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Verbale di accertamento: quando non è impugnabile?

La Corte di Cassazione chiarisce che un verbale di accertamento per violazioni ambientali, a differenza delle multe stradali, non è direttamente impugnabile. L’opposizione è ammissibile solo contro la successiva ordinanza-ingiunzione. Nel caso di specie, un cittadino aveva contestato un verbale per trasporto di rifiuti senza formulario, ma la sua azione è stata dichiarata inammissibile perché proposta prematuramente contro un atto non definitivo.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Verbale di Accertamento: Non Sempre Impugnabile Subito. Il Chiarimento della Cassazione

Ricevere una multa o una sanzione amministrativa è un’esperienza comune, ma non tutti sanno che i passaggi per contestarla cambiano a seconda della violazione. Un errore comune è credere che qualsiasi verbale di accertamento possa essere immediatamente impugnato davanti a un giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su una distinzione fondamentale: quella tra le sanzioni del Codice della Strada e quelle relative ad altre materie, come l’ambiente. Vediamo perché, in alcuni casi, agire d’impulso può portare a una dichiarazione di inammissibilità.

I fatti del caso

Un cittadino veniva fermato dalla Polizia Stradale mentre trasportava rifiuti non pericolosi in quantità superiore a 30 kg, senza essere in possesso del necessario formulario identificativo. Gli agenti accertatori elevavano quindi un verbale di contestazione per violazione della normativa ambientale (art. 193 del d.lgs. n. 152/2006). Ritenendo ingiusta la contestazione, il cittadino decideva di opporsi direttamente al verbale dinanzi al Giudice di Pace.

Il percorso giudiziario e la questione di diritto

Il percorso giudiziario è stato complesso. Inizialmente, il Giudice di Pace si dichiarava incompetente, ritenendo la materia di pertinenza del Tribunale. Una volta riassunta la causa, il Tribunale annullava il verbale, sostenendo che l’autorità competente a irrogare la sanzione fosse la Provincia e non il Ministero dell’Interno. La Corte d’Appello confermava questa decisione, rigettando il ricorso del Ministero. Quest’ultimo, però, non si arrendeva e portava la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando un punto cruciale di procedura: il cittadino aveva il diritto di impugnare direttamente il verbale di accertamento, o avrebbe dovuto attendere un atto successivo?

Il verbale di accertamento e la distinzione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato le decisioni dei giudici di merito, accogliendo il ricorso del Ministero. Il cuore della decisione risiede nella distinzione tra la disciplina delle sanzioni per violazioni del Codice della Strada e quella generale prevista per la maggior parte degli altri illeciti amministrativi. Mentre per le multe stradali una norma speciale (art. 7 del D.Lgs. 150/2011) consente l’impugnazione diretta del verbale di accertamento, per le altre violazioni, come quella ambientale contestata nel caso di specie, si applica la regola generale della Legge n. 689/1981. Questa legge stabilisce che l’atto impugnabile non è il verbale preliminare, ma la successiva ordinanza-ingiunzione, ovvero l’atto con cui l’autorità competente ordina formalmente il pagamento della sanzione.

Le motivazioni

I giudici della Suprema Corte hanno spiegato che il verbale di accertamento per violazioni diverse da quelle stradali ha natura di atto procedimentale. Esso avvia il procedimento sanzionatorio ma non lo conclude. Al ricevimento del verbale, il cittadino ha due possibilità: pagare la sanzione in misura ridotta, estinguendo la violazione, oppure attendere. Se non paga, l’autorità competente (in questo caso, la Provincia) valuterà se emettere o meno un’ordinanza-ingiunzione. È solo contro quest’ultimo provvedimento, che costituisce il titolo esecutivo, che è ammessa l’opposizione in sede giurisdizionale. Impugnare direttamente il verbale significa contestare un atto che non ha ancora un’efficacia lesiva definitiva, rendendo l’azione legale prematura e, quindi, inammissibile. La Corte ha quindi “cassato senza rinvio” la sentenza d’appello, chiudendo definitivamente la questione perché l’azione originaria non poteva essere proposta.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica. Prima di impugnare una sanzione amministrativa, è fondamentale capire la natura dell’atto ricevuto. Se si tratta di una violazione ambientale, fiscale o di altra natura non stradale, è probabile che si debba attendere la notifica dell’ordinanza-ingiunzione. Agire contro il semplice verbale di accertamento rischia di tradursi in una perdita di tempo e risorse, con una pronuncia di inammissibilità che impedisce al giudice di entrare nel merito della contestazione. La consulenza di un legale esperto diventa quindi cruciale per individuare la corretta strategia processuale ed evitare errori procedurali che potrebbero compromettere la difesa.

È sempre possibile impugnare direttamente un verbale di accertamento?
No. La possibilità di impugnare direttamente il verbale di accertamento è un’eccezione prevista principalmente per le violazioni del Codice della Strada. Per la maggior parte degli altri illeciti amministrativi, come quelli ambientali, si deve attendere la notifica della successiva ordinanza-ingiunzione.

Qual è la differenza tra un verbale per violazione del Codice della Strada e uno per violazione ambientale ai fini dell’impugnazione?
La differenza è procedurale. Per le violazioni stradali, la legge consente di rivolgersi subito al giudice contro il verbale. Per le violazioni ambientali, il verbale è solo un atto iniziale; l’atto che si può impugnare è l’ordinanza-ingiunzione, emessa in un secondo momento dall’autorità competente se non si è pagata la sanzione in misura ridotta.

Cosa succede se si impugna un verbale di accertamento quando non è consentito?
L’azione giudiziaria viene dichiarata inammissibile. Questo significa che il giudice non esamina il merito della questione (se la violazione sussiste o meno), ma si ferma a rilevare che l’impugnazione è stata proposta prematuramente e contro un atto non ancora legalmente contestabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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