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Vicinitas ambientale: la Cassazione sull’interesse ad agire

Cittadini e associazioni impugnano l’autorizzazione per un impianto idroelettrico. La Cassazione chiarisce che la vicinitas ambientale, ovvero la semplice vicinanza all’opera, è sufficiente a fondare l’interesse ad agire per tutelare ambiente e paesaggio, annullando la decisione del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche che richiedeva la prova di un danno specifico. La Corte ha anche escluso l’applicazione del giudicato esterno su un progetto modificato.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Vicinitas Ambientale: Basta la Vicinanza per Agire in Giudizio? La Cassazione Risponde

Il principio di vicinitas ambientale rappresenta uno strumento fondamentale per la tutela dei cittadini contro opere che possono avere un impatto sul loro territorio. Ma la semplice vicinanza a un progetto è sufficiente per poterlo contestare in tribunale? Con la recente ordinanza n. 7326/2024, la Corte di Cassazione a Sezioni Unite ha fornito un chiarimento decisivo, rafforzando le garanzie per la protezione dell’ambiente e del paesaggio. La pronuncia stabilisce che, in determinati contesti, il criterio della ‘vicinitas’ è di per sé sufficiente a radicare l’interesse ad agire, senza la necessità di dimostrare un danno specifico e immediato.

I Fatti del Caso: Un Impianto Idroelettrico Controverso

La vicenda trae origine dalla proposta di un Comune di realizzare un impianto per la produzione di energia idroelettrica lungo il corso di un torrente in una zona di particolare pregio ambientale. Al progetto si sono opposti alcuni cittadini residenti, titolari di un’attività di ristorazione a pochi metri dall’area di intervento, insieme a diverse associazioni ambientaliste.
Il loro percorso legale è stato complesso: dopo un primo ricorso respinto dal TAR, il procedimento autorizzativo è proseguito, sebbene con modifiche sostanziali al progetto iniziale che ne hanno ridotto la potenza. I cittadini e le associazioni hanno quindi impugnato i nuovi atti autorizzativi dinanzi al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche (TSAP), lamentando, tra le altre cose, la mancata considerazione dell’impatto ambientale e paesaggistico.

La Decisione del Tribunale Superiore e i Limiti Imposti

Il TSAP aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei singoli cittadini, sostenendo che la mera vicinanza delle loro proprietà e attività commerciali all’impianto non fosse sufficiente a dimostrare un ‘interesse ad agire’. Secondo tale visione, sarebbe stata necessaria la prova di una lesione concreta, stabile e negativa sulla loro proprietà, un requisito non soddisfatto dai semplici disagi del cantiere. Inoltre, il Tribunale aveva ritenuto inammissibili le censure sulla ‘valenza strategica’ del progetto, considerandole coperte dal ‘giudicato’ della precedente sentenza del TAR.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha completamente ribaltato la decisione del TSAP, accogliendo i motivi di ricorso dei cittadini e delle associazioni. Le motivazioni della Corte si fondano su due pilastri fondamentali.

La Piena Rilevanza della Vicinitas Ambientale

La Suprema Corte ha affermato un principio di diritto di grande importanza: nel contesto di interventi che incidono su beni tutelati a livello costituzionale come l’ambiente, il paesaggio e la salute, la vicinitas ambientale è un elemento sufficiente a radicare non solo la legittimazione, ma anche l’interesse ad agire.
I giudici hanno chiarito che la prossimità a un’opera con potenziale impatto ambientale crea una relazione qualificata e differenziata tra il cittadino e il territorio, distinguendo la sua posizione da quella della collettività generale. Questo collegamento stabile è sufficiente a giustificare l’azione in giudizio per ‘ricondurre l’azione amministrativa nei confini della legalità’, senza che sia necessario fornire la prova puntuale della concreta pericolosità dell’opera. La tutela di valori come l’ambiente non richiede di attendere il verificarsi di un danno, ma consente di agire in via preventiva.

L’Errata Applicazione del Giudicato Esterno

La Cassazione ha inoltre censurato la decisione del TSAP riguardo all’applicazione del giudicato esterno. I giudici hanno sottolineato che la precedente sentenza del TAR riguardava atti amministrativi diversi e, soprattutto, un progetto differente da quello successivamente approvato. Le modifiche sostanziali all’impianto (in termini di potenza, portata e produttività) hanno dato vita a un nuovo procedimento e a nuovi provvedimenti, autonomamente impugnabili. Di conseguenza, le questioni relative alla strategicità e alla legittimità del nuovo progetto non potevano considerarsi già decise in via definitiva.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza delle Sezioni Unite ha implicazioni pratiche di notevole portata. In primo luogo, rafforza la posizione dei singoli cittadini, dei comitati e delle associazioni che agiscono a difesa del territorio. Abbassando la soglia per l’accesso alla giustizia in materia ambientale, la Corte garantisce che le valutazioni si concentrino sul merito della legittimità degli atti amministrativi, piuttosto che arenarsi su questioni preliminari di ammissibilità.
In secondo luogo, la decisione ribadisce la centralità della tutela ambientale e paesaggistica come valore primario dell’ordinamento, non subordinabile a interessi economici. Questa pronuncia rappresenta un punto di riferimento essenziale per chiunque sia impegnato nella difesa del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese, confermando che la vicinanza a una potenziale minaccia ambientale è titolo sufficiente per chiedere tutela in un’aula di giustizia.

Che cosa significa ‘vicinitas ambientale’ secondo la Cassazione?
Secondo l’ordinanza, la ‘vicinitas ambientale’ è il criterio basato sulla prossimità fisica che qualifica l’interesse di un soggetto a impugnare un provvedimento con impatti sull’ambiente. Questa vicinanza è considerata sufficiente a fondare il diritto di agire in giudizio, poiché crea una relazione differenziata con il territorio rispetto al resto della collettività.

Per contestare un’opera con impatto ambientale, devo dimostrare un danno concreto alla mia proprietà?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per i soggetti che vivono o operano in prossimità dell’intervento (‘vicinitas’), non è necessaria la prova puntuale di un danno già verificatosi o della concreta pericolosità dell’opera. L’interesse ad agire si fonda sulla necessità di tutelare beni costituzionalmente protetti come l’ambiente, il paesaggio e la salute, la cui protezione può essere richiesta anche in via preventiva.

Una sentenza precedente su un progetto impedisce di contestare le autorizzazioni successive se il progetto viene modificato?
Non necessariamente. La Corte ha stabilito che se un progetto subisce modifiche sostanziali, le nuove autorizzazioni costituiscono atti amministrativi distinti dai precedenti. Pertanto, la decisione passata in giudicato sul progetto originario non impedisce di impugnare i nuovi provvedimenti relativi al progetto modificato, poiché la ‘causa petendi’ (la ragione della domanda) e il ‘petitum’ (l’oggetto della domanda) sono diversi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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