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Vincita VLT non pagata: la Cassazione si pronuncia

Un giocatore ottiene una vincita VLT multimilionaria, documentata da regolare scontrino. La società concessionaria nega il pagamento, adducendo un malfunzionamento del sistema. La Corte di Cassazione ribalta le decisioni precedenti, affermando che il malfunzionamento rientra nel rischio d’impresa del gestore. La clausola che subordina il pagamento a una validazione successiva è considerata vessatoria. Lo scontrino costituisce prova della vincita, che deve essere pagata entro il limite del jackpot massimo previsto dal regolamento.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vincita VLT: Quando il Malfunzionamento del Sistema Non è una Scusa per Non Pagare

Una vincita VLT da capogiro, un biglietto stampato che la attesta, ma al momento di incassare, il gestore si rifiuta di pagare invocando un ‘guasto al sistema’. È lo scenario da incubo che si è trovato ad affrontare un giocatore, la cui vicenda è arrivata fino alla Corte di Cassazione. Con una sentenza di fondamentale importanza, la Suprema Corte ha tracciato una linea netta, rafforzando la tutela del giocatore-consumatore e chiarendo i confini del rischio d’impresa per le società di gioco.

I Fatti del Caso

Un giocatore, utilizzando una postazione videolottery (VLT), realizza una vincita apparentemente stratosferica, superiore a 9 milioni di euro. La macchina emette regolarmente lo scontrino vincente, completo di suoni e luci celebrative. Tuttavia, la società concessionaria del servizio si rifiuta di pagare, sostenendo che la vincita sia solo apparente, frutto di un grave malfunzionamento del sistema di gioco causato dall’azione di hacker. Secondo la società, la vincita non sarebbe mai stata ‘validata’ dal sistema centrale, condizione necessaria per il pagamento.

Nei primi due gradi di giudizio, i tribunali danno ragione alla società di gioco, ritenendo decisiva la mancata validazione centrale e considerando la vincita come mai effettivamente avvenuta. Il giocatore, però, non si arrende e ricorre in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla vincita VLT

La Corte di Cassazione ribalta completamente il verdetto. Accoglie le ragioni del giocatore, cassa la sentenza d’appello e stabilisce un principio cardine: il gestore è tenuto a pagare il premio documentato dallo scontrino, anche in caso di malfunzionamento del sistema.

Tuttavia, la Corte precisa un punto essenziale: il pagamento non può corrispondere alla cifra anomala indicata sullo scontrino, ma deve essere limitato all’importo massimo del jackpot previsto dal regolamento di quel specifico gioco (in questo caso, 500.000 euro), in quanto questo è il limite dell’obbligazione che il gestore si assume e che è noto al giocatore prima della scommessa.

Il Contratto di Gioco e la Tutela del Consumatore

Il primo passo della Corte è inquadrare il rapporto tra giocatore e gestore. Si tratta di un vero e proprio contratto di lotteria, in cui il giocatore assume la qualifica di ‘consumatore’. Questa qualificazione è cruciale perché attiva tutta la disciplina protettiva del Codice del Consumo, in particolare quella relativa alle clausole vessatorie.

La Clausola di ‘Validazione’ è Vessatoria

L’intera difesa della società di gioco si basava sull’interpretazione di una norma del regolamento tecnico, secondo cui le vincite devono essere ‘validate’ dal sistema. La Corte d’Appello aveva interpretato questa ‘validazione’ come un controllo ex post, un via libera successivo che il sistema centrale avrebbe dovuto dare. La Cassazione smonta questa interpretazione, definendola contraria ai principi di tutela del consumatore. Una clausola che permette al gestore di invalidare una vincita già attestata da un documento emesso dal suo stesso sistema, sulla base di eventi interni alla sua sfera di controllo, è da considerarsi vessatoria. Essa, infatti, ha l’effetto di:
1. Escludere o limitare i diritti del consumatore in caso di inadempimento del professionista.
2. Riservare al professionista il potere di accertare la conformità del servizio.
3. Vincolare il consumatore a clausole che non ha avuto possibilità di conoscere.

In sostanza, la ‘validazione’ non è un controllo successivo, ma coincide con il momento stesso in cui il sistema, sotto il controllo del gestore, genera la combinazione vincente e stampa il relativo scontrino.

Il Valore Probatorio dello Scontrino

Di conseguenza, lo scontrino emesso dalla VLT non è un semplice titolo di legittimazione, ma assume il valore di piena prova documentale della vincita. Esso attesta che la giocata è avvenuta, ne rappresenta l’esito e proviene direttamente dal sistema gestito e controllato dalla società concessionaria. Negare il suo valore probatorio significherebbe privare il giocatore di qualsiasi tutela.

Le Motivazioni: Rischio d’Impresa e Inadempimento

Il cuore della motivazione risiede nel concetto di rischio d’impresa. La Corte afferma che qualsiasi anomalia, guasto o malfunzionamento del sistema informatico, anche se causato da terzi come hacker o fornitori di software, rientra integralmente nella sfera di controllo e responsabilità del gestore. Questi eventi non sono imprevedibili o inevitabili, ma fanno parte dei rischi connessi all’attività imprenditoriale nel settore del gioco d’azzardo telematico. Scaricare le conseguenze di tali rischi sul giocatore-consumatore è inaccettabile.

Invocare il malfunzionamento per non pagare equivale a giustificare il proprio inadempimento contrattuale (il mancato pagamento del premio) con l’inadempimento di un proprio fornitore (il gestore della piattaforma software). Secondo l’art. 1218 del codice civile, ciò non esonera il debitore dalla propria responsabilità.

Le Conclusioni: Cosa Cambia per i Giocatori

Questa sentenza rappresenta una vittoria significativa per la tutela dei consumatori nel settore dei giochi. Le implicazioni pratiche sono chiare:
1. Lo scontrino fa fede: Un biglietto vincente, emesso regolarmente da una VLT, è la prova della vincita e obbliga il gestore al pagamento.
2. I guasti sono un problema del gestore: Il gestore non può rifiutarsi di pagare adducendo malfunzionamenti, attacchi hacker o altri problemi tecnici. Questi sono considerati rischi d’impresa a suo esclusivo carico.
3. Esiste un limite alla vincita: Il diritto del giocatore è limitato al montepremi massimo stabilito e reso conoscibile per quel gioco. Non si ha diritto a cifre anomale e spropositate generate per errore, ma al massimo premio contrattualmente previsto.

Se una VLT stampa un biglietto vincente, il gestore può rifiutarsi di pagare a causa di un malfunzionamento del sistema?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il malfunzionamento del sistema, anche se causato da terzi, rientra nel rischio d’impresa del gestore e non può essere usato come giustificazione per non adempiere all’obbligazione di pagamento del premio.

Che valore ha lo scontrino emesso dalla VLT?
Lo scontrino emesso dal videoterminale non è un semplice titolo di legittimazione, ma costituisce idonea prova documentale della vincita. La sua emissione immediata integra la cosiddetta ‘validazione’ richiesta dalla normativa.

In caso di vincita anomala e molto alta, il giocatore ha diritto all’intera somma indicata sul biglietto?
No. Il diritto del giocatore a riscuotere il premio è limitato all’importo massimo del montepremi (incluso il Jackpot) previsto dal regolamento di gioco e reso conoscibile al pubblico. Il giocatore non può pretendere il pagamento di un premio che ecceda tale limite massimo, anche se indicato per errore sullo scontrino.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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