocati, non avendo ricevuto il pagamento dei loro compensi, hanno agito contro la controparte del loro ex cliente, invocando il vincolo di solidarietà avvocato previsto dall’art. 68 del R.D.L. n. 1578/1933. Tale norma stabilisce che, in caso di transazione, tutte le parti che vi hanno partecipato sono solidalmente obbligate al pagamento degli onorari e al rimborso delle spese agli avvocati.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Giudice di Pace che il Tribunale, in sede di appello, avevano respinto la domanda dei due legali. La loro motivazione si basava sull’idea che il vincolo di solidarietà avvocato operi solo quando il giudizio non viene definito da un giudice. Nel caso di specie, invece, era stata emessa un’ordinanza che, dichiarando l’estinzione, aveva anche disposto la compensazione delle spese. Secondo i giudici di merito, questa statuizione del giudice era sufficiente a escludere l’applicazione della norma sulla solidarietà, poiché il processo si era concluso con un provvedimento giudiziale sulle spese.

Il Vincolo di Solidarietà Avvocato secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato completamente questa interpretazione, accogliendo il ricorso degli avvocati. La Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse “evidentemente apparente”, ovvero esistente solo in apparenza ma priva di un reale fondamento logico-giuridico. Il Tribunale, infatti, non aveva adeguatamente esaminato né il contenuto dell’ordinanza di estinzione né il contesto procedurale specifico del giudizio presupposto (un rito societario).

Le Motivazioni della Decisione

Il cuore della decisione della Cassazione risiede nella corretta interpretazione dell’art. 68. La norma mira a proteggere i difensori, evitando che le parti, accordandosi tra loro, eludano il pagamento dei compensi professionali. La responsabilità solidale viene meno solo se il giudice, con una propria decisione, liquida le spese.

Nel caso analizzato, l’ordinanza di “compensazione delle spese” non derivava da una valutazione del giudice sulla soccombenza (neppure virtuale), ma era la semplice conseguenza della transazione raggiunta dalle parti, che aveva sottratto al giudice il potere di decidere sulla lite e, di conseguenza, sugli oneri processuali. Il Tribunale ha errato nel non considerare che la pronuncia di compensazione poteva essere, in realtà, una mera formalizzazione della volontà delle parti di farsi carico ciascuna delle proprie spese, senza che ciò costituisse una vera e propria statuizione giudiziale idonea a escludere il vincolo di solidarietà avvocato.

La Corte ha quindi stabilito che il giudice di rinvio dovrà riesaminare la questione tenendo conto di questi principi, analizzando attentamente la natura dell’ordinanza di estinzione e il suo legame con l’accordo transattivo. In sostanza, bisogna verificare se la compensazione sia stata una scelta autonoma del giudice o un semplice recepimento dell’accordo tra le parti.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione rafforza la tutela degli avvocati in caso di transazione. Viene chiarito un punto cruciale: non è sufficiente una qualsiasi pronuncia sulle spese per escludere il vincolo di solidarietà avvocato. È necessario che tale pronuncia sia il frutto di una vera attività decisoria del giudice. Se, al contrario, la decisione sulle spese è solo una conseguenza passiva della transazione, la responsabilità solidale di tutte le parti transigenti per il pagamento degli onorari degli avvocati rimane pienamente operante. La sentenza è stata cassata con rinvio al Tribunale, che dovrà ora decidere applicando i principi stabiliti dalla Suprema Corte.

Quando si applica il vincolo di solidarietà per gli onorari dell’avvocato in caso di transazione?
Il vincolo di solidarietà si applica quando un giudizio viene definito con una transazione che sottrae al giudice il potere di decidere sulla liquidazione delle spese legali. Tutte le parti che hanno transatto diventano solidalmente obbligate al pagamento.

Una pronuncia del giudice che compensa le spese esclude sempre la solidarietà?
No. Secondo la Cassazione, non è esclusa se la “compensazione delle spese” è una mera conseguenza dell’accordo transattivo tra le parti e non il risultato di una valutazione autonoma del giudice (neanche in termini di soccombenza virtuale). In tal caso, la solidarietà permane.

Perché la sentenza del Tribunale è stata considerata con “motivazione apparente”?
Perché non ha analizzato adeguatamente i fatti e il contesto procedurale specifico del caso. Si è limitata ad applicare un principio generale in modo acritico, senza valutare se l’ordinanza di estinzione e compensazione delle spese fosse una vera decisione giudiziale o un semplice atto formale conseguente alla transazione, omettendo così di spiegare il fondamento logico della sua decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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