LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Verificazione Scrittura: quando è valida la procedura?

Un’associazione sportiva ha citato in giudizio un club calcistico per un pagamento basato su una convenzione. Il club ha contestato l’autenticità della firma del proprio amministratore. I tribunali di merito, tramite una perizia calligrafica, hanno accertato la falsità della firma. L’associazione ha impugnato la decisione sostenendo un vizio procedurale: la verificazione scrittura sarebbe stata avviata tardivamente. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, chiarendo che la richiesta di verificazione è un’istanza istruttoria che rientra nella normale gestione del processo da parte del giudice, non un sub-procedimento da espletare necessariamente prima di ogni altra attività.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Verificazione Scrittura Privata: La Cassazione Chiarisce la Procedura

Nel contesto dei rapporti contrattuali, l’autenticità di una firma è un pilastro fondamentale. Ma cosa accade quando una sottoscrizione viene contestata in tribunale? La procedura di verificazione scrittura privata diventa cruciale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un’interessante questione procedurale: quali sono le tempistiche corrette per avviare tale procedimento? La Corte chiarisce che la richiesta di verificazione non è un atto da compiere in una fase separata e preliminare, ma rientra a pieno titolo nell’attività istruttoria ordinaria, gestita secondo il prudente apprezzamento del giudice.

I Fatti di Causa: Un Contratto Contestato

Una associazione sportiva dilettantistica aveva richiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo per il pagamento di 105.000 euro nei confronti di un noto club calcistico professionistico, sulla base di una convenzione stipulata tra le parti. Il club si opponeva al decreto, disconoscendo formalmente la firma del proprio Amministratore Delegato apposta in calce al contratto. Di fronte al disconoscimento, l’associazione presentava istanza di verificazione per provare l’autenticità della sottoscrizione.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello davano torto all’associazione. Il Tribunale, dopo aver concesso i termini per le memorie istruttorie, disponeva una Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) grafologica. L’esito della perizia era netto: la firma era apocrifa, cioè non autentica. Di conseguenza, la domanda di pagamento veniva respinta. La Corte d’Appello confermava integralmente la sentenza, rigettando anche le eccezioni di nullità processuale sollevate dall’associazione.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della verificazione scrittura

L’associazione ricorreva in Cassazione affidandosi a due motivi principali, entrambi respinti dalla Suprema Corte.

Il Primo Motivo: Tempistiche della Procedura di Verificazione

Il ricorrente lamentava che il procedimento di verificazione scrittura fosse stato attivato dal giudice di primo grado solo dopo il deposito delle memorie istruttorie (ex art. 183 c.p.c.), e non prima, come a suo dire previsto dalla legge. Questa tardività, secondo la tesi difensiva, avrebbe violato le norme sulle preclusioni istruttorie, viziando l’intero processo.

Il Secondo Motivo: Legittimo Affidamento e la “Doppia Conforme”

Con il secondo motivo, l’associazione denunciava una violazione del principio di legittimo affidamento. Sosteneva che elementi come la carta intestata e i timbri del club calcistico avrebbero dovuto indurre i giudici a una valutazione diversa. Questo motivo è stato dichiarato inammissibile dalla Cassazione, in quanto tendeva a un riesame del merito dei fatti, precluso in sede di legittimità. Inoltre, la Corte ha applicato il principio della “doppia conforme”: poiché la sentenza d’appello aveva confermato in toto quella di primo grado sulla base della medesima ricostruzione fattuale, il ricorso per vizi di motivazione non era ammissibile.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto il primo motivo infondato, fornendo importanti chiarimenti sulla natura e la collocazione del procedimento di verificazione. I giudici hanno stabilito che l’istanza di verificazione, pur attivando un sub-procedimento, non deve necessariamente precedere la fase istruttoria ordinaria. Essa è, a tutti gli effetti, un’istanza istruttoria come le altre e può essere proposta nei termini previsti per queste.

La Corte ha sottolineato che il giudice, una volta ricevuta l’istanza, non è obbligato a sospendere il processo per un procedimento separato. Al contrario, egli mantiene la piena discrezionalità nella gestione dell’istruttoria. Può quindi correttamente concedere i termini per le memorie e solo successivamente disporre gli accertamenti necessari, come la CTU grafologica. Questo approccio si allinea al principio del libero convincimento del giudice (art. 116 c.p.c.), che non impone una gerarchia tra le varie fonti di prova. Il giudice deve formare la propria decisione sulla base di tutti gli elementi acquisiti, comprese prove testimoniali o documentali, senza essere vincolato esclusivamente all’esito della perizia calligrafica. Pertanto, la procedura seguita dal Tribunale è stata considerata del tutto rituale e corretta.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La decisione in esame ribadisce un principio di flessibilità e pragmatismo nella gestione del processo. La verificazione scrittura non è un compartimento stagno da esaurire prima di ogni altra attività, ma uno strumento istruttorio che si inserisce nel flusso ordinario del giudizio. Per le parti in causa, ciò significa che la richiesta di verificazione deve essere tempestiva, ma non vi è un onere di vederla definita prima di poter articolare le altre richieste di prova. Per i giudici, questa ordinanza conferma l’ampio potere discrezionale nella conduzione della fase istruttoria, finalizzato a un accertamento della verità completo ed efficiente.

È possibile avviare il procedimento di verificazione di una scrittura privata dopo il deposito delle memorie istruttorie?
Sì. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’istanza di verificazione è un’istanza istruttoria a tutti gli effetti. Il giudice può gestirla all’interno della normale fase di raccolta delle prove, anche dopo la concessione dei termini per le memorie, senza che ciò costituisca un vizio procedurale.

Il giudice è obbligato a disporre una CTU grafologica ogni volta che viene richiesta una verificazione di scrittura?
No. La Corte ricorda che il giudice non è tenuto a disporre necessariamente una consulenza tecnica. Può accertare l’autenticità della scrittura anche attraverso altri mezzi di prova, come la comparazione con altri documenti non contestati o sulla base di altre prove raccolte nel processo, in virtù del principio del suo libero convincimento.

Cosa significa “doppia conforme” e perché ha reso inammissibile parte del ricorso?
La “doppia conforme” è una regola processuale (art. 348-ter c.p.c.) secondo cui se la sentenza della Corte d’Appello conferma integralmente la decisione del Tribunale basandosi sulla stessa ricostruzione dei fatti, non è possibile ricorrere in Cassazione lamentando un vizio di motivazione. Nel caso specifico, poiché entrambi i giudici di merito hanno concluso che la firma era falsa, il ricorrente non poteva chiedere alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati