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Verbale di contestazione: quando fa piena prova legale?

Un automobilista ha impugnato una multa per sorpasso in curva, sostenendo che il verbale di contestazione fosse impreciso sul luogo e che la manovra fosse avvenuta su un rettilineo. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, affermando che il verbale di contestazione fa piena prova legale sui fatti attestati dall’agente come avvenuti in sua presenza, inclusa la “prossimità” a una curva. Per contestare tali fatti, è necessario un procedimento specifico chiamato “querela di falso”, non essendo sufficienti altre prove come le fotografie.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Verbale di contestazione: Qual è il suo valore probatorio?

Ricevere una multa è un’esperienza comune, e spesso ci si chiede se e come sia possibile contestarla. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: il valore probatorio del verbale di contestazione. Questo documento, redatto da un pubblico ufficiale, non è una semplice accusa, ma un atto con una forza legale particolare, definita “fede privilegiata”. Capire i limiti di questa forza è fondamentale per chiunque intenda difendere le proprie ragioni.

I fatti di causa

Un automobilista veniva sanzionato per aver effettuato un sorpasso in violazione dell’art. 148 del Codice della Strada, ovvero in prossimità di una curva. L’automobilista decideva di opporsi al verbale, sostenendo che la manovra fosse in realtà avvenuta in un tratto rettilineo e con piena visibilità, subito dopo la curva. A supporto della sua tesi, presentava documentazione fotografica e grafica. Sia il Giudice di Pace che il Tribunale in appello, però, confermavano la validità della sanzione, spingendo il conducente a ricorrere in Cassazione.

I motivi del ricorso e la fede privilegiata del verbale di contestazione

Il ricorrente basava la sua difesa su diversi punti. In primo luogo, lamentava la genericità del verbale riguardo al luogo esatto dell’infrazione, che a suo dire ledeva il diritto di difesa. In secondo luogo, e questo è il punto centrale, contestava l’errata interpretazione da parte dei giudici del valore probatorio del verbale. Sosteneva che l’atto facesse piena prova solo dei fatti materiali direttamente percepiti dall’agente, mentre la valutazione della “prossimità” a una curva fosse un concetto elastico e interpretativo, quindi non coperto da tale fede privilegiata. Di conseguenza, le prove da lui fornite (le foto) avrebbero dovuto essere considerate per smentire la ricostruzione dei verbalizzanti.

L’ambito oggettivo della prova fino a querela di falso

La Corte di Cassazione, nel rigettare il ricorso, offre un’importante lezione sul tema. I giudici hanno ribadito un principio consolidato, basato su una precedente pronuncia delle Sezioni Unite (Cass. SU n. 17355/2009): il verbale di contestazione, in quanto atto pubblico, gode di fede privilegiata ai sensi dell’art. 2700 del codice civile.

Questo significa che tutto ciò che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuto in sua presenza o da lui compiuto fa piena prova fino a querela di falso. La Corte ha chiarito che l’efficacia probatoria non si estende a valutazioni soggettive o apprezzamenti personali dell’agente. Tuttavia, nel caso specifico, l’attestazione che il sorpasso fosse avvenuto “in prossimità di curva” non è stata ritenuta una valutazione soggettiva, ma la descrizione di un fatto oggettivo percepito visivamente dall’agente. Di conseguenza, per contestare tale affermazione, l’automobilista avrebbe dovuto avviare il procedimento di querela di falso, non essendo sufficiente produrre prove alternative come fotografie.

Altri motivi di ricorso: lo stato di necessità

Il ricorrente aveva anche tentato di giustificare la manovra invocando lo stato di necessità. Aveva sostenuto di essere stato costretto al sorpasso per evitare una collisione con il veicolo che lo precedeva, il quale avrebbe frenato bruscamente alla vista della pattuglia. Anche questo motivo è stato respinto. La Corte ha ricordato che lo stato di necessità richiede un pericolo imminente di un danno grave alla persona, non altrimenti evitabile. La semplice necessità di superare un’auto che rallenta non integra questa scriminante.

Le motivazioni

La decisione della Corte si fonda sul principio della fede privilegiata che assiste il verbale di contestazione. La Suprema Corte ha specificato che i fatti che il pubblico ufficiale attesta di aver percepito direttamente, come la localizzazione di un sorpasso in relazione a una curva, costituiscono prova legale piena. L’ordinamento giuridico presume la veridicità di tali attestazioni, e l’unico strumento per superare questa presunzione è la querela di falso. Il ragionamento del ricorrente, che considerava la “prossimità” un concetto valutativo e quindi non coperto da fede privilegiata, è stato giudicato errato. La percezione della posizione di un veicolo rispetto a un elemento della strada (la curva) è considerata un fatto oggettivo, non un’opinione.

Le conclusioni

Questa ordinanza rafforza un punto fondamentale per chiunque si trovi a contestare una multa: non tutte le affermazioni contenute in un verbale hanno lo stesso peso. È essenziale distinguere tra i fatti percepiti direttamente dall’agente e le sue eventuali valutazioni soggettive. I primi sono blindati dalla fede privilegiata e possono essere messi in discussione solo con la querela di falso, un procedimento complesso e oneroso. Produrre prove alternative, come fotografie o testimonianze, potrebbe non essere sufficiente se si contesta un fatto che l’agente afferma di aver visto con i propri occhi. Pertanto, prima di intraprendere un’opposizione, è cruciale una valutazione strategica del contenuto del verbale e delle reali possibilità di metterne in discussione la veridicità.

Un verbale di contestazione può essere annullato se indica il luogo dell’infrazione in modo generico?
No, secondo la Corte, se la violazione viene contestata immediatamente al trasgressore, l’eventuale genericità nell’indicazione del luogo (es. solo il nome della via) non pregiudica il diritto di difesa e quindi non invalida il verbale.

Il verbale di contestazione fa sempre piena prova?
Fa piena prova legale, fino a querela di falso, solo per i fatti che il pubblico ufficiale attesta essere avvenuti in sua presenza o da lui compiuti. Non ha la stessa efficacia probatoria per le valutazioni, gli apprezzamenti personali o i fatti conosciuti tramite terzi.

Posso giustificare un sorpasso vietato sostenendo di aver dovuto evitare un’auto che ha frenato bruscamente?
No, la Corte ha stabilito che questa circostanza non integra lo stato di necessità. Tale scriminante richiede la sussistenza di un pericolo attuale e imminente di un danno grave alla persona, non altrimenti evitabile, presupposti che non si riscontrano nel semplice rallentamento di un veicolo che precede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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